L’ANFIA, l’Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica, ha pubblicato il dossier 2021 relativo al trasporto merci su strada. I dati fanno riferimento prevalentemente al 2019 ma riportano alcuni riscontri relativi al 2020 ed all’impatto avuto dalla crisi pandemica provocata dalla diffusione del Covid-19.
Il dossier analizza il panorama del trasporto merci su strada a partire da un prospetto di carattere generale che inquadra il settore nell’ultimo decennio. Secondo i dati ISTAT riportati da ANFIA, infatti, l’Italia ha perso il 21,5% delle merci movimentate su strada nel periodo compreso tra il 2010 ed il 2019, passando da 175,8 a 138 miliardi di tkm (tonnellate-chilometro). Il trend negativo si era interrotto parzialmente soltanto nel 2013 con una lieve ripresa, poi vanificata dal calo costante degli anni successivi. Dal 2017, invece, la ripresa è stata più sostenuta e il 2019 ha fatto registrare una crescita del 10,5% rispetto all’anno precedente.
L’analisi statistica pubblicata dall’ANFIA esamina il trasporto merci su strada in base a diversi parametri specifici; il primo è il “titolo di trasporto”, in base al quale è possibile distinguere tra trasporto per conto terzi e quello per conto proprio. Com’è facile intuire, il primo rappresenta di gran lunga la tipologia di trasporto più diffusa (95% della quota complessiva) e che ha movimentato il tonnellaggio maggiore. Nel dossier ANFIA, infatti, si legge che:
“Le tonnellate complessive movimentate dal trasporto su strada sono state 978,9 milioni, di cui il 15% è stato trasportato in conto proprio e l’85% in conto terzi”.
Altro parametro di analisi è la distanza. La maggior parte delle merci movimentate (129,9 miliardi di tkm) ha viaggiato per oltre 50 km, a differenza delle restanti 8,1 miliardi di tkm. Il trasporto merci su strada viene, ovviamente, in base alle diverse categorie merceologiche. Secondo il dossier, le merci più movimentate su distanze inferiori ai 50 km sono i minerali metalliferi e i prodotti delle attività di estrazione mineraria che rappresentano quasi un quarto del totale; seguono le materie prime secondarie e i rifiuti. Sopra i 50 km, le merci più trasportate sono i prodotti alimentari (17,5%), i metalli e i manufatti in metallo (10,6%); seguono le merci miste, i prodotti agricoli, di silvicoltura e ittici.
Tra le merci che vengono movimentate su strada ci sono anche le autovetture, con la Germania in testa a questa particolare classifica. Questo tipo di trasporto viene approntato da operatori specializzati che offrono i propri servizi anche ai privati, mettendo a disposizione sia driver professionali sia mezzi appositi (le bisarche). Ne è un esempio KarryCo che, mediante la piattaforma KarryCo, consente agli utenti di richiedere un preventivo gratuito in base alle proprie esigenze.
Sulla base dei dati Eurostat, ANFIA ha elaborato anche un prospetto generale relativo al trasporto merci su strada all’interno dei paesi dell’Unione Europea. Nel 2019, la Polonia ha avuto la quota maggiore di trasporto su strada (17,6% del totale) rispetto alle tkm movimentate in tutta Europa. Il secondo posto spetta alla Germania con il 15,8% del totale; seguono, nell’ordine, Spagna, Francia e Regno Unito. L’Italia, precedendo Paesi Bassi e Romania, conserva il sesto posto, grazie ad una quota complessiva pari al 7% del totale delle tkm movimentate all’interno del perimetro dell’UE. Il resto dei paesi dell’Unione, invece, è responsabile per il trasporto di meno di un quarto della quota comunitaria (23,6%). Tra questi, quelli che hanno registrato una crescita maggiore sono stati la Lituania (+21,9%), l’Italia e la Polonia (+10,5%) mentre la Bulgaria ha patito la perdita più alta delle tkm movimentate (-23,7%).