La Bimota Tesi H2 è pronta. La rivoluzionaria supersportiva è entrata in produzione qualche giorno fa nella fabbrica di Rimini. Sul sito ufficiale, è già possibile effettuare il pre-ordine. Sono previsti 250 esemplari ognuno dei quali con una targhetta comprendente il numero di telaio. Le prime consegne sono previste a partire dal 1° Ottobre 2020.
ll progetto Tesi nasce nel 1983 grazie all’idea dell’ingegner Pierluigi Marconi e Roberto Ugolini, all’epoca entrambi laureandi. Nel 1984 viene realizzato il primo “concept”, con motore 4 cilindri 550 cc fornito da Kawasaki. Poi nel 1991 arrivò la Bimota Tesi 1d, spinta da un motore V Twin. 30 anni dopo, grazie all’acquisizione del 49,9% della Bimota da parte della Casa di Akashi, ed alla conseguente collaborazione tra i 2 brand, si realizza il progetto Bimota Tesi H2. Modello che fece scalpore fin da subito ad EICMA 2019, lasciando tutti a bocca aperta.
Ciò che salta subito all’occhio guardando la Bimota Tesi H2 è indubbiamente la mancanza della classica forcella. Al suo posto un forcellone mono braccio in alluminio ricavato dal pieno. Il mozzo sterzante è una tecnologia italiana, tuttavia anche Kawasaki ha depositato un proprio brevetto.
Quest’ultimo è leggermente diverso da quello originale ma hanno la stessa funzione. In pratica , il movimento imposto sul manubrio viene direttamente trasmesso al mozzo anteriore. Esso, è collegato tramite aste e rinvii ad un perno di sterzo, vincolato al telaio. Da un punto di vista della dinamica, questo meccanismo dovrebbe evitare il beccheggio della moto stessa, garantendo così maggior aderenza all’avantreno in frenata. Inoltre, questa architettura permette la realizzazione di telai più compatti (dimensioni e peso).
Infatti il telaio, ad Omega, è ridotto a 2 piastre che abbracciano il motore e lo sostengono nella sua funzione portante. A completare l’opera, una monoscocca costruita in fibra di carbonio CFRP (polimero rinforzato con fibra di carbonio, dalle notevoli proprietà meccaniche). Anche le carenature sono in carbonio CFRP, mentre le vernici e i colori sono fatti a mano.
La Bimota Tesi H2, inoltre, possiede un meccanismo eccentrico che consente di variare l’altezza della moto di 20mm. Lo stesso meccanismo consente di regolare anche la posizione delle pedane. Ultimo ma non meno importante, è possibile, senza l’utilizzo di attrezzi, personalizzare il setting delle sospensioni, semplicemente ruotando i registri dei mono ammortizzatori.
Come molti avranno intuito, a spingere la Bimota Tesi H2 è il fantastico motore della Ninja H2. Quindi parliamo di un 4 cilindri in linea 4 tempi sovralimentato di cubatura 998. Già così fa paura. 16 valvole con distribuzione DOHC (doppio albero a camme in testa). Alesaggio x Corsa:76.0 mm × 55.0 mm. Rapporto di compressione: 8.5 : 1. Coppia massima 141Nm a 11500 giri e potenza massima 178Kw ovvero 242Cv a 11500 giri. Peso a secco 207Kg ossia 31Kg in meno della Ninja H2. Cambio a 6 rapporti: 1° 3.188(51/16); 2° 2.526(48/19); 3° 2.045(45/22); 4° 1.727(38/22); 5° 1.524(32/21); 6° 1.348(31/23). Frizione multidisco a bagno d’olio. Lubrificazione con pompa trocoidale e serbatoio da 17 litri.
Sulla Bimota Tesi H2 vi è montato un compressore centrifugo. E’ composto da una girante installata all’interno di una carcassa. La girante ruotando aspira l’aria. Solitamente i compressori centrifughi vengono azionati da cinghia o da catene. Sulla Bimota Tesi H2 una piccola ruota dentata al centro(sole) è collegata alla girante del compressore ed ai suoi planetari. Il rotismo epicicloidale così ottenuto è l’ideale per raggiungere velocità di girante superiori a 100 000 giri/min. La corona del rotismo è collegata tramite una catena ad una corona più grande che viene a sua volta azionata dall’albero motore. Ovviamente la bocca d’uscita della carcassa del compressore è collegata all’aspirazione del motore. Quindi, quando il motore inizia a girare, aziona il compressore che gli fornisce l’aria compressa così facendo, il motore può bruciare più benzina e offrire prestazioni migliori.
Senza l’elettronica di Kawasaki sarebbe una moto potente ma ingovernabile. Queste le dotazioni presenti su questo modello.
ABS (sistema frenante antibloccaggio)
KIBS (Kawasaki Intelligent anti-lock Brake System)
IMU Bosch (6 DOF Inertial Measurement Unit)
KCMF (Kawasaki Cornering Management Function)
KEBC (Kawasaki Engine Brake Control)
Cambio marcia KQS (Kawasaki Quick Shifter)
KLCM (Kawasaki Launch Control Mode)
KTRC (Kawasaki Traction Control) 3 mode, 9 levels
Corpo farfallato a controllo elettronico
Frizione idraulica antisaltellamento
Economical Riding Indicator
Strumentazione a colori TFT
Ammortizzatore di sterzo elettronico Öhlins
L’impianto frenante della Brembo, è composto dalle pinze freno “Stylema”(già viste sulla V4 Superleggera) doppio disco semiflottante da 330mm con spessore 5,5mm all’anteriore. Disco singolo da 220mm al posteriore. La Bimota Tesi H2 inoltre, è dotata del sistema di aspirazione Ram Air. Ciò consente a questa belva di raggiungere i 178Kw (la Ninja H2 ne aveva 170) mantenendo l’Air Box in pressione. Interasse 1445 mm. Escursione ruota anteriore 100mm. Ruota posteriore 130mm. Cerchi forgiati.
Promette accelerazioni incredibili e spazi d’arresto ridotti. Tutto questo è stato raggiunto grazie anche ad un sapiente uso dei materiali (pregiati), interpellando la Kawasaki Aerospace Company.
“La rivoluzione continua”, recita lo slogan aziendale. Queste le parole Ingegner progettista Marconi. “Finalmente il mio sogno diventa realtà, la filosofia innovativa della Bimota Tesi è stata incredibilmente migliorata con l’alta qualità Kawasaki. Le prestazioni e la leggendaria qualità dei motori Kawasaki accoppiata alla possibilità di usare tutti i controlli elettronici forniti da Kawasaki completano il progetto Bimota Tesi H2 che ha come caratteristica essenziale quella di avere un telaio centralizzato composto da parti in lega di alluminio ricavate dal pieno che si sviluppano intorno al motore e contribuiscono così a centralizzare le masse intorno allo stesso motore 4 cilindri sovralimentato della Ninja che sprigiona un’incredibile quantità di potenza. Il sistema di sterzo integrato nel mozzo caratterizza altresì la Bimota Tesi H2 diminuendo meccanicamente l’affondamento in frenata e garantendo al pilota una esperienza di guida stabile e controllata. A Bimota piacerebbe presentare ai clienti nel mondo la potenzialita’ del progetto Tesi H2 come moto innovativa che non ha paragoni sul mercato”
Insomma, bella da vedere e da guidare.Guidala e scopri le differenze, nessun altra moto può essere una Tesi. La sensibilità artistica italiana incontra la manifattura artigianale. Guida una icona esclusiva italiana.Così recita il sito.
Il costo? solo 64 000 euro(si fa per dire).