Honda S2000: la spider perfetta
Honda S2000 9000rpm di follia giapponese per la sportiva scoperta perfetta. VIDEO
9000rpm di follia nipponica e un assetto da samurai, ecco la Honda S2000.
Le radici del progetto Honda S2000 affondano nel passato del marchio, direttamente dagli albori della casa giapponese.
Siamo nel 1955, nel pieno della la ripresa post-bellica, quando Soichiro Honda, già imprenditore e meccanico, decide di convertire la produzione di motocicli della sua azienda Honda Motor Company agli autoveicoli. Il neo-governo giapponese aveva dato indicazioni di produrre vetture economiche e di facile manutenzioni a 4 posti, ma essendo battuto sul tempo dalle rivali Subaru e Suzuki decide di cambiare approccio. Così nel 1962 al National Honda Meeting General Assembly svela al pubblico tre vetture. L’S360 e l’S500 due vetture sportive scoperte a due posti con motore anteriore e trazione posteriore insieme al T360, un mini-pickup con due posti.
La serie S ha continuato ad evolversi fino alla S800 nel 1970 con un carburatore per cilindro e limitatore a 9500rpm. Con il tempo però la produzione di Honda è mutata nella produzione di vetture a trazione anteriore economiche e poco sportive fino a quando nel 1995 viene presentato al salone di Tokyo il prototipo SSM che poi divenne l’S2000, nel 1999, che tutti conosciamo. L’ultima vettura approvata da Soichiro Honda prima della sua morte.
La tecnica dell’Honda S2000
Prendendo ispirazione dalle vetture che hanno fondato l’azienda, l’S2000 è una sportiva a due posti con un 4 cilindri longitudinale all’anteriore e trazione posteriore.
Il motore che è forse la componente di maggior spessore della vettura l’F20c è un 4 cilindri 2000 di cilindrata con 240cv a 8300rpm e limitatore a 9000rpm. Non sono solo le prestazioni a far entrare di diritto l’F20c nella hall of fame dei motori, per tale motore gli ingegneri Honda hanno adottato tecnologie avanzate. L’intero blocco motore è in alluminio così come i pistoni sono in alluminio forgiato con rivestimento al molibdeno per ridurre gli attriti interni. Le pareti dei cilindri sono in acciaio rinforzato con fibre, ed il motore adotta un sistema di distribuzione a catena.
Ovviamente non può mancare il sistema VTEC che attua una seconda serie di lobi degli alberi a camme, sia d’aspirazione che di scarico, dalla geometria più aggressiva per una maggiore apertura delle valvole ad alti giri motore.
Con tale tecnologia l’F20c eroga 123,5 cv per litro, un record che rimarrà imbattuto per i motori stradali ad aspirazione naturale fino al 2010 dalla Ferrari 458.
Non solo motore ma anche cambio e telaio
La potenza è scaricata a terra tramite un cambio manuale a 6 marce che la trasmette ad un differenziale a slittamento limitato offerto di serie. Il cambio anch’esso è un gioiello per facilità d’uso e precisione degli innesti.
Il telaio, nonostante in configurazione spider è estremamente rigido grazie a dei supporti a croce che supportano i componenti pesanti della vettura come motore e trasmissione.
Forse l’unico neo della vettura è l’unità del servosterzo ad attuazione elettrica, di primissima generazione e certamente non comunicativa come le unità idrauliche dell’epoca.
Completano l’allestimento della vettura anche gli interni con strumentazione elettronica ispirata a quella della McLaren Honda di F1 di Ayrton Senna e un cockpit driver-focused con tutti i pulsanti concentrati in due ali ai lati della strumentazione.
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La vettura con tali prerogative non poteva far altro che diventare un pezzo di storia automobilistica giapponese e mondiale aiutata anche dall’apparizione di una Honda S2000 modificata nel primo film della serie Fast and Furious.
Vi lascio come sempre con un video della S2000, dalla qualità video forse non eccellente ma dalla qualità di guida di M. Kurosawa assolutamente alle stelle.