26 anni sono passati da quei tragici momenti. Era il 1° maggio 1994, una gara che probabilmente nemmeno si doveva correre per gli eventi dei giorni precedenti e l’aria che si respirava. Quel giorno Ayrton Senna morì a seguito dell’incidente avvenuto alla curva Tamburello durante il Gran Premio di San Marino, nel circuito di Imola.
Il weekend di F1 inizia con le prove libere del venerdì. In quell’occasione il brasiliano Rubens Barrichello subisce un grave incidente alla variante bassa, fortunatamente senza riportare grossi danni.
Il giorno dopo, durante le consuete prove del sabato, è il trentaquattrenne austriaco Roland Ratzenberger ad avere la peggio alla curva intitolata a Gilles Villeneuve.
Durante le qualifiche una paratia dell’alettone anteriore della sua Simtek si stacca, facendogli perdere completamente l’assetto. L’incidente avviene ad una velocità registrata di 314.9 km/h contro il muretto esterno della curva, facendo rimbalzare la vettura fino all’interno del tracciato.
I soccorsi sono tempestivi, ma l’impatto è troppo violento e a nulla servono i tentativi di rianimazione e il trasporto in elicottero all’Ospedale Maggiore di Bologna.
Il contesto in cui si corre il Gran Premio la domenica è sicuramente pesante. Una gara che forse doveva essere annullata, in rispetto degli eventi e i drammi appena trascorsi. Ma il destino aveva ancora in serbo qualcosa per quel weekend.
La gara inizia con un incidente alla partenza che provoca l’ingresso della Safety Car per favorire la rimozione dei detriti. Rimane in pista fino al quinto giro, ma è durante il settimo giro che Ayrton Senna perde il controllo alla curva del Tamburello uscendo di pista e impattando contro il muretto.
Perdita del controllo dovuta al cedimento del piantone dello sterzo modificato nella notte per consentire ad Ayrton Senna una maggiore comodità e visibilità della strumentazione.
Il puntone della sospensione destra anteriore, dopo la rottura, sfonda la visiera del pilota, causando dei gravissimi danni che si rilevano poi fatali per la vita. Infatti l’angolo di impatto è di 22° circa, sufficienti per dissipare abbastanza energia della sua Williams FW16. Durante i primi soccorsi a bordo pista, Ayrton Senna perde oltre 3 litri di sangue e viene trasportato anch’esso, tramite elicottero, all’Ospedale Maggiore di Bologna. Dopo un primo ricovero in rianimazione, Ayrton Senna viene decretato morto alle 18.40 senza aver mai più ripreso conoscenza dopo l’incidente.
Ricordare quel tragico weekend di F1 è d’obbligo per ogni appassionato del motorsport. Tuttavia è lecito ricordare i campioni non solo per ciò che hanno fatto e vinto, ma anche per ciò che hanno detto.
Tra le più importanti e conosciute non possiamo che evidenziare:
“Non esiste curva dove non si possa sorpassare”. Chiaramente l’essenza di un vero pilota che trova in ogni spiraglio una possibilità.
“Togliere tutta l’elettronica è stato un grande errore, le macchine sono molto veloci e difficili da guidare. Sarà una stagione mica da ridere, con molti incidenti”. Ayrton pronunciò questa frase durante i test invernali della sua ultima stagione in F1, nel ’94. Qualcosa che fa pensare parecchio, soprattutto alla consapevolezza della “poca sicurezza” con cui si sceglieva di correre.
“Quando mi mancherà un centesimo di secondo rispetto al giorno prima pianterò tutto”. Per sottolineare ancora una volta il leone che c’era in lui.