Restrizioni sugli spostamenti: cosa c’è da sapere
La sera di Lunedì 10 Marzo il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha parlato in diretta nazionale per comunicare che tutta l’Italia da Martedì 10 Marzo è ufficialmente Zona Rossa. Un provvedimento che si è reso necessario per cercare di rallentare l’avanzata del nuovo Coronavirus.
Utilizzando le parole del premier Conte, il DPCM firmato lunedì si può riassumere in tre parole: “Stare a casa“.
In questo articolo ci focalizzeremo su quelle che sono le restrizioni sugli spostamenti che le persone possono effettuare. Infatti queste limitazioni hanno generato abbastanza confusione gli scorsi giorni nel Nord Italia, e la situazione potrebbe ora replicarsi nel resto del Paese.
Quando ci si può spostare
Il decreto permette gli spostamenti solamente per «comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità, motivi di salute e rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza».
La prima cosa importante da sapere è che è quindi necessario e obbligatorio giustificare i propri spostamenti attraverso la compilazione di un apposito modulo di autocertificazione che si può scaricare a questo indirizzo. Di questi moduli sono in possesso anche le forze dell’ordine, in questo modo chi viene fermato può eventualmente compilare sul posto tale autocertificazione. È così possibile anche spostarsi di comune in comune, qualora sia necessario.
Anche se ci si sposta all’interno del proprio comune di residenza bisogna essere necessariamente muniti dell’autocertificazione, in ogni caso. Quindi non solo se ci si sposta con i mezzi, ma anche se si è a piedi.
Nel caso dovesse venire accertato che nell’autocertificazione si sono rilasciate dichiarazioni false sono previste pene che vanno da un’ammenda da 206 euro a un periodo di detenzione fino a tre mesi.
Esigenze lavorative
Stando alle parole riportate nel decreto, chiunque abbia necessità di spostarsi per motivi di lavoro può farlo. Non vi sono limitazioni riguardo i mezzi che ciascuno può utilizzare per spostarsi, pubblici o privati.
Il Governo ha agito in questo modo perché non è possibile applicare lo Smart Working a tutte le tipologie di mansioni (pensiamo ad esempio agli autisti dei mezzi pubblici o ai taxisti) e per tutelare un diritto primario quale è quello al lavoro.
Situazioni di necessità
Per quel che riguarda le situazioni di necessità, si fa fondamentalmente riferimento alle uscite per gli acquisti dei beni primari, come i vari generi alimentari.
Motivi di salute
In questa categoria rientrano i viaggi che un cittadino è obbligato a fare qualora debba sostenere una visita medica che sia fuori dal suo comune di residenza. È possibile farlo, sempre con l’autocertificazione.
Ritorno al proprio domicilio
È concesso anche fare ritorno al proprio domicilio, qualora ci si trovasse in un’altra città o paese diverso da quello di residenza.
E il trasporto merci?
Il transito delle merci non ha subito per il momento alcuna limitazione. Quindi le merci possono circolare liberamente in tutto il territorio nazionale, in quanto il trasporto merci rientra tra le esigenze lavorative.
Trasporti pubblici
Gli spostamenti coi mezzi pubblici sono consentiti, purché giustificati (vedi sopra). Su questo punto le regioni potranno prendere decisioni in autonomia e applicare eventuali restrizioni.
I taxi possono circolare liberamente in quanto rientra anche questo servizio tra le esigenze lavorative.
Quando non bisogna assolutamente uscire di casa
Se si è positivi al Coronavirus o sottoposti a quarantena preventiva è assolutamente vietato uscire di casa, per ovvie ragioni.
L’osservanza di queste regole è oggetto di controllo da parte delle forze dell’ordine, con i classici posti di blocco sulle strade (non fissi).
Restrizioni sugli spostamenti: la situazione dei trasporti aerei
L’Enac ha inoltrato ieri al Ministero dei Trasporti la richiesta di chiudere 25 dei 42 aeroporti presenti sul suolo italiano, nell’ottica delle restrizioni sugli spostamenti.
Gli scali che resteranno operativi sono quelli di Ancona, Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Genova, Lamezia Terme, Lampedusa, Milano Malpensa, Napoli Capodichino, Palermo, Pantelleria, Pescara, Pisa, Roma Fiumicino, Torino, Venezia Tessera. A partire dall’ok del Ministero (non ancora arrivato) passeranno un minimo di 48 ore prima che tutto ciò diventi effettivo. Ricordiamo che anche le compagnie aeree hanno in questi giorni fortemente ridimensionato i voli da e per l’Italia.
Nel frattempo la società Aeroporti di Roma ha già comunicato la volontà di chiudere lo scalo di Ciampino a partire da Sabato 14 Marzo e di chiudere il Terminal 1 dell’aeroporto di Fiumicino da Martedì 17 Marzo.
Infine chiude temporaneamente l’aeroporto di Linate.
Trasporto veicolare: la situazione alle frontiere
Vediamo ora qual è la situazione sulle chiusure e restrizioni sugli spostamenti alle frontiere con gli stati confinanti.
Austria
Per chi entra in Austria è necessario essere in possesso di un certificato medico (in inglese, italiano o tedesco) da esibire alle frontiere nel quale sia riportato esito negativo al tampone Covid-19, che deve essere stato rilasciato entro 4 giorni dalla data del trasferimento. Alla frontiera si effettuano i controlli su ogni singolo mezzo in transito, specialmente sui TIR. Ciò ha creato non pochi disagi, con la creazione in giornata di una lunga coda di 90 km sulla A22 Modena-Brennero.
La situazione dovrebbe tornare alla normalità, con i ministri Di Maio e De Micheli che si sono attivati nelle scorse ore per risolvere questa sitiazione.
Slovenia
Analogamente all’Austria, anche la Slovenia ha optato per la chiusura delle frontiere. Per tutti i cittadini non sloveni è necessario essere provvisti di un certificato medico (in sloveno, inglese o italiano) rilasciato non più di 3 giorni precedenti all’ingresso, che attesti la negatività al Covid-19.
Svizzera
La frontiera tra l’Italia e la Confederazione Elvetica è aperta con importanti restrizioni:
- italiani: devono essere muniti di un certificato medico ed essere in grado di dimostrare che devono entrare in Svizzera per comprovate necessità o per lavoro. In caso contrario saranno invitati a rientrare in Italia.
- frontalieri: serve solo il permesso “G” per frontalieri.
- svizzeri: per loro è sufficiente essere in possesso della cittadinanza svizzera.
È da evidenziare il fatto che le autorità svizzere hanno optato per la totale chiusura di alcuni valichi minori: Pedrinate, Ponte Faloppia, Novazzano Marcetto, San Pietro di Stabio, Ligornetto Cantinetta, Arzo, Ponte Cremenaga, Cassinone-Palone, Indemini.
Francia
La Francia lascia per il momento le frontiere aperte, senza nessun controllo di sorta.
Collegamenti marittimi Italia-estero
Quattro paesi hanno finora bloccato gli arrivi dall’Italia via mare, e sono Albania, Marocco, Spagna e Malta.
**Aggiornamento 14/3/2020**
C’è un’importante novità inerente il trasporto ferroviario: infatti da stasera, 14/3/2020, non circoleranno più i treni notturni. Per maggiori dettagli: