Secondo quanto riportato da alcune testate giornalistiche, i motori diesel euro 6 inquinerebbero di meno rispetto ai motori elettrici. Un articolo simile è stato addirittura pubblicato su “Il Fatto Quotidiano” e quanto accaduto ha lasciato un po’ perplessi, o meglio, non è stato spiegato tutto nella sua interezza.
L’idea che i diesel fossero più ecologici, è figlia di una riunione fatta dall’UNRAE (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri) il 15 maggio 2018, che ha visto la partecipazione di due ricercatori del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche). Ciò che è stato portato alla riunione sono dei dati che non confermano affatto ciò che è stato pubblicato in queste settimane dalle varie testate. Nei dati, però, non si parla di motori elettrici che inquinano maggiormente o cose simili, ma semplicemente sono state discusse nuove norme, controlli e metodologie per migliorare le emissioni delle vetture diesel nei prossimi dieci anni.
Uno dei due ricercatori, Carlo Beatrice, che ha riportato il tutto su delle apposite slide, ha commentato affermando che dover aggiornare il sistema energetico dei trasporti è abbastanza urgente, ma elettrificare eccessivamente la mobilità, per ridurre l’inquinamento, non farebbe altro che spostare le sorgenti che rilasciano la CO2 dai veicoli alle centrali.
È proprio quest’ultima frase ad aver creato allarmismi e dunque l’origine di quei titoli. Tuttavia, il vero messaggio che si cela in quelle parole è che se oggi, con le nostre attuali tecnologie, utilizzassimo solo auto elettriche, otterremmo semplicemente che l’inquinamento che abbiamo nell’aria, si sposterebbe nelle zone in cui viene generata l’elettricità per la mobilità di tali veicoli.
Iniziamo a definire alcune sigle che ci torneranno utili più avanti: BEV è l’acronimo di Battery Electric Vehicle, ovvero è un’auto (più in generale un qualsiasi veicolo), mossa da un motore elettrico alimentato da batterie. Con FCEV, invece si intende Fuel Cell Electric Vehicle, ovvero l’energia per il motore elettrico viene generata da celle a combustione che a loro volta sono alimentate da Ossigeno e Idrogeno.
La principale differenza funzionale tra le due, secondo quanto riportato sul grafico di sotto è che le BEV sono ottime per le strade urbane e extraurbane di medio raggio, ad esclusione dei veicoli di segmento C che possono sfruttare un’autonomia di 500 km. Le FCEV, invece, hanno un rapporto peso/potenza migliore delle BEV, hanno autonomie migliori e i costi sono più bassi.
Un altro grafico di importante analisi è il seguente:
Sul grafico, si possono vedere le emissioni di CO2, distribuite nelle varie fasi del ciclo di vita: produzione veicolo con batteria inclusa, produzione di 1 batteria di ricambio, emissioni di CO2 per 168 mila chilometri ed erogazione carburante.
Si può notare che le due colonne di BEV 2012 e veicoli a benzina hanno la stessa altezza, il che vuole dire stesse emissioni di CO2. I motori diesel, presentano una colonna più bassa, ma è comunque più alta di tutti gli altri propulsori considerati. Inoltre, la CO2 non è l’unico composto da prendere in considerazione. Di notevole importanza è anche il NOx: con questa sigla si indicano gli ossidi di azoto generici, e come riporta Wikipedia, sono sottoprodotti durante una combustione che avviene utilizzando aria (dal camino a legna, al motore delle automobili, alle centrali termoelettriche). Le emissioni di NOx non sono prese in considerazione perché i moderni motori euro 6 hanno valori trascurabili. Secondo le previsioni di Carlo Beatrice, i motori potranno godere di inquinamento quasi trascurabile, ma appunto si tratta di previsioni e non di certezze.