Edizione super limitata di Automobili Lamborghini, presentata al Salone di Parigi del 2010 e prodotta in soli venti esemplari, tutti destinati alla pista. Il nome richiama il sesto elemento della tavola periodica, il carbonio, che consente all’auto di raggiungere il sorprendente peso di 999 kg.
La leggerissima e resistente fibra di carbonio infatti è presente nella carrozzeria, nella cellula dell’abitacolo e nei cerchi, oltre che nell’albero di trasmissione e nei bracci delle sospensioni.
Non solo leggera, ma anche potente: il motore V10 aspirato (lo stesso della Gallardo LP570-4 Superleggera) eroga infatti una potenza di 570 CV e una coppia di 540 Nm, raggiunge la velocità massima di 350 km/h e il suo rapporto peso/potenza (1.75 kg/CV) permette di raggiungere la velocità di 100 km/h in soli 2.5 secondi. Quest’ultimo dato la accomuna alla Bugatti Veyron, che nonostante ciò presenta una massa e una potenza pari al doppio della Sesto Elemento.
Un’auto quindi che preferisce alla ricerca della massima potenza la diminuzione del peso ottenendo risultati sorprendenti e che è stata definita dalla stessa casa costruttrice una “dimostrazione di tecnologia”, di quanto Lamborghini possa essere competitiva ed efficiente nella lavorazione e nell’impiego della fibra di carbonio.
Ridurre il peso è il nuovo punto di partenza per le auto sportive per contenere i consumi, le emissioni di CO2 e migliorare le performance. Uno dei punti di forza della fibra di carbonio è che permette di integrare più elementi in un unico blocco: la parte anteriore e posteriore della carrozzeria infatti sono rispettivamente modellati in un unico pezzo chiamato dagli ingegneri “cofango”, dall’unione di cofano e parafango. Questo è già stato fatto sulla Lamborghini Miura nel 1966, il cui retro è costituito da un’unica parte. Il “cofango” viene assemblato col resto della vettura tramite ganci facilmente removibili, che consentono un rapido smontaggio. Inoltre viene utilizzato il principio della monoscocca per cui il telaio è costituito da un pezzo unico in fibra di carbonio, caratteristica che conferisce alla vettura una elevata sicurezza in caso di urti, modellato grazie all’innovativa tecnologia “forged composite”, impiegata per la prima volta sulle automobili, che permette di ottenere il componente desiderato tramite un solo processo pressando il materiale in uno stampo; inoltre è applicato un metodo proveniente dall’industria tessile che prevede di intrecciare diagonalmente le fibre su differenti livelli.
www.carmagazine.co.ukOltre ai materiali, al fine di alleggerire l’auto, Lamborghini ha optato per un minimalismo evidente negli interni come nelle rifiniture: ogni elemento è infatti indispensabile e ha una chiara funzione. Ad esempio le due strisce verticali presenti nella parte anteriore aumentano la robustezza della struttura e guidano l’aria direttamente al radiatore e ai freni per assicurare condizioni di funzionamento eccellenti anche in situazioni di gara impegnative: l’aria passa infatti attraverso due aperture triangolari sul cofano e delle prese sui pannelli laterali.
Sulla carrozzeria della Sesto Elemento è ben visibile il carbonio in quanto essa è stata rifinita con una verniciatura trasparente, ma non è solo nera: infatti durante la fase finale di lavorazione sono stati aggiunti cristalli rossi alle fibre grazie alle nano-tecnologie. L’auto acquisisce così un bagliore rosso e la superficie si rivela particolarmente robusta.
Le esperienze precedenti con la fibra di carbonio in Lamborghini sono diverse: a partire dal telaio per la Countach nel 1983 e proseguire con gran parte della Murcielago e il pannello che copre il motore della Gallardo.