Tesla model S 100D. La sigla di questo modello dice già tutto: batteria da 100 kWh e Dual Engine. Si tratta quindi di un doppio motore elettrico, uno per l’asse anteriore, l’altro dedicato a quello posteriore. Centinaia di cavalli motore di potenza che ti permettono di raggiungere i 100 km/h in meno di 5 secondi.
Lunga 4979 mm, larga 2187 mm e con un altezza di… no aspettate, queste informazioni le potete trovare praticamente ovunque. Invece voglio parlarvi della mia esperienza, del mio breve ma intenso test drive a Monza con Tesla.
Cercherò quindi di trasmettervi le sensazioni di un ragazzo di 22 anni che ha appena vissuto un’esperienza a bordo di una Model S.
Sì, salire a bordo di una macchina da 100.000 € è un lusso, ma mettersi alla guida è un privilegio non concesso a tutti.
Ci si accorge fin da subito del tipo di mezzo su cui si sta salendo: le maniglie delle portiere infatti sono inizialmente retratte, pronte ad estrarsi soltanto se rilevano la presenza delle “chiavi” della macchina (certo, ovviamente non si tratta di vere chiavi), per poi ritrarsi nuovamente con il veicolo in movimento.
Questa scelta, oltre ad essere un tocco innovativo di design, si rileva un’ottimizzazione dell’aerodinamica. Infatti insieme alla forma studiata per gli specchietti, all’assenza del radiatore, e a tantissimi altri particolari di cui sicuramente non mi sono accorto, il coefficiente di resistenza di Model S è tra i minori nell’attuale automotive, con un valore di circa 0.24.
Una volta entrati nell’abitacolo si è sovrastati dal touchscreen da 17″ (enorme) che riduce al minimo la presenza di tasti e bottoni. Ho notato infatti soltanto il classico pulsante delle quattro frecce e qualche controllo al volante, mentre tutti gli altri comandi sono integrati nel touchscreen, dal controllo del climatizzatore, fino alle luci e alla regolazione delle sospensioni.
Purtroppo rimango ancora un po’ scettico rispetto alla scelta di voler implementare tutti i comandi in un unico computer di bordo. Ritengo che la necessità di navigare tra tutte le funzionalità possa distrarre eccessivamente dalla guida, nonostante una giusta dose di chilometri possa comunque rendere il tutto più automatico e diretto.
Lo devo ammettere, ad un certo punto avrei preferito mettere la freccia a sinistra ed entrare a pieno gas con la Model S in parabolica. Sfortunatamente son dovuto rimanere sulla provinciale dominata da autovelox e semafori vari. Poco importa però, passare da 0 a 50 km/h in qualcosa come 2 secondi è comunque spettacolare.
In situazioni di elevato traffico, o in autostrada, può diventare molto utile e comodo l’inserimento dell’Autopilot. Un’ottima mossa di marketing da parte di Tesla per la scelta del nome dato che ovviamente non si può ancora parlare di un vero pilota automatico, ma “soltanto” di una guida particolarmente assistita.
Il sistema infatti è in grado di accelerare, frenare e sterzare in completa autonomia, mantenendo sempre le distanze di sicurezza e rispettando i limiti di velocità. Questo però non mi ha permesso di rilassarmi completamente, o peggio, di distrarmi, poiché è comunque richiesto il contatto con il volante.
Date le prestazioni in termini di accelerazione e di velocità massima raggiungibile (autolimitata a circa 250 km/h,) potreste pensare ad un sistema frenante particolare. In realtà non sono nemmeno necessari dei dischi carbo-ceramici, anche perchè difficilmente si raggiungerebbero le corrette temperature di esercizio data la presenza della frenata rigenerativa.
Frenata rigenerativa della Model S che risulta particolarmente efficiente, quasi da escludere del tutto l’utilizzo del pedale sinistro. All’inizio può risultare addirittura invadente ed eccessiva, ma come ad ogni nuova tecnologia, ci si abitua rapidamente anche a questa. Soprattutto se si pensa che così facendo si usurano meno le pastiglie dei freni (chi non vorrebbe risparmiare sulla manutenzione?), oltre a recuperare parte dell’energia altrimenti persa con dissipazione di calore.
Tutto sommato si è trattata di un’ottima esperienza; la prossima volta però mi aspetto di poterla spingere un po’ di più, dando sfogo a tutto il suo potenziale.
Vi lascio infine con qualche altra foto di Model 3 e Model X presenti all’evento.