W3C e automotive: come portare il web sulle auto

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Il 3 febbraio 2015 il W3C (World Wide Web Consortium) che con uno staff full-time lavora con il pubblico al fine di sviluppare gli standard del Web, ha annunciato una nuova e più stretta collaborazione con le industrie automobilistiche per concedere a guidatori e passeggeri un’esperienza Web senza precedenti. Gli obiettivi saranno quelli di riuscire a fornire ai venditori di applicazioni standard e accesso più sicuro ai dati del veicolo. Jeff Jaffe, W3C CEO ha di recente affermato che “I proprietari di auto desiderano accedere al Web e ricevere aggiornamenti in tempo reale riguardo ai loro veicoli e al mondo circostante, inclusi tempo, traffico e informazioni sui parcheggi”,inoltre, “Desiderano anche un’integrazione con i loro dispositivi mobili. Nessun’altra piattaforma può competere con la capacità del Web di superare le difficoltà derivanti dalle differenze tra i dati che provengono da auto, dispositivi utente, Web e Internet of Things. Però occorre abilitare l’accesso Web senza compromettere la sicurezza, e consentire un accesso sicuro ai dati in un modo che tenga presenti le preferenze degli utenti in termini di privacy. Il supporto da parte delle industrie automobilistiche costituisce un segnale incoraggiante perché la Open Web Platform possa riuscire di aiuto per una guida più sicura e divertente.” Costruttori di auto, produttori di chip, venditori di browser e operatori di telefonia mobile hanno iniziato a lavorare in seno al W3C su versioni iniziali di specifiche per i dati delle automobili, come identificazione del veicolo, accelerazione e velocità, pressione degli pneumatici, e per le informazioni di personalizzazione, come posizione del sedile e impostazione del climatizzatore. L’ Automotive Working Group appena costituito si è assunto l’onere di portare queste specifiche iniziali a livello di standard Web.

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Molte industrie leader nel settore automobilistico hanno partecipato all’ Automotive eand Web Platform Business Group che ha creato le prime bozze delle specifiche. Tra di esse: BSQUARE, BlackBerry, Continental, Ford, General Motors, GENIVI Alliance, German Research Center for Artificial Intelligence (KI) Gmbh, Harman, iHeartMedia, Intel, JEITA, Jaguar Land Rover, Japan Automobile Research Institute, KDDI, LG Electronics, Mitsubishi, Neusoft, Nokia, OpenCar, Orange, Pandora Media, Porsche, Samsung, Telenor, TotalFinaElf, Verisign, Visteon, Vodafone, e Volkswagen. “Il W3C, grazie all’Automotive Business Group, ha fornito un ottimo forum, che riunisce una serie di soggetti interessati, in cui le imprese tradizionalmente nel settore automotive, come OEM and Tier 1, possono collaborare in modo aperto con le compagnie che si occupano di contenuti e tecnologie, tipicamente non associate con le industrie del settore auto motive, per produrre rapporti tecnici su casi d’uso, requisiti e bozze di specifiche”, ha aggiunto Paul Boyes, Director of Telematics & Standards, OpenCar, e Co-chair sia del Business che del Working Group. Boyes ha concluso dicendo che “Con la creazione dell’Automotive Working Group, questa collaborazione potrà proseguire, producendo alla fine degli standard che apriranno la strada per una più rapida innovazione nel settore delle auto connesse, con benefici per tutta l’industria.” Parallelamente allo sforzo di standardizzazione, l’Automotive and Web Platform Business Group, lanciato due anni fa, dedicherà la sua attenzione allo sviluppo di requisiti per una serie di argomenti nuovi, tra cui i sintonizzatori per media e le interfacce vocali.

Oggi il mercato dell’informatica di bordo vale decine di miliardi di dollari l’anno. Si tratta dell’applicazione associata al mondo tecnologico più spinta degli ultimi anni volta a conquistare il settore automobilistico. Siamo si fronte all’era della smarca, anzi del Computer in a Car. I primi passi sono stati mossi da Microsoft con il suo “Embedded Automotive”, un software sviluppato da anni per portare connettività con Windows (mobile e non) in automobile. Microsoft aveva lanciato il suo “Auto PC” nel lontano 1998, durante una delle annuali conferenze per l’elettronica di consumo di Las Vegas, il CES. Nel tempo ci sono stati  Ford, Fiat, Kia, Nissan, Citroen, Nissan, Hyundai e persino Samsung. Mettere il proprio codice dentro le automobili era l’obiettivo anche di Nokia: la casa finlandese, adesso acquistata da Microsoft, aveva lavorato a un sistema operativo basato su Linux. Nel 2009 ne venne rilasciato una versione per automobile e creato GENIVI, un consorzio con produttori di macchine (GM, Volvo, Honda, di nuovo Hyundai e Nissan) che adesso amministrano il sistema tra di loro, visto che Nokia si è ritirata. Il mercato dell’auto sta uscendo da una crisi globale senza precedenti grazia investimenti in sviluppo  concentrati sulla riduzione dei costi, nella sicurezza, mentre solo negli anni più recenti, grazie alla ripresa di alcuni mercati geografici e alla domanda di Paesi emergenti. Più di recente Google ha presentato il piccolo “ovettointeramente progettato e costruito nel loro reparto R&D. Nel prototipo, dalle forme compatte, tipiche delle city car di ultima generazione, spicca l’insolita ergonomia interna, non ancora divulgabile come immagini, ma incentrata su un nuovo modo di concepire lo spazio. Due sedili, nessun volante e un mini “cockpit” con le informazioni più importanti, proiettate su uno schermo stile tablet. In sostanza l’auto concepita come un pc.