Il Dynamic Performance Control è un sistema, implementato dalla casa tedesca BMW, che consente di controllare e modificare in maniera opportuna i momenti torcenti agenti sui semiassi, a seconda delle condizioni di marcia.
Esso presenta al suo interno, un tipo di differenziale (che necessita di un’intelligenza separata per la sua gestione) detto “attivo”, in quanto, grazie all’elettronica di controllo, si può intervenire sul dispositivo in modo da migliorare l’esperienza di guida (a vantaggio della stabilità) e correggere eventuali effetti sottosterzanti, che affliggono (in fase di accelerazione e rilascio) sia i differenziali “standard”, sia il Salisbury.
Sezionando l’interno di questo dispositivo, si possono osservare i suoi elementi costitutivi; troviamo (analizzando metà di esso, la parte opposta è speculare) un freno (elemento giallo sulla sinistra della figura sottostante) interposto tra il telaio del differenziale “attivo” (il telaio del veicolo) e il portasatelliti di un rotismo epicicloidale aggiuntivo, rispetto a quello del differenziale “standard”, che si trova al centro, e a monte del quale vi è un riduttore a ruote coniche.
Dalla precedente descrizione si evince che tale dispositivo, può essere schematizzato come un differenziale “standard” a ruote coniche unito ad un rotismo epicicloidale e ad un freno, come mostrato nello schema seguente:
Per semplificare la trattazione, si schematizza il rotismo epicicloidale come un rotismo a due gradi di libertà (!):
Considerando tauo il rapporto di trasmissione del rotismo ordinario, associato al rotismo a due gradi di libertà (!), si ricava la seguente relazione:
Analizziamo cosa succede al differenziale nelle sue varie condizioni di funzionamento.
Rettilineo:
Le omega sono le velocità angolari delle ruote dentate, dei vari rotismi. In tale condizione (in caso ideale) si ha che il portasatelliti del differenziale “standard” eguaglia la velocità del semiasse destro (consideriamo solo la metà destra), si ottiene quindi:
Trascurando l’attrito nel differenziale e considerando i vincoli indipendenti dal tempo, posso impiegare tale relazione:
Curva a sinistra (caso di trazione):
Sia Mo il momento applicato al portasatelliti del differenziale “standard”, M1 ed M2 i momenti torcenti applicati ai due semiassi, Wo la velocità angolare del portasatelliti rispetto al telaio.
Nel caso di un differenziale con Dynamic Performance Control, per semplificare lo studio di tale condizione (curva a sinistra, in trazione) faccio le seguenti considerazioni:
1) Applico il momento Ma sulla ruota a della seconda schematizzazione (!), e quindi –Ma (vettore rivolto verso sinistra) sul portasatelliti del differenziale “standard” (primo schema);
2) L’albero azzurro applica su b (del secondo schema!) Mb (vettore diretto verso sinistra), ciò implica che b fornisca all’albero azzurro il momento Mb (diretto verso destra), il quale, può essere visto come – Mb (vettore diretto verso sinistra); quindi in definitiva si ha –Mb (diretto verso sinistra) sul semiasse destro (il semiasse 2).
Si ottiene la seguente configurazione (ç):
In questo articolo vi abbiamo dimostrato come, con l’aggiunta di un freno e di un rotismo epicicloidale, si possa risolvere il problema derivante dall’applicazione di un momento torcente maggiore, sul semiasse interno alla curva. Quindi con questo sistema, si riesce all’occorrenza, a garantire maggiore stabilità del veicolo marciante, rispetto ad un differenziale “standard” e ad anche rispetto al Salisbury.
Di contro, l’aggiunta di tali elementi comporta la necessità di un sistema di controllo elettronico, dotato di sensori che consentono l’innesto/disinnesto del freno e controllano le velocità angolari di tutti gli elementi, con un conseguente maggior costo di progettazione, manutenzione ed un incremento della complessità generale.