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Gordon Murray T-50, dalla F1 anni ’70 ad oggi

Riproponendo la soluzione tecnica che consentì una facile vittoria nel GP di Svezia del ’78 a Niki Lauda, Gordon Murray torna con la T-50, una Hypercar con ventola posteriore in chiave moderna.

La voce fuori dal coro

In questi ultimi anni ci siamo abituati a vedere hypercar sempre più votate a motorizzazioni turbo-ibride o totalmente elettrificate, dotazioni interne che rendono i cockpit sempre più tecnologici e futuristici, cambi sequenziali o automatici in grado di regalare accelerazioni da urlo e catapultare il guidatore a velocità folli.

Tutto questo non ha però influito sul pensiero di Gordon Murray, il quale ha ideato e realizzato una delle auto più nostalgiche. Da quanto traspare dai primi leaks che sono trapelati, la Gordon Murray T-50 è una delle più coinvolgenti degli ultimi anni riproponendo la versione high tech stradale della Brabham BT46B, da lui ideata, con la quale dominò il Gp di Svezia nel ’78 insieme a Niki Lauda, mantenendo fede alla vecchia scuola: cambio manuale e V12 aspirato.

Il mito della Brabham con la ventola

Da bambino era solito sfogliarmi vecchie riviste d’auto alla ricerca di quella che speravo, in un ipotetico futuro, sarebbe diventata la mia. Ogni volta finivo inevitabilmente per ammirare la sezione dei prototipi della Formula 1 ed è proprio durante uno di quei pomeriggi di pioggia passati sulle riviste che mi imbattei in quella che fu una delle auto più controverse delle competizioni degli anni ’70.

Si sa che a volte nella F1 nascono soluzioni che sono figlie a metà dell’estrema competenza degli ingegneri e per l’altra della loro follia; negli anni ’70 vide la luce la Brabham BT46B, la quale, figlia della massima ricerca di aderenza svolte da Gordon Murray nelle competizioni e delle tecnologie adottate dalla Chaparral in altri campionati, catalizzò l’attenzione del mondo dell’automobilismo suscitando scalpore in F1 e dominando il Gp di Svezia nelle mani del velocissimo Niki Lauda. Poco dopo però fu bandita dalla competizione in quanto dichiarata non conforme al regolamento in quel periodo vigente.

Foto di: Trackside Legends

L’idea dell’auto nasceva dal posizionamento, al posteriore, di una ventola che favorisse l’estrazione dei flussi d’aria presenti sotto la vettura e garantisse una migliore tenuta proprio grazie a questo incremento dell’effetto suolo, garantendo così una notevole superiorità rispetto a tutte le concorrenti.

L’effetto suolo e la ventola posteriore della Gordon Murray T-50

Il principio sul quale è basata l’intera vettura è la presenza di una ventola da 400mm di diametro che ha una funzione complementare alle già elevate prestazioni della T-50.

Il suo funzionamento è quello di aspirare aria dal fondo della vettura per generare un ulteriore carico aerodinamico e quindi aumentare l’aderenza. Il tutto è azionato dalla unità elettrica integrata nel corpo motore, la quale ha il compito di azionare la ventola, occuparsi dell’alimentazione dell’accensione e dell’azionamento di ulteriori parti mobili del corpo vettura. Tra queste abbiamo delle appendici aereodinamiche che influiscono nelle fasi di frenata come aerofreni e bisogna pensare anche all’ottimizzazione dei flussi d’aria durante la marcia del veicolo.

Foto di: Autoblog

Come se non bastasse la ventola posteriore influirà sulla guida grazie ai diversi setting mode:

  • High Downforce: in questa modalità la ventola influirà sull’incremento massimo del carico aerodinamico garantendone un 30% in più.
  • Streamline: questa sarà la modalità nella quale l’azionamento della ventola, combinato a quello delle appendici aerodinamiche, avrà l’effetto della riduzione della resistenza all’avanzamento della vettura.
  • Vmax: qui, in combinazione con la Streamline, ci sarà la modalità che farà esaltare di più gli appassionati, ovvero quella che, oltre a garantire una minor restistenza all’avanzamento, influirà ulteriormente sulla spinta della vettura utilizzando la ventola come un vero e proprio propulsore.

I dati tecnici della Gordon Murray T-50

Sotto al cofano della nuova hypercar ideata da Gordon Murray si presenta il potente V12 Cosworth, derivato dall’architettura del propulsore della Aston Martin Valkyrie da 6.5 litri, eroga ben 650 cv dichiarati e si propone come una delle migliori auto con motore aspirato per regimi di rotazione e potenza specifica.

La grande potenza generata dal propulsore verrà trasmessa alle ruote posteriori da un cambio manuale a 6 rapporti ed il tutto sarà incastonato in un telaio monoscocca in fibra carbonio, che contribuisce al ridotto peso della vettura che complessivamente sarà di 980 kg a secco.

Articolo a cura di Matteo Mammucari