Ebbene sì! L’automobile che ha segnato un’intera epoca, fatto sognare miliardi di persone e regalato innumerevoli emozioni, ri-tornerà, letteralmente, dal passato. Prima di analizzare questo epico ritorno, scopriamo la sensazionale storia che c’è dietro la DeLorean DMC.
La maggior parte di noi la ricordano per via dell’intramontabile trilogia de “Ritorno al futuro” (o “Back to the Future“) ideata da Bob Gale e Robert Zemeckis, prodotta da Steven Spielberg in persona ed infine distribuita dalla Universal Studios.
La storia inizia nel 1975 con il brillante progettista americano della General Motors, John DeLorean, il quale fondò nello stesso anno la DeLorean Motor Company (DMC). L’idea alla base del tanto discusso “padre fondatore” della DMC era quella di realizzare una coupè sportiva abbordabile, economicamente parlando.
Tutto ciò non poteva realizzarsi senza l’aiuto di William T. Collins, capo ingegnere e disegnatore alla Pontiac, il quale progettò quello che sarebbe divenuto il primo vero prototipo della DeLorean DMC-12, nell’Ottobre del 1976.
Inizialmente il progetto prevedeva l’adozione del propulsore rotativo Wankel. La scarsità mondiale di petrolio di quei anni, nonché la necessità di produrre un veicolo a bassi consumi, spinsero i costruttori della DeLorean ad utilizzare un V6 Douvrin PRV a iniezione.
Collins e DeLorean lavorarono a lungo all’installazione di una tecnologia non collaudata di chassis per automobili: ERM (Elastic Reservoir Moulding). La tecnologia riusciva a sfoltire le masse e ridurre il peso dell’intera struttura del telaio. Purtroppo però fu un buco nell’acqua, in quanto l’ERM non era adatto alla produzione a larga scala.
E ancora..
La collaborazione ingegneristica raggiunse l’apice con l’ingegner Colin Chapman, fondatore e proprietario della casa automobilistica Lotus.
Fondamentale fu l’intervento di Chapman, il quale avendo molta esperienza nell’ambito della progettazione automobilistica di coupè sportive, riuscì a risolvere i dubbi legati alla produzione dell’unico modello della casa DMC: la DeLorean stessa.
Sospensioni e Chassis adottate furono le stesse della Lotus Espirit.
La linea sportiva e futuristica nacque dalla mano del mitico Giorgetto Giugiaro, designer e imprenditore italiano. Successivamente alla Lotus Esprit, Giugiaro disegnò la DeLorean prendendone spunto.
La linea futuristica venne accentuata da una superficie esterna in acciaio inossidabile e portiere ad apertura ad ali di gabbiano: Fu una delle prime automobili ad adottarle.
La DMC-12 è dotata di un propulsore PRV V6.
PRV sta per Peugeot, Renault e Volvo, in quanto il propulsore stesso è un derivato del Volvo B28F, alimentato da un sistema all’avanguardia di iniezione: Bosch K-Jetronic.
Come si intuisce dalla sigla, è un motore 6 cilindri a V a 2,85 L di cilindrata. Alesaggio X corsa abbiamo 91mm X 73mm. Rapporto di compressione basso per favorire maggior potenza: 8,8:1. Infatti il monoblocco e testate in lega leggera e il singolo albero a camme per testata, favoriscono un’erogazione di 95 kW (circa 130 Hp) a 5,500 giri/min e con Coppia Motrice pari a 208 Nm a 2,750 giri/min. Non male per una vettura non-supercar degli inizi anni ’80.
Consumi? La casa dichiara 19 mpg (miglia per gallone USA): siamo intorno ai 8,2 km/l. La fasatura di natura “fissa” e l’arretratezza tecnologica di quei anni sull’ottimizzazione della trasmissione del moto, non favorirono i consumi.
La DMC-12 montava due differenti cambi: Automatico a 3 rapporti di velocità e Manuale con 5 rapporti con rapporto finale 3.44:1. La maggior parte dei circa 9.500 esemplari prodotti monta quello manuale; lo stesso adottato dalla Renault 30.
Il gruppo differenziale-trasmissione è posto nell’avantreno tra i due semiassi anteriori.
Lo Chassis e sospensioni riprendevano in buona parte la struttura della Lotus Esprit. La DMC-12 era dotata di sospensioni indipendenti a quadrilatero sull’anteriore e di un sistema multi-link al posteriore. Il sistema Multi-link (o a “bracci multipli”) garantisce miglior capacità d’assorbimento di urti e vibrazioni rispetto al quadrilatero: tipiche sul posteriore, garantiscono maggior handling di guida.
Le sospensioni di tutte le quattro ruote erano dotate di molle a spirale e ammortizzatori “telescopici”.
La DMC-12 era dotata di un impianto frenante servo-assistito con dischi da 254 mm sull’anteriore e 267 mm al posteriore (per via della trazione posteriore).
Il servosterzo del volante prevedeva 2,65 giri per intero della corsa. L’auto riusciva a girare su sè stessa in soli 10 metri, intesi come diametro massimo di sterzata.
Si muove su pneumatici Goodyear NCT radiali e cerchi anteriori da 14” e posteriori 15”. Il motore era montato sull’estremità posteriore, ecco perchè per l’equilibratura delle masse i pesi vennero divisi disequamente: 35% sull’avantreno e 65% sul retrotreno.
La DeLorean era ed è l’icona del futuro, della sportività; il tutto reso leggendario proprio grazie alla saga fantascientifica/futuristica (per l’appunto) di “Ritorno al Futuro“.
La meccanica non era avanzata quanto quella di una supercar, ma c’è da ricordare che il fine di DeLorean era proprio quello di creare una coupè/sportiva di classe media che rimanesse impressa nella mente di tutti.. e possiamo affermare che è riuscito nell’intento.
Vediamola internamente:
E ancora..
La nuova DeLorean Motor Company, azienda fondata in Texas nel 2007, ha acquisito i diritti della precedente DMC, ormai fallita, fornendo servizi di restauro dell’intramontabile DeLorean e vendita aftermarket di pezzi di ricambio.
La DeLorean Motor Company avrebbe deciso di ri-avviare la produzione della DMC-12, in versione limitata chiaramente. Il tutto dovrebbe partire proprio nel 2017.
Come sara?
Sotto il cofano non ci sarà più l’ormai arretrato PRV V6, in quanto per una questione legata alle normative anti-inquinamento e alle migliorie tecniche dei propulsori, è sensato supporre una collaborazione con GM (General Motors) o Ford.
Questa gloriosa rinascita è resa possibile grazie alla recente legge americana:“Low Volume Motor Vehicle Manufacturers Act”. Quest’ultima consente ai piccoli produttori di automobili di soddisfare le norme antinquinamento mediante l’installazione di un motore e sistema di controllo delle emissioni approvato dalle autorità per altri modelli, evitando le lunghe e costosissime attese, autorizzazioni e omologazioni necessarie.
A voi i commenti con questi concept futuristici legati alla DMC-12. Un giorno, forse tra trent’anni, potrebbero realizzarsi:
E’ proprio il caso di dirlo: Grande Giove!!