GP del Bahrain 2020 – Il Campionato Mondiale 2020 di Formula 1 non è ancora partito, ma si continua a discutere su quelle che saranno le gare da disputarsi. La Formula 1 ha presentato nelle scorse settimane un nuovo calendario con otto gare già confermate, tutte in territorio europeo. Con tutta probabilità però si gareggerà anche in Medio Oriente, dove due Paesi ospitano la Formula 1: gli Emirati Arabi Uniti e il Bahrain. Parliamo di quest’ultimo.
Il GP del Bahrain è entrato nel calendario di Formula 1 nel 2004, e la sua sede è il circuito internazionale di Sakhir, disegnato dal discusso architetto Hermann Tilke (autore della maggior parte dei tracciati più recenti sui quali sfrecciano le vetture di Formula 1). Come tante piste di moderna concezione, è composta di vari layout, ben sei per la precisione: la Formula 1 fino ad adesso ne ha utilizzati due (di cui uno solamente nel 2010). Ma in questo strano 2020 potrebbe esserci posto per una ulteriore variante.
Parliamo prima però dei due tracciati che la Formula Uno ha fino ad ora utilizzato:
Questo è il tracciato che la Formula 1 ha utilizzato dal 2004 al 2009 e dal 2012 ad oggi. In questa configurazione la lunghezza è di 5,142 km e rientra nella categoria di circuiti del tipo stop&go, ossia con diversi tratti di puro allungo che finiscono con curve a gomito (vedi curva 1 e curva 4). Si configura come una pista di medio-alto carico in cui allo stesso tempo, in virtù dei tratti rettilinei, conta tanto il motore. Non a caso, l’anno scorso la Ferrari fece una prima fila e avrebbe con molte probabilità vinto se non vi fossero stati inconvenienti di natura tecnica sulla vettura di Charles Leclerc.
Questo layout “allungato” è stato utilizzato nel 2010 per la celebrazione dei 60 anni della Formula 1.
Rispetto alla configurazione GP “tradizionale” vede l’aggiunta di un tratto particolarmente tortuoso che inizia in corrispondenza della curva 4 e si ricongiunge al layout convenzionale in corrispondenza di curva 6. L’aggiunta di questo tratto porta la lunghezza del tracciato a 6,299 km (secondo circuito più lungo nel 2010 dopo quello di Spa-Francorshamps). Le curve diventano ben 23, di cui 10 a sinistra e 13 a destra. In più vi sono ben quattro rettilinei. Il record su giro in qualifica è stato segnato da Sebastian Vettel su Red Bull in 1’54″101, in gara fu Fernando Alonso (Ferrari) a siglare il giro più veloce (1’58″287).
Questa è la possibile terza configurazione del Circuito di Manama che la Formula 1 utilizzerà nel 2020 in vista del doppio GP del Bahrain 2020.
Come si può già immaginare dalla mappa, la natura del tracciato cambia radicalmente in questa configurazione, che rispetto alle altre due, che sono di medio-alto carico, è di medio-basso carico. Come nel caso dell’Endurance Circuit, il primo e l’ultimo settore sono comuni al GP Circuit. Dalla curva 5 le vetture entrano nella parte nuova, che ha un breve allungo fino alla curva 6 fino alla chicane di curva 7 e curva 8. Da quest’ultima vi è un allungo e poi la curva 9 che immette sul lungo rettilineo ricongiungendosi al tracciato tradizionale. Alla fine del rettilineo vi è una brusca frenata seguita da Curva 11 che immette sul rettilineo del traguardo. In questa confugurazione il tracciato è particolarmente veloce, oltre che più corto, e dalle simulazioni le Formula 1 potrebbero impiegare meno di un minuto per percorrere un intero giro.
L’idea di un secondo GP del Bahrain 2020 da disputarsi su un tracciato alternativo sembra essere partita da Ross Brawn, che nei giorni scorsi ha fatto le seguenti affermazioni:
“Una delle belle attrazioni del Circuito di Manama è che ha molte configurazioni, quindi potremmo andare in Bahrain e correre su due piste diverse. C’è una sorta di pista quasi ovale che sarebbe molto emozionante, e tutti i possibili tracciati hanno una licenza di Grado 1 con la FIA, quindi questa è un’opzione che abbiamo in tasca. Ma l’utilizzo di due configurazioni comporta un sacco di lavoro, per esempio il cronometraggio deve essere impostato per due piste, quindi è necessario un sacco di preavviso, ed è qualcosa di cui dobbiamo tenere conto“.
Uno degli ostacoli, come afferma Ross Brawn, è il lavoro extra da sostenere per adattare il secondo layout alla Formula 1. Ad esempio, un problema un problema è che tutti i cablaggi per le immagini tv ed i sistemi di cronometraggio dovranno essere modificati in meno di una settimana, anche se, secondo lo stesso Ross Brawn, non è un compito troppo difficile.
Il CEO Sheikh Salman bin Isa Al-Khalifa è stato intervistato da Motorsport.com e ha nutrito qualche perplessità, mostrandosi però al contempo possibilista:
“I commenti di Ross ci hanno sorpreso. Qualche tempo fa hanno detto che ci sarebbe stata l’opportunità di fare più di una gara se avessimo trovato delle soluzioni alternative. Questa però è l’unica cosa che ci aveva detto ufficialmente la Formula 1. Ma è stato parecchio tempo fa, quando stavano ancora cercando di finalizzare le gare europee. Quindi gli avevamo detto che potevamo approfondire la questione. Questa idea di una diversa configurazione, soprattutto quella “esterna” proposta da Ross, è nuova, ma è interessante ed è fattibile”
“Sarebbe una pista da bassa deportanza (certo, non paragonabile a Monza) in cui vi sarebbero delle buone opportunità di sorpasso”
Il CEO Sheikh Salman bin Isa Al-Khalifa ha anche rivelato che sarebbe la prima volta in assoluto che questo tracciato viene utilizzato per la gara. Si tratterebbe di una gran bella sfida per i piloti, che dovranno eventualmente fare i conti con una pista veloce ma insidiosa, in cui un errore potrebbe costare caro. Sarebbe difficile anche tentare un giro veloce in qualifica (difficoltà comuni a tracciati come Monaco e Spielberg). Con appena 3,534 km, sarebbe più corta di ben 1,8 km rispetto al tracciato tradizionale. E sarebbe 700 metri più corta del Red Bull Ring, la pista del mondiale con tempo sul giro più basso, dove lo scorso anno la pole è stata di 1’03. Non è per questo motivo difficile immaginare percorrere un giro in meno di un minuto.