Meglio aspettare o meglio andare a piedi? Questo è il classico dilemma che assale chiunque si trovi alla fermata in attesa di un autobus che tarda ad arrivare. Alcuni preferiscono incamminarsi subito, per evitare di sprecare inutilmente una quantità di tempo che a priori non si è in grado di conoscere.
Altri, decisamente più pigri (o astuti, a seconda dei punti di vista), restano tranquilli ad attendere il prossimo autobus, consapevoli che la velocità di quest’ultimo è nettamente superiore a quella che loro manterrebbero procedendo a piedi.
E poi c’è chi decide di adottare una strategia mista: aspettare per un po’ alla fermata e successivamente incamminarsi, qualora il mezzo non sia giunto dopo pochi minuti (salvo vedersi superare dall’ autobus lungo la strada, esattamente a metà tra la fermata che si è deciso di abbandonare e la fermata successiva!).
Qualche anno fa, alcuni studenti di Harvard hanno modellizzato matematicamente il problema, affrontandolo in modo scientifico. La prima conclusione (ovvia) a cui sono pervenuti è che la risposta al quesito ruota attorno a due concetti chiave: il tempo di attesa e il tempo effettivo che si guadagna andando in autobus (differenza tra il tempo necessario a raggiungere la destinazione a piedi e quello necessario per compiere il medesimo tragitto in autobus). Se il primo è inferiore al secondo, allora, chiaramente, conviene aspettare il prossimo autobus; in caso contrario, è senza dubbio preferibile mettersi le gambe in spalla e non attendere un minuto in più. Se, ad esempio, per raggiungere la destinazione a piedi sono necessari 40 minuti, mentre con i mezzi pubblici ne servono 15, saremo disposti ad un’attesa massima di 25 minuti (oltre i quali, andremo subito a piedi).
Il problema è che stimare il tempo di attesa nell’istante in cui si giunge alla fermata, non è così semplice. È vero che numerosi sistemi informativi basati su GPS e telecomunicazioni ci vengono in aiuto nella determinazione di tale stima ma, spesso, questo genere di informazione non è disponibile per cui fare quella stima è un po’ come prevedere il numero di goal che saranno segnati in una partita di calcio che non si è ancora giocata.
È proprio qui che entra il ballo l’analisi degli studenti di Harvard di cui parlavo prima. La seconda conclusione cui sono pervenuti, dopo uno studio scientifico del comportamento dei tempi di attesa alla fermata e svariate simulazioni del problema con dati reali, è che, statisticamente, conviene sempre aspettare!
Escludendo i casi limite (viaggio molto breve o tempi di attesa eccezionalmente lunghi per scioperi dei trasporti, blocchi stradali o impedimenti di altra natura), è sempre meglio assecondare la nostra pigrizia e attendere con fiducia l’arrivo del mezzo.
Come conferma il grafico spazio (s)-tempo (t) nella figura in alto: per quanto a lungo si aspetti e per quanto l’autobus incominci il percorso solo dopo un certo tempo di attesa, viaggerà comunque ad una velocità tale da farci arrivare a destinazione prima di quanto avremmo potuto fare andando a piedi. Un ringraziamento al Prof. Vincenzo Giordano per la curiosità.