F40: l’ultimo capolavoro di Enzo Ferrari

ferrari f40

wallpaperscraft.com

Nel 1987, per celebrare i quarant’anni del prestigioso marchio modenese, venne progettato un modello nuovo e unico nel suo genere, conosciuto come Ferrari F40, l’ultimo modello prodotto quando il celebre fondatore della casa automobilistica, Enzo Ferrari, era ancora in vita.

La Ferrari F40 è alimentata da un propulsore montato posteriormente in posizione centrale longitudinale comprendente 8 cilindri a “V” di 90° gradi, di cilindrata pari a 2936,25 cc, alesaggio 82 mm con corsa di 69,5 mm, aveva quattro valvole per cilindro, doppi alberi a camme in testa per bancata di cilindri comandati da una cinghia dentata per ogni lato della “V”, lubrificazione a carter secco; la sovralimentazione (abbandonata dalla casa automobilistica per gli anni successivi e recentemente ripresa sul nuovo modello della Ferrari California T) era gestita da due turbocompressori raffreddati ad acqua prodotti dalla IHI che insufflavano l’aria dell’aspirazione a 1,1 bar, attraverso una coppia d’intercooler Behr, con un sistema integrato d’iniezione/accensione prodotto da Weber-Marelli IAW:

ferrari.com

La potenza dichiarata era di 478 CV(352 kW) a 7000 giri/min, sviluppava una coppia massima di 577 Nm a 4000 giri/min con un rapporto di compressione di 7,7:1.

Il blocco del differenziale era montato nella parte posteriore del motore, assieme al cambio di velocità con cinque marce sincronizzate. A richiesta era disponibile un cambio sportivo senza sincronizzatori, per i clienti che desideravano portare all’estremo il concetto di vettura da corsa utilizzabile anche su strada.

La scocca della F40 è a traliccio tubolare in acciaio con sezione anteriore a deformazione progressiva per migliorare la rigidità, inoltre gli elementi compositi furono fissati al telaio mediante un adesivo speciale, ottenendo un ulteriore irrobustimento dell’insieme; il telaio fu interamente realizzato con materiali compositi come kevlar e fibra di carbonio ed i finestrini laterali in plexiglas (la prima vettura stradale a marchio Ferrari ad essere realizzata con questo tipo di materiali).

Il design della scocca fu affidato alla celebre ditta Pininfarina che ne plasmò le forme, adattandole all’esigenza sportiva (ma soprattutto aerodinamica) che il modello richiedeva.

L’impianto frenante era costituito da grandi freni a disco forati e ventilati muniti di doppio circuito idraulico e privi di servo assistenza. Le sospensioni erano indipendenti con bracci oscillanti realizzati in tubolare d’acciaio, molle elicoidali, ammortizzatori idraulici, barra anti rollio anteriore e posteriore. Nel corso del periodo di produzione fu introdotta la possibilità di richiedere il sistema di sospensioni ad altezza regolabile, munito di controllo elettronico.

Per quanto riguarda gli esterni, la F40 presenta un profondo spoiler anteriore di gomma nera, luci d’ingombro laterali site nella scanalatura della carrozzeria, dotata anche di un inserto di gomma nera nella sezione di coda, e luci d’ingombro posteriori laterali poste sui parafanghi, sopra la scanalatura già menzionata.

ferrari.com

L’unico comfort di bordo era rappresentato dall’impianto dell’aria condizionata fornito di serie. Per il resto l’interno era totalmente spartano: erano presenti una coppia di sedili sportivi ricoperti da una stoffa rossa, il rivestimento del padiglione, plancia e tunnel ricoperti di materiale fonoassorbente e un tappetino di gomma sul pavimento del posto guida. Tutte le rimanenti superfici erano di materiale composito a vista, con qualche elemento verniciato. Non erano previsti alzacristalli elettrici: c’era una semplice manovella sul pannello portiera oppure, sui primi esemplari, i pannelli scorrevoli di plastica trasparente.

ferrari.com

Per aprire gli sportelli dall’interno occorreva tirare un cavetto, sito nelle tasche dei pannelli portiera. Il pilota aveva a disposizione un volante a tre razze di color nero satinato con il rivestimento della corona realizzato in pelle, i pedali di comando erano di alluminio forato. Questi interni minimalisti accentuarono la sensazione di auto da competizione utilizzabile anche su strada e la resero unica nel suo genere.