Missione ExoMars: l’Europa esplora Marte

Numerosi strumenti italiani selezionati dall’ESA alla ricerca di vita sul Pianeta

ExoMars Mission

©exploration.esa.int

Esa e Roscosmos a lavoro per una delle più grandi missioni al mondo sul Pianeta Rosso, ExoMars. Il progetto intende cercare segni di vita passata e presente su Marte, conoscere l’ambiente marziano e la caratterizzazione geochimica del pianeta, e identificare i possibili rischi per le future missioni umane.

wired.co.uk

La missione è suddivisa in due fasi. La sonda TGO verrà lanciata a Gennaio 2016 e resterà nell’orbita di Marte per indagare la presenza di metano e altri gas nell’atmosfera, possibili indizi di una presenza di vita sul pianeta. Il modulo EDM, contenente la stazione meteo (Dreams) ed altri strumenti, atterrerà invece su Marte. A maggio 2018 prenderà il via la seconda fase della missione nella quale un innovativo rover, capace di muoversi e dotato di strumenti, ne penetrerà ed analizzerà il suolo.

Riguardo alla capsula Maurizio Capuano, manager del programma ExoMars 2016, ha dichiarato: “Ha una forma che ricorda le navicelle spaziali, gli ufo, se vogliamo interpretarla in questa maniera, perché la forma aerodinamica dell’oggetto è la migliore per permettere un ingresso controllato nell’atmosfera marziana.”

L’ESA spera che questa navicella porterà a termine il primo atterraggio controllato europeo su Marte. “Questo è Exomars 2016 che l’anno prossimo arriverà sul pianeta rosso. La parte bassa si metterà in orbita marziana aprendo i suoi pannelli solari per prendere l’energia dal sole, la parte superiore è il cosiddetto lander che atterrerà direttamente sulla superficie marziana completamente autonomo” – ha aggiunto Maurizio Capuano.

Il rover, che sarà lanciato nel 2018, si muoverà invece sulla superficie marziana. Lo scienziato Jorge Vago ha asserito: “ExoMars 2018 apre un nuovo capitolo dell’esplorazione su Marte. Per la prima volta ci occuperemo della terza dimensione, ossia la profondità. E’ molto importante, perché sotto la superficie, in profondità, abbiamo maggiori opportunità di trovare le prove di un’eventuale presenza passata della vita su Marte”.

Curiosity, il rover della Nasa aveva confermato che Marte era abitabile. ExoMars cercherà ora microbi allo stato fossile e tracce di molecole organiche. Jorge Vago: “I microbi sarebbero troppo piccoli da individuare, la dimensione è compresa tra uno e pochi micron, per cui servirebbe un enorme microscopio per poterli osservare, cosa che non abbiamo nella nostra missione. Ma i microbi possono aver influenzato la forma delle rocce nel corso del tempo. L’altro tipo di forma biologica sono le molecole organiche. Dobbiamo immaginarle come mattoncini della Lego”.

La parte più delicata sarà atterrare in modo sicuro, il rover punterà ad atterrare a metà strada tra le colline e le basse pianure di Marte. Poi dovrà orientarsi con cautela alla ricerca di acqua al di sotto della superficie.

Pietro Baglioni, manager della missione del rover ExoMars: “La velocità della perforazione è piuttosto bassa, se la si paragona a quella che si usa per i lavori domestici. Si tratta soltanto di 50-60 watt, ossia la potenza di una lampadina. E’ in grado di fare un grande lavoro, di forare e ottenere campioni”.

exploration.esa.int

La capsula è attualmente sottoposta ad un rigoroso programma di test presso Thales Alenia Space nel sud della Francia. Richard Bessudo, manager del programma ExoMars Trace Gas Orbiter spiega: “Per andare su Marte occorre ottenere le condizioni favorevoli di congiunzione tra Terra e Marte. Tenuto conto delle orbite dei due pianeti, le congiunzioni favorevoli si riproducono soltanto ogni 26 mesi”.

Il progetto ExoMars ha, inoltre, l’obiettivo di eseguire un atterraggio controllato sulla superficie marziana, operare sul suolo, accedere al sottosuolo e analizzarne i campioni in situ in maniera autonoma da parte dell’Agenzia Europea.

La leadership principale di entrambe le missioni è stata assegnata all’industria italiana: non solo gli elementi e lo sviluppo del modulo di discesa di ExoMars 2016 sono di responsabilità italiana, anche il drill di due metri che perforerà il suolo marziano e vari strumenti selezionati da ESA:

  • DREAMS (Dust characterization, Risk assessment and Environment Analyser on the Martian Surface), sensori per la misura del campo elettrico atmosferico in prossimità della superficie di Marte e di parametri meteorologici quali pressione, temperatura, umidità, velocità e direzione del vento, radiazione solare.
  • AMELIA (Atmospheric Mars Entry and Landing Investigation and Analysis), modellistica dell’atmosfera marziana grazie ai dati raccolti dai sensori durante la discesa del lander sul pianeta.
  • MA_MISS (Mars Multispectral Imager for Subsurface Studies) spettrometro per l’analisi dell’evoluzione geologica e biologica del sottosuolo marziano, inserito all’interno del Drill.