La Brabham BT46B è una delle auto da F1 più interessanti di cui parlare, in quanto presentò una soluzione tecnica alquanto vistosa, spettacolare nonché discutissima. Pilotata in quell’anno da John Watson e Niki Lauda.
Infatti, egli dopo il terribile incidente del Nurbruring e dopo aver vinto il mondiale l’anno prima con la Ferrari 312 T, per questioni economiche, decise di lasciare la casa del Cavallino Rampante, forse affascinato dall’idea di lavorare con il progettista sudafricano Gordon Murray in un Team di proprietà di Bernie Ecclestone.
Nel 1978 l’auto da battere era la Lotus 79. Questa vettura aveva un aerodinamica tale, da sfruttare il famoso “effetto suolo” come mai prima di allora, rendendola praticamente invincibile, o quasi. La Brabham BT46B era dotata di un motore Alfa Romeo 12 cilindri boxer e quindi, questa configurazione, non permetteva la realizzazione di canali laterali in grado di sfruttare tale effetto. Inoltre il 12c risultava molto più avido di carburante rispetto al motore Cosworth V8 piccolo e leggero montato sulla Lotus, il che rendeva la sfida ancora più interessante.
La soluzione adottata da Murray e i suoi collaboratori fu quella porre al posteriore una ventola, che creasse artificialmente una depressione tale da incollare la vettura a terra. C’era un problema, il regolamento della Formula1 così recitava: “Se un dispositivo mobile ha un effetto aerodinamico sulla vettura, è regolare a patto che la sua funzione primaria sia diversa”. Murray sistemò intenzionalmente il radiatore sopra al motore, ma con tutto l’insieme motore-trasmissione isolato dall’esterno e sigillato al suolo mediante bandelle flessibili. Per questo motivo la ventola assunse funzione di raffreddamento per il radiatore stesso.
«Il perno della ventola nasceva da un prolungamento dell’albero primario del cambio e la ventola stessa era tenuta da due cuscinetti posti sulla culatta. L’aria veniva aspirata tramite un radiatore dell’acqua e il resto era sigillato con bandelle a 45°. Nella parte anteriore del vano era poi stato sistemato una sorta di cuscino di kevlar aderente al suolo, che con la velocità si gonfiava e garantiva tenuta, amplificando l’effetto sigillo.» Spiega Ermanno Cuoghi, capomeccanico del Team.
Il debutto della BT46B risale al Gran Premio di Svezia sul circuito di Anderstorp.
«Accendiamo la macchina ai box e accade una cosa inquietante. È tanto il risucchio della ventola, che la BT46 si abbassa e tocca terra da ferma! […] Per non farla distruggere nelle spanciate, tanto gratta il suolo, togliamo le molle da 1000 libbre e adottiamo quelle da 3000!» Ermanno Cuoghi.
Da queste parole si capisce come questa vettura fosse superiore, tant’è vero che durante le qualifiche ufficiali, venne orchestrato una sorta di bluff per non destare troppi sospetti. Le 2 vetture vennero fatte gareggiare con le mescole più dure possibili e con il pieno di carburante. Nonostante ciò le Brabham BT46B si qualificarono al terzo e quarto posto. Risultato scioccante. Ovviamente Lauda vinse il GP senza alcuna difficoltà.
“Posso dire che fu la vittoria più facile che abbia mai ottenuto. Si poteva fare qualsiasi cosa con quell’auto. Stavo inseguendo Mario(Andretti), quando una delle due Tyrrell, quella di Pironi, credo, cominciò a perdere olio su tutta la pista, che divenne molto scivolosa. Mentre la Lotus di Mario aveva cominciato a slittare da tutte le parti, la mia Brabham si manteneva stabile, come se stesse su due binari. In quel momento, Andretti commise un piccolo errore all’entrata di una curva, accelerai all’interno e lo superai: nessun problema.” Affermò Niki Lauda anni dopo.
I ricorsi non si fecero attendere , visto che sulle scrivanie della Federazione Internazionale iniziarono a piovere proteste e reclami da parte degli altri team. Già nello stesso weekend di gara avvenne un curioso episodio. Chapman, in un momento di disattenzione da parte del team della Brabham, mentre la vettura era ai box priva di carrozzeria e sollevata da terra si buttò sotto di essa per provare a carpirne i segreti. Un atto su cui la direzione gara non si pronunciò.
All’inizio, si giunse ad un accordo: sarebbero stati 3 i GP concessi alla monoposto. Tuttavia, la Federazione decise di bandire la Brabham BT46B dal Mondiale. La motivazione ufficiale che fu data, era che il moto generato dalla ventola spruzzava ghiaia e sabbia sulle vetture in scia, creando un rischio incredibile per i piloti che seguivano l’auto motorizzata Alfa Romeo. In sostanza, la vettura non partecipò più ad una gara. Ottenne 1 gara ed 1 vittoria contribuendo a rendere fascinosa la storia di questa monoposto.