Noi di Vehicle Close-up Engineering abbiamo trattato, nella prima parte di questo approfondimento (che potete trovare in fondo all’articolo), quello che sarà il futuro legato all’Automotive e al veicolo in generale.
In questa seconda e ultima parte dell’approfondimento riguardo gli pneumatici, ci preoccuperemo di analizzare come si è evoluto questo fondamentale componente e in che modo i progettisti danno vita ad un battistrada. Secondo gli esperti, saranno proprio gli pneumatici del futuro a segnare l’inizio di una nuova era per la mobilità.
E’ evidente come negli ultimi anni si sta spingendo molto per l’e-mobility. I dati parlano chiaro e le normative recenti spingono gli ingegneri a migliorare sempre più i consumi, le emissioni e la sicurezza nella guida. Tutto ciò non riguarda esclusivamente la parte propulsiva di un veicolo, anzi, ci sono innumerevoli aspetti trascurati negli ultimi anni, proprio come gli pneumatici.
Gli pneumatici, come tutti ben sappiamo, sostengono il veicolo, ne comportano la stabilità e soprattutto l’efficacia frenante. Una buona percentuale di incidenti si verifica proprio per causa loro, o meglio dire, a causa di una mancata attenzione da parte del guidatore: Battistrada usurato, pressione dello pneumatico non-ideale, misure e caratteristiche geometriche non omologate, scarsa qualità della mescola adottata.
L’ultimo punto va precisato. Ciò non significa che l’azienda può vendervi un prodotto scadente; certo, ci sono prodotti di serie A e prodotti di serie B, tuttavia nell’ultimo punto si fa riferimento ad una delle caratteristiche fondamentali dei pneumatici: il tipo di mescola.
Ci sono pneumatici adatti per determinate condizioni d’esercizio, stagioni e condizioni climatiche. Così come nella Formula1:
Nella realtà quotidiana troviamo: pneumatici 4-stagioni (“adatte” per l’intero anno), pneumatici invernali ed estivi.
Ecco uno schema identificativo legato alle caratteristiche fondamentali di un qualsiasi pneumatico esistente al mondo.
Inizialmente gli pneumatici erano dotati di camera d’aria, ciò presentava problemi nell’omogenizzazione della pressione interna e in caso di foratura si rimaneva davvero “a terra”.
Michelin brevetta nel 1930 il TubeLess, vale a dire uno pneumatico in cui l’aria, o del gas (maggiormente utilizzato), veniva trattenuta all’interno della struttura del pneumatico, senza l’utilizzo della camera d’aria (Tube-Less, per l’appunto). La struttura dello pneumatico è prevalentemente caratterizzata da fili d’acciaio o Kevlar ad alta resistenza, in una matrice gommosa. Il TubeLess, in caso di foratura, permette tempi di sgonfiaggio dello pneumatico abbastanza lunghi.
Ultimo passaggio per approdare all’innovativo presente: Pneumatici AirLess.
La tecnologia ha applicazioni effettive ed efficaci nel mondo AutoMotive solo negli ultimi anni, tuttavia l’idea, abbastanza rudimentale, nasce nel 1942. In figura vi è la “ruota autarchica” realizzata dalle Officine Viberti nel 1942. E’ nata per cercare di limitare l’usura della mescola, in quanto, in quei anni, vi era un problema legato all’approvvigionamento.
Interessante anche questa soluzione adottata dal costruttore aerospaziale Grumman. La struttura è completamente metallica.
Bridgestone e Michelin hanno reso possibile l’applicazione della tecnologia AirLess su macchine operatrici e solo recentemente su automobili.
Dare vita ad uno pneumatico è come un’opera d’arte: è frutto di bilanciamento, tanta tecnica ed estetica. Le scuole di pensiero sono svariate, tuttavia, in fase di progettazione, gli ingegneri seguono un iter abbastanza chiaro e definito.
Per quanto riguarda il disegno del battistrada si seguono dei principi, i quali sono funzione delle condizioni dell’asfalto e del clima.
Con l’asfalto asciutto, bisogna disegnare il battistrada con un’impostazione tale da garantire un’elevata rigidezza nel contatto. Migliore sarà il valore ottimale raggiunto, maggiore sarà la confidenza in curva e di conseguenza la tenuta.
Al contrario, la presenza di intagli e lamelle marcati sul disegno del battistrada, amplificherà l’effetto di deflusso d’acqua.
Infine, il disegno del battistrada può differenziarsi in:
Dopo anni di ricerca e sviluppo, Michelin è in grado di presentare il primo pneumatico “ricaricabile“(sì avete capito bene), economico, sicuro ed ecologicamente sostenibile. Ecco a voi Vision:
Questa sensazionale tecnologia, firmata Michelin, potete trovarla nella prima parte dell’approfondimento Vehicle Close-up Engineering, non perdetela :
==> https://vehicle.closeupengineering.it/michelin-on-the-future-vision-lo-pneumatico-ricaricabile/10636/