Lewis Hamilton si conferma campione del mondo di F1 per il quarto anno consecutivo, raggiungendo quota sette titoli mondiali. Un dominio Mercedes che continua ad affermarsi, dal 2014 ad oggi ha continuato a vincere ininterrottamente il titolo piloti e il titolo costruttori.
Le possibilità durante questo pazzo weekend di Formula 1 in Turchia erano parecchie, anche se un asfalto imprevedibile unito a delle qualifiche del tutto fuori dall’ordinario potevano lasciare aperto a qualche sorpresa. Le combinazioni di piazzamento di Lewis Hamilton per potersi confermare campione del mondo erano però molto ampie, tali da fargli vivere concretamente la possibilità di festeggiare oggi.
Con quello raggiunto, Lewis Hamilton si è confermato campione del mondo raggiungendo Schumacher a quota 7 titoli mondiali, fin’ora il numero più alto raggiunto da un pilota. Risultati ottenuti sicuramente in tempi diversi, ma con un unico obiettivo: la fame di vittoria. Costanza mentale e fisica, allenamento quotidiano e tanto “manico” per potersi affermare tra i migliori di sempre.
Dopo le prime vittorie con i kart e in categorie minori, finalmente l’arrivo in F1 nel 2007, dopo aver ottenuto la fiducia della McLaren. Il mondiale 2008, il primo tra quelli vinti da Lewis Hamilton, è stato sicuramente molto combattuto e tirato. Possiamo proprio affermare fino all’ultima curva dell’ultimo giro. Tutti i ferraristi, sicuramente, lo ricordano purtroppo molto bene in quanto il brasiliano Felipe Massa è stato festeggiato come “campione” per un qualche secondo… Timo Glock, infatti, con gomme da asciutto sotto il violento acquazzone, fu superato nelle ultime curve da Hamilton che riuscì a guadagnare quegli ultimi punti fondamentali per sorpassare Massa.
Le annate in Mercedes iniziarono a dare i loro frutti con i mondiali del 2014 e 2015, dominati dai continui duelli col compagno Nico Rosberg. La coppia di piloti delle Frecce d’Argento, inizialmente affiatata e amichevole, fece vedere ben presto quanto la rivalità sportiva prese il sopravvento. Nel 2016 Nico riuscì a invertire la tendenza (uno dei pochi tutt’ora ad esser riuscito a mettere Lewis davvero in difficoltà, soprattutto dal punto di vista mentale). Il 2017 e il 2018 sono stati dei bei mondiali, combattuti purtroppo solo a metà con Sebastian Vettel su Ferrari. In entrambi gli anni, a causa sia di errori del pilota che di problemi meccanici, abbiamo assistito ad un finale a favore nuovamente dell’inglese.
Del 2019 non ne parliamo, un fragile inizio da parte della Ferrari che si è risollevata soltanto dopo la pausa delle vacanze estive. Dubbi sulla regolarità del motore Ferrari, distacchi troppo ampi da poter essere colmati, un altro mondiale per Lewis, il sesto.
“Non riesco a pensare una morte migliore che in pista, facendo ciò che amo. Se toccasse a me, vorrei che avvenisse mentre sono al volante di un’auto da corsa”. Probabilmente uno tra i concetti più pensati da parte di tutti i piloti, ma da pochi espresso realmente a causa della sua profondità e complessità di essere realmente capito.
“Conosco bene il mio valore di mercato, perché sono più vecchio di quando ho iniziato ma ricordo anche molto bene da dove sono partito. Io valgo la mia storia, dal nulla da cui sono partito – la mia famiglia era veramente povera – fino alla vetta di questo sport”. Un concetto che spiega bene perché Lewis Hamilton sia un vero campione del mondo. Una carriera costruita da zero con continui sacrifici da parte sua e soprattutto del padre, i quali gli hanno permesso di poter correre e mettersi in mostra sui kart.