È il caso di dirlo: meglio tardi che mai. Ogni anno, soprattutto nei periodi estivi, si moltiplicano i casi in cui i bambini vengono dimenticati sui sedili posteriori delle auto dai genitori. La vita frenetica, il lavoro, il capo, gli impegni quotidiani possono giocare brutti scherzi, ma per fortuna intervengono la tecnologia e la normativa sui dispositivi anti abbandono. Dal 7 novembre 2019 è entrato in vigore il decreto a riguardo.
Il dispositivo in sé è universale, adattabile anche ai sedili più vecchi: in alcuni casi infatti, va posto direttamente sotto il sediolino, mentre in altri ci sono dei sensori integrati direttamente all’interno dei nuovi seggiolini per bambini. Dunque, quando si trasporta un bambino in auto è obbligatorio essere muniti di appositi dispositivi anti abbandono.
L’automobilista che non rispetta una serie di condizioni rischia una multa. Le condizioni da rispettare sono:
Basta un punto che non viene rispettato e si rischiano la sanzione amministrativa, che può variare da 83 a 333 euro e 5 punti decurtati dalla patente. Successivamente, se entro due anni dalla prima sanzione, se ne dovesse ricevere una seconda, sempre relativa ai dispositivi anti abbandono, la patente verrà sospesa per un periodo che va dai 15 giorni ai 2 mesi.
Se l’unica “infrazione” commessa è relativa alla mancata autorizzazione da parte del produttore del seggiolino, si dovrà pagare solo un’ammenda dai 40 ai 162 euro.
Alcuni dispositivi anti abbandono sono già in commercio da prima dell’introduzione della norma. Tuttavia, sarebbe opportuno verificare se essi rispettano le normative.
La maggior parte dei dispositivi in commercio fanno il loro dovere e riguardano sia i sistemi indipendenti che quelli integrati. La cosa importante è che qualsiasi sistema si utilizzi, esso si deve:
Purtroppo, una grossa fetta dei seggiolini in commercio, non sono ancora a norma. Infatti, quelli ad esempio con la connessione bluetooth, necessitano che l’automobilista li debba attivare sul proprio smartphone. Questi, rientrano tra i dispositivi anti abbandono che non rispettano l’automatica attivazione. Il bluetooth, infatti, spesso viene tenuto spento sugli smartphone, quindi un automobilista dovrebbe ricordarsi o di tenerlo sempre acceso, o di attivarlo ogni volta che entra in auto con il bambino. Un’altra incongruenza consiste nel fatto che i sistemi adottati non devono alterare le caratteristiche omologative, cosa che, volendo essere estremamente pignoli, non è rispettata nel momento in cui si aggiunge il sensore dopo l’acquisto.
Per ciò che riguarda i sistemi universali (chiamati anche indipendenti) da quelli integrati ci sono importanti differenze. Tra i vantaggi di quelli universali abbiamo che non è necessario cambiare seggiolino, dunque ciò significa che posso acquistare un solo dispositivo e applicarlo su più seggiolini alternatamente, anche quelli più vecchi. L’unico problema di questi sistemi è che manca una normativa efficiente per le dimensioni del sensore da applicare sotto il seggiolino per garantirne la compatibilità universale. Inoltre la “patata bollente” della verifica sulle conformità è passata ai produttori. Questi ultimi indicano che l’unico prodotto compatibile con il seggiolino è proprio quello fabbricato da loro. Dunque, ciò implica che nessun prodotto, in teoria potrebbe essere utilizzabile.
I sistemi integrati sono più pratici, ma altrettanto meno durevoli. La batteria ad esempio si esaurisce dopo pochi anni e il software diventa obsoleto con il passare del tempo. Inoltre funzionano solo con l’utilizzo dell’apposita app, e per attivare il sistema è necessario che l’automobilista chiuda manualmente un cinturino. Poiché non è un sistema automatizzato, anche questo non rispetta a pieno la norma. È facile capire, perciò, che quello che conviene di più è il sistema universale che si adatta a tutti i sedili, anche dal punto di vista economico.