Motorsport

Gli pneumatici F1 da bagnato: Full wet ed Intermediate a confronto

Articolo a cura di Enrico Galvagna – Gli pneumatici F1 sono il risultato di una lunga e attenta progettazione. In particolare, gli pneumatici cinturato wet blue da bagnato e intermediate green per le condizioni miste sono il prodotto di uno studio che prende in considerazione un ulteriore parametro rispetto a quelli da asciutto: la pioggia.

L’innovazione negli anni degli pneumatici F1

Insieme all’avvento dell’era turbo ibrida del 2014, sono state apportate modifiche sostanziali anche in tutte le altre aree di sviluppo diverse dalla power unit. Gli pneumatici F1 full wet ed intermediate sono progettati in maniera specifica per questa generazione di prototipi da corsa per migliorare l’evacuazione dell’acqua situata tra asfalto e battistrada. Lo scopo è aumentare il grip sulla superficie bagnata potendo cosi scaricare a terra più cavalli guadagnando tempo prezioso sul giro e contemporaneamente aumentando la sicurezza per i piloti.

Se da una parte le intermediate vengono montate in caso di condizione miste (per esempio quando l’asfalto è umido o si sta asciugando) o di sporadiche e scarse precipitazioni, le full wet vengono montate sulle monoposto in caso di cosiddetta heavy rain, ovvero pioggia pesante. L’esclusivo fornitore Pirelli assicura che a 300km/h ciascun pneumatico da bagnato è in grado di evacuare 85 litri/secondo, contro i 30 delle intermedie.

Come lavorano le full wet e le intermediate

A partire dal 2014 le scanalature sono diventate più piccole, mentre i singoli blocchi sono stati ravvicinati tra loro per fornire una migliore dispersione di acqua, aumentando cosi la superficie di contatto asciutta tra lo pneumatico e la superficie della pista. La disposizione dei blocchi è più densa nel bordo interno dello pneumatico e in questo tratto sono presenti tre canali di ampiezza crescente più ci si avvicina a quello centrale.

La presenza degli incavi inoltre accentua la flessione della ruota stessa aiutandola a raggiungere più facilmente la finestra di temperatura di lavoro ottimale, motivo per cui i compound delle full wet sono paragonabili ad una mescola medium da asciutto, infatti la pioggia abbassa sensibilmente la temperatura della gomma. Ciò significa che le Cinturato Blue aiutano a prevenire l’indesiderato fenomeno dell’aquaplaning in maniera ancora più efficace rispetto al passato.

credit: steve etherington – fullsport.info

La soluzione intermedia prevede invece un battistrada caratterizzato da scanalature leggere su tutta la superficie della gomma, disposte in maniera simmetrica.

Il ruolo del disegno del battistrada

In generale il disegno del battistrada può quindi essere simmetrico o asimmetrico, ma anche direzionale come nel caso delle green intermediate. Che cosa significa? Gli pneumatici direzionali hanno un layout del battistrada a freccia, che sembra quasi indicare la direzione di marcia. Questo design ha la funzione di migliorare la direzionalità e la capacità del veicolo di mantenere la direzione impostata.

I progettisti di pneumatici F1 utilizzano invece profili asimmetrici per le wet per permettere alla ruota di svolgere contemporaneamente due compiti contrastanti tra di loro. Il lato esterno dello pneumatico possiede meno scanalature ma grandi blocchi che assolvono alla funzione di migliorare la rigidità e l’appoggio in curva (quando il peso della vettura si sposta verso il lato esterno dello pneumatico); il lato interno formato da piccoli blocchi con una maggiore presenza di lamelle è ottimo per migliorare la trazione sul bagnato.

PH: Pirelli.com

Una piccola modifica per la stagione 2020 degli pneumatici F1

Per quanto riguarda le dimensioni, gli pneumatici F1 anteriori hanno una larghezza di 305mm, mentre quelli posteriori di 405mm ed entrambi hanno un diametro di 670mm per le slick da asciutto. Tuttavia, il diametro della gomma da bagnato è 10 mm più largo in modo da ricavare 5mm di scanalatura sul battistrada, valore che scende a 3mm per le green intermediate.

Inoltre, la decisione di prorogare al 2022 l’inizio del nuovo regolamento (causa Covid-19) ha fatto sì che questo fosse un anno di transizione con conseguente rallentamento negli sviluppi anche per Pirelli, che riproporrà le stesse mescole del 2019 fino al 2021. L’unica reale novità riguarda perciò la pressione degli pneumatici, che verrà aumentata leggermente per contrastare l’elevato carico aerodinamico sviluppato dalle monoposto, portando inevitabilmente ad un maggiore riscaldamento dello pneumatico e quindi ad una maggiore ma contenuta usura, che sarà più accentuata nelle slick.

Cosa ci suggeriscono le prestazioni in pista?

Per rendere meglio l’idea di quanto un asfalto umido o completamente bagnato influisca sulle prestazioni di una monoposto possiamo basarci sui tempi delle prove libere del Gran Premio d’Ungheria 2020.

Premettendo che non tutti i piloti hanno deciso di prendere parte alla sessione e che non si è a conoscenza dei carichi di benzina, si può notare che a parità di pilota, vettura e tracciato, Valtteri Bottas ha girato con le full wet quasi 25 secondi più lento su un circuito da 1:16.627 (Record in gara di Hamilton).

FP1 – HARD C2HAMILTON1:16.003
FP1 – MEDIUM C3BOTTAS1:16.089
FP1 – SOFT C4PEREZ1:16.530
FP2 – FULL WETVETTEL1:40.464
FP2 – FULL WETBOTTAS1:40.736
FP2 – FULL WETSAINZ1:41.784

La differenza tra le velocità medie nelle due diverse configurazioni è stata rispettivamente di 207.3 km/h e 156.5km/h, con un delta di poco più di 50km/h: un’enormità!

Tuttavia, è fondamentale per il pilota poter guidare in sicurezza e questi pneumatici da quasi 3000€ ciascuno assicurano i più alti standard di affidabilità e performance anche nelle condizioni più critiche.