Coronavirus: l’influenza sull’industria automobilistica
Coronavirus – Nonostante le fabbriche di tutto il mondo abbiano fermato temporaneamente la produzione, molti produttori – e i loro dipendenti – non hanno semplicemente spento le luci e sono andati a casa ad aspettare. Mentre la gravità, la longevità e la portata del danno all’industria rimangono poco chiare, a breve termine la sua attenzione collettiva rimane sulla protezione della vita piuttosto che sui profitti. La lotta contro il Coronavirus e i suoi effetti a catena può essere una delle maggiori sfide che il mondo moderno abbia mai affrontato, ma rimane importante evidenziare le azioni positive intraprese per fronteggiare il problema.
Quanto appena detto non significa necessariamente convertire le strutture per produrre forniture mediche. La promessa della Ferrari di continuare a pagare i suoi dipendenti durante lo stop, producendo addirittura ventilatori polmonari e Bentley che offre la sua flotta di Bentayga per eseguire un servizio “Pasti su ruote da 22 pollici” sono solo due esempi dei modi in cui i produttori stanno cercando di supportare le loro comunità locali nella quotidianità. Nel caso specifico, la soluzione di Bentley, altresì chiamata Meals on Wheels, consiste nel consegnare a domicilio i pasti alle persone che non possono comprare o preparare i propri pasti.
Gli altri produttori, invece, hanno trovato altri modi per contribuire in prima linea. La Fiat ha iniziato a convertire uno dei suoi stabilimenti cinesi per produrre fino a un milione di maschere protettive al mese e Ford ha già consegnato i primi mille dei 75.000 schermi trasparenti protettivi per i medici da realizzare come obiettivo in una sola settimana.
Automotive vs. Coronavirus
La Ford ha anche collaborato con 3M e General Electric per ideare un ventilatore portatile che può essere rapidamente prodotto in serie utilizzando componenti facilmente reperibili. Secondo il design, i ventilatori destinati ai sedili ventilati, che sono disponibili come optional sull’F-150 (un fuoristrada prodotto da Ford) sono abbinati alla batteria di un elettroutensile e di un filtro per creare il tipo di dispositivo salvavita di cui gli ospedali hanno un disperato bisogno.
Il Boss di Tesla Elon Musk, nel frattempo, ha adottato un approccio più immediato, acquistando oltre 1.000 ventilatori dalla Cina e trasportandoli nel suo stato di origine in California. È improbabile che risultati così rapidi possano essere visti su tutta la linea, tuttavia, con l’acquisizione delle competenze, dei componenti e delle linee di produzione per costruire le risorse richieste, è possibile dare un importante contributo. Questo è un problema affrontato da una serie di aziende con sede nel Regno Unito, tra cui un certo numero di team di F1, come la McLaren Automotive, che sta lavorando con il governo per cercare di dare il proprio aiuto.
Poi c’è Ineos, il colosso britannico delle sostanze chimiche che è stato recentemente annunciato come main sponsor della scuderia Mercedes F1. Prevede di costruire due nuove fabbriche in soli 10 giorni, una nel suo sito di Newton Aycliffe vicino a Middlesbrough e uno in Germania. Una volta completati, questi produrranno fino a un milione di bottiglie di disinfettante per le mani al mese, che verranno poi vendute al pubblico o rese disponibili gratuitamente al servizio sanitario nazionale.
Le brutte notizie
Di contro, però, non ci sono solo buone notizie, ma ce ne sono anche di cattive. Se da un lato, le case automobilistiche fanno i salti mortali, pur di contribuire, altre devono lottare contro le possibilità di andare in fallimento. Alcuni dipendenti del settore automobilistico sono stati tra quelli che hanno perso la vita a causa del Coronavirus, diversi produttori hanno già annunciato licenziamenti – un’accelerazione di una tendenza recente – e l’efficacia dei salvataggi statali proposti deve ancora essere accertata. Si può sempre fare di più, ma per ogni storia triste, ci sono persone che fanno un qualcosa per alleviare parte della sofferenza che la situazione ha causato. Naturalmente, ciò copre solo una piccola parte dell’azione intrapresa in tutto il settore.