Lo scorso marzo Ferrari aveva già messo a disposizione le proprio tecnologie più all’avanguardia per impegnarsi nella produzione di respiratori polmonari. Oggi vuole continuare il suo impegno a sostegno dell’emergenza sanitaria che ha investito il nostro Paese avviando all’interno dello stabilimento di Maranello la produzione di valvole Ferrari per respiratori polmonari e raccordi per le maschere di protezione.
Le valvole Ferrari di fatto sono dei componenti termoplastici ottenuti con la tecnica dell’additive manufacturing (o manifattura additiva). Un metodo di lavoro già ampiamente utilizzato all’interno dei reparti di Maranello dove si costruiscono i prototipi delle vetture. Ma in cosa consiste questa tecnica? Scopriamola nel dettaglio.
Con il termine ‘additive manufacturing’ si intende una tecnica che mira a produrre un oggetto tridimensionale a partire da un modello precedentemente creato e procedendo con una continua e progressiva crescita dell’oggetto stesso per strati successivi.
A tutti gli effetti la tecnica più nota ed utilizzata è quella della stampa 3D. Abbiamo già visto particolari casi del suo utilizzo in campo automotive, con le pinze freno Bugatti, e anche le valvole Ferrari seguono questa strategia.
La produzione di un oggetto ottenuta per additive manufacturing ha inizio da un modellino CAD in tre dimensioni. Questo viene analizzato da un software che lo suddivide automaticamente in più strati, noti spesso anche come ‘layer’, i quali verranno generati in successione per la produzione della geometria preventivata.
A seguito del processo di stampa additiva, sono spesso richieste della attività di post-produzione e di finitura al fine di ottenere la precisione e le tolleranze richieste.
Alcune valvole sono state sviluppate dalla Mares, azienda produttrice di attrezzatura subacquea, su misura delle loro maschere per creare così dispositivi d’emergenza utili per i pazienti affetti da crisi respiratorie.
Nei prossimi giorni Ferrari conta di realizzare diverse centinaia di dispositivi. Questi continueranno a essere distribuiti da alcune aziende coinvolte, con il coordinamento della Protezione Civile, a diversi ospedali italiani fra cui quelli di Bergamo, Genova, Modena e Sassuolo, oltre che agli operatori sanitari della città di Medicina.
L’impegno di Ferrari in risposta alla pandemia del coronavirus continua anche dal punto di vista economico. La Società ha avviato una raccolta fondi per sostenere il sistema sanitario della Provincia di Modena, che alimenterà raddoppiando tutte le donazioni effettuate dai suoi clienti.
L’iniziativa è frutto dell’impegno comune della Società e dei suoi numerosi clienti internazionali che negli ultimi anni hanno preso parte alle Cavalcade, esperienze di viaggio organizzate dal Cavallino Rampante alla guida delle sue vetture. Ad ogni donazione di questi clienti, Ferrari verserà infatti un importo equivalente.
La raccolta, che continuerà nelle prossime settimane, ha raggiunto in pochi giorni il milione di euro.
Nel campo automotive Ferrari non è l’unica azienda ad aver reimpostato la propria produzione. Anche Lamborghini si è mossa in tal senso, con una conversione del reparto selleria in favore della produzione di mascherine Lamborghini.
Oltre a circa 1000 unità al giorno di mascherine chirurgiche, Lamborghini produce anche visiere protettive mediche in policarbonato.
Una soluzione che Stefano Domenicali trova necessaria: “In un momento di emergenza come questo, ci sentiamo di dover dare un contributo concreto”.