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Formula 1 2017: i circuiti più impegnativi per i freni

“I rettilinei sono soltanto i tratti noiosi che collegano le curve.” La citazione dell’ex pilota di Formula 1 Stirling Moss sintetizza perfettamente il fascino che hanno le varie curve nelle corse automobilistiche. Nei vari tracciati, appunto, è impossibile trovare due curve praticamente identiche. Infatti, se anche alcuni parametri come la velocità di ingresso in curva, la pendenza o l’angolazione possono sembrare simili, ci saranno sempre altre variabili come la temperatura ed il grip a differenziarle.

Per quanto riguarda i circuiti del Mondiale 2017 di Formula 1, i tecnici Brembo hanno stilato una classifica. Questa indica quelli più impegnativi per l’impianto frenante delle monoposto con una scala da 1 a 10, in base all’affaticamento prodotto sui freni.

Dati Brembo Formula 1 2017: le variabili prese in considerazione

PH: brembo.com

La classifica dei vari GP in base all’incidenza sulle frenate è nata combinando una serie di valori numerici e non sull’utilizzo e lo stress dei freni. Infatti, per esempio è totalmente diverso usare i freni sul circuito messicano Hermanos Rodriguez rispetto a quello inglese di Silverstone. In Messico la temperatura dell’asfalto raggiunge spesso i 50° C. I dischi sono costretti a lavorare spesso a temperature che arrivano a 1000° C. Per evitare problemi, Brembo ha creato un disco con 1400 fori che permettono una maggiore ventilazione. A Silverstone si ha un problema diametralmente opposto. Infatti, la temperatura dell’aria quasi mai sopra i 20° C può portare al “grazing” (vetrificazione) del materiale d’attrito e di conseguenza una non idonea performance in frenata.

Classifica circuiti Formula 1 in base allo stress sui freni

PH: brembo.com

I circuiti di Singapore, Città del Messico, Montreal e Abu Dhabi sono stati classificati “Very Hard” con il massimo valore su una scala da 1 a 10. Appena sotto con 9/10 c’è il circuito del Bahrain classificato “Hard” come anche i circuiti che hanno ottenuto 8/10. Si tratta di Baku, Melbourne, Sochi, Spielberg e Monza. Le piste classificate “Very Easy” (Silverstone, Suzuka e Interlagos) hanno comunque ottenuto 4/10 che indica comunque la possibile presenza di piccole criticità. L’innovazione tecnologica di Brembo ci permette di considerarli tranquillamente problemi di lieve entità.

 

PH: brembo.com

Il numero di frenate per singolo giro, ad esempio non indica sempre un possibile maggiore stress per i freni. La pista di Montreal è classificata “Very Hard” con sole 7 frenate per giro. A Montecarlo, invece, i piloti devono frenare ben 12 volte ma la pista è stata classificata “Medium”. Questo perché nel circuito monegasco le staccate sono ben distanziate tra loro e permettono un buon raffreddamento dell’impianto frenante. Ciò non avviene a Montreal, dove le 7 staccate molto ravvicinate sono chiamate “stop and go” e non garantiscono un adeguato raffreddamento.

L’influenza della potenza di staccata e della forza g di decelerazione

Un’altra variabile da prendere in considerazione è rappresentata dalle decelerazioni massime affrontate. A Montecarlo le monoposto non arrivano mai a 300 km/h. Di conseguenza la forza g di decelerazione non va oltre i 4,7 g. L’opposto avviene a Monza perché ci sono ben 4 punti dove vengono raggiunti i 340 km/h. Ovviamente, la forza g di decelerazione raggiunge dei valori importanti. Anche la potenza di staccata incide sull’impianto frenante. Infatti, sul circuito di Sochi raggiunge i 2435 KwH e va oltre i 2000 in 6 punti del tracciato. A Monaco questo avviene solo in 2 curve, con un valore massimo di 2180 KwH. Da questi dati si evince che gli impianti frenanti delle monoposto di Formula 1 sono davvero complessi. Devono essere efficienti nelle condizioni più disparate e Brembo, grazie all’esperienza maturata negli ultimi anni, rappresenta un’azienda al top tra quelle che producono impianti frenanti per i grandi eventi automobilistici.