Toyota Mirai 2020 – La Toyota ha tolto i veli alla nuova generazione della sua berlina a idrogeno Mirai, che si rifà in maniera evidente all’omonimo prototipo svelato qualche mese fa. La prima Mirai va in pensione dopo 5 anni di carriera e circa 6000 esemplari venduti.
La nuova Toyota Mirai sfrutta come base la nota piattaforma TNGA (Toyota New Global Architecture). È più grande della serie precedente: misura 4,975 m in lunghezza (+8,5 cm), 1,885 m in larghezza (+7 cm) e 1,47 m in altezza (-6,5 cm). Anche il passo è cresciuto, di 14 cm per la precisione, e arriva a 2,92 m. La linea guadagna slancio rispetto a prima, ma è un aspetto su cui torneremo dopo.
La trazione rimane sulle ruote posteriori, e l’abitacolo è ora in grado di ospitare fino a 5 persone (prima l’omologazione era per soli 4 passeggeri).
Con l’utilizzo della TNGA i progettisti hanno potuto rivedere la disposizione dei serbatoi, che ora sono tre, uno lungo e due corti. Inoltre, aumenta la loro capacità totale: infatti adesso è possibile caricare fino a 1 kg di idrogeno in più. Da ciò l’autonomia ne trae beneficio, e sale del 30 %, arrivando fino a 500 km. A questo risultato concorre anche un miglioramento del sistema propulsivo, che è stato reso più efficiente, oltre che più reattivo.
La linea della nuova Toyota Mirai, come accennato in precedenza, guadagna slancio rispetto a prima. È anche molto più armoniosa, con un migliore raccordo tra i volumi, risultando così anche più elegante. I cerchi sono da 20 pollici con design “a turbina”.
Nella parte frontale campeggia la presa d’aria trapezoidale con listelli orizzontali, sormontata dai fari su due livelli che si prolungano fino alla fiancata. Questa è piuttosto snella e pulita. Il tetto scende dolcemente verso la coda, molto corta, dove troviamo un accenno di spoiler e i fanali a led a sviluppo orizzontale divisi solo dal logo Toyota (su sfondo blu così come avviene sulle ibride).
Anche gli interni hanno subito una rivoluzione: linee sinuose e materiali più pregiati la fanno da padrone, dando la sensazione di trovarsi a bordo di un’automobile di categoria premium.
Il sistema multimediale è tutto nuovo: accanto al cruscotto digitale trova posto un enorme schermo da 12,3 pollici. Questo poggia sulla plancia, che è collegata al tunnel centrale con un originale motivo a L rovesciata, nel quale sono integrati le bocchette centrali del climatizzatore e il joystick del cambio.
Lo spazio a bordo è buono, anche se vi è qualche criticità per i passeggeri posteriori. In particolare lo spazio per la testa potrebbe non essere sufficiente per i passeggeri che superano il metro e novanta di altezza, a causa della forma spiovente del tetto e della presenza del tetto apribile. Inoltre un eventuale passeggero centrale dovrà fare i conti con un tunnel centrale estremamente ingombrante.
La nuova Toyota Mirai sarà disponibile dalla fine del 2020 sui vari mercati, con un prezzo ancora da definire. Possiamo solo ipotizzare che la base di partenza sarà intorno agli 80.000 euro.
Ciò che al momento nel nostro paese ferma la diffusione delle auto a idrogeno è la carenza di disrtibutori. Al momento quelli aperti al pubblico sono solamente due: uno si trova a Bolzano ed è in funzione dal 2014 (rifornisce gli autobus), l’altro si trova a San Donato Milanese ed è in funzione dal giugno del 2019.
Un altro fattore non trascurabile è il prezzo dei veicoli ancora troppo elevato e la poca disponibilità di modelli.
Ricordiamo inoltre che la vendita di auto a idrogeno in Italia è partita solamente a metà 2019, grazie al Governo allora in carica. In particolare è risultato decisivo l’aumento della pressione di stoccaggio massima consentita, passata da 350 a 700 bar. Questa è la pressione necessaria per il riempimento dei serbatoi delle auto a fuel cell di ultima generazione. L’idrogeno rientra così nei piani di sviluppo delle infrastrutture per carburanti alternativi. L’obiettivo è la realizzazione di un adeguato numero di punti di ricarica per questi veicoli entro il 2025. Questo è ciò che si evince dal Dafi, decreto legislativo di attuazione della direttiva 2014/94/UE.