Se pensiamo all’universo dell’auto, ci vengono in mente le auto che vediamo circolare per le strade tutti i giorni, quelle con cui andiamo al lavoro o in vacanza. Ma quest’universo si divide in tanti mondi, alcuni di questi non frequentati da comuni mortali. A popolare questo mondo ci sono marchi come Ferrari, Lamborghini, Porsche. In un mondo ancora più lontano troviamo le Pagani, le Bugatti o le Koenigsegg. Auto spaziali, in grado di frantumare un record dopo l’altro e di superare limiti fino a poco prima ritenuti inarrivabili. Ma in Grecia ne è stata realizzata una in grado di far impallidire ognuna di queste auto, di farle sembrare poco più che utilitarie, e di stravolgere il mondo automotive come una tempesta. Non è un caso che il suo nome sia Chaos.
Era il 2019 quando il visionario imprenditore Spyros Panopoulos, fondatore della start-up SP Automotive, iniziò a concepire questo progetto, con l’intento dichiarato di creare l’auto più estrema, esclusiva e tecnologicamente avanzata del mondo. Dopo due anni di lavoro l’obiettivo sembra raggiunto: è nata la SP Greek Chaos. Non è stato un percorso facile per la piccola start-up, nata in una terra, quella greca, che non ha certo una grande tradizione automobilistica alle spalle. Di fatto questa è la prima auto sportiva mai realizzata in Grecia, il che la rende ancora più speciale, se mai i suoi numeri non bastassero. Doveva essere presentata al Salone di Ginevra di Gennaio 2022, ma la cancellazione dell’evento ha obbligato la casa ad anticipare la presentazione internazionale al 1 Novembre, a sua volta preceduta da un breve video, pubblicato su internet, che descrive alcune delle caratteristiche pazzesche di quest’auto.
Quest’auto è talmente estrema che è stato coniato un neologismo per classificarla. Prima c’erano le supercar, auto sportive, spesso derivate da quelle da competizione, in grado di prestazioni notevoli. Poi è stato il turno delle hypercar, auto estreme, spesso ibride, dalle potenze che superavano i 1000 CV. Ma la Greek Chaos di cavalli ne ha 3000! Si, avete letto bene. 3000 CV, sprigionati da un 4.0 V10 biturbo, in grado di spingersi addirittura a 12000 giri/min e a un rapporto di compressione di 12,3:1. Per rendersi conto di quanto siano spaventosi questi numeri, basti pensare che la Ferrari di serie più potente di sempre, la SF90 Stradale, di cavalli ne ha “appena” 1000. Tali dati tecnici sono valsi a questo mostro l’appellativo di “ultracar”. E ultra sono anche le prestazioni. La velocità massima dichiarata è di 500 km/h, mentre l’accelerazione da 0 a 100 km/h è coperta in appena 1,8 secondi, e quella da 0 a 200 km/h in 2,6 secondi, il tempo che un mostro come la Ferrari SF90 Stradale impiega per lo 0-100.
Un’auto del genere necessita ovviamente di tecnologie costruttive molto evolute. La casa ha dichiarato di aver deliberatamente scelto i materiali più costosi e sofisticati presenti sul mercato, molti dei quali utilizzati nel settore aerospaziale. La monoscocca è realizzata in infusione di Zylon, o PBO, un polimero termoindurente 5 volte più resistente del Kevlar e dall’altissima stabilità termica, usato per la sovrastruttura dei Rover inviati su Marte. L’impianto di scarico è in Inconel, una superlega altoresistenziale al nichel-cromo, caratterizzata da un alta resistenza alla corrosione anche ad alte temperature, usata per le scatole nere degli aerei e per i condotti petroliferi. Il telaio è realizzato in un mix di fibre di carbonio, materiali compositi e leghe di titanio, che gli conferiscono elevate rigidità e leggerezza.
Il motore di questo bolide è realizzato interamente in fibra di carbonio, con i cilindri in ceramica stampata in 3D, caso unico al mondo. L’architettura del propulsore prevede 10 cilindri a V di 90°, 4 valvole per cilindro, 20 iniettori di carburante e due turbocompressori maggiorati in fibra di carbonio, ceramica e titanio. Ma poiché, come diceva un vecchio spot Pirelli, “la potenza è nulla senza controllo”, non poteva mancare una dotazione tecnica di tutto rispetto. Il cambio è automatico doppia frizione a 8 rapporti e la trazione è integrale. L’impianto frenante è costituito da pinze stampate in 3D in fibra composita rinforzata in magnesio e dischi carboceramici da 428 mm all’anteriore e 416 mm al posteriore. L’ago della bilancia si ferma ad appena 1300 kg, il che significa che il rapporto potenza/peso raggiunge il valore incredibile di 2,3 CV/kg. La potenza specifica è di 750 CV/litro, altro dato impressionante se si pensa che quella della già citata Ferrari SF90 Stradale è di 195 CV/litro. Anche l’aerodinamica è di un altro pianeta, e genera fino a 1740 kg di deportanza, oltre 400 kg più del peso della vettura stessa.
All’interno la Chaos non è da meno. I sedili sono ricavati direttamente dalla scocca e realizzati in Zytel, polimero della famiglia dei nylon caratterizzato da un alta resistenza alle abrasioni e agli urti. Non c’è da aspettarsi tecnologie ADAS di aiuti alla guida: questa è un’auto che vuole essere guidata. Non manca però l’head-up display con realtà aumentata, così come la connessione 5G, con tecnologia Car-to-X, che consente all’auto di connettersi con altre auto o con infrastrutture predisposte, oltre ovviamente che con lo smartphone. Il volante è allungato come quello delle monoposto da Formula1 e presenta un display al centro. L’intero abitacolo può essere rivestito in pelle o alcantara, a scelta dell’acquirente. L’illuminazione, sia interna che esterna, è affidata alla tecnologia Matrix LED.
La Greek Chaos non è certo un’auto comune. Del resto l’obiettivo dichiarato di Panopoulos non era quello di creare un’auto comune. La Chaos è nata con la missione di battere due importanti record, a cui spesso ci si riferisce nel definire e classificare le auto sportive. Il primo è il record sul giro al Nurburgring, ad ora detenuto dalla Mercedes-AMG GT Black Series, che ha girato in 6’43”616. Il secondo è quello di auto di serie più veloce al mondo, ora detenuto dalla SSC Tuatara (455 km/h). I record di accelerazione e frenata, contesi fino ad ora da Bugatti Chiron e Koenigsegg Regera, sembrano ampiamente disintegrati, almeno stando alla scheda tecnica, visto che l’auto non è ancora stata presentata ufficialmente e non ha ancora girato su pista. La produzione inizierà a Gennaio 2022, e sarà di appena 100 esemplari, al ritmo di 15-20 all’anno, rigorosamente realizzati a mano. Il primo esemplare è già stato ordinato, alla modica cifra di 12,4 milioni di euro. Chissà se ne vedremo mai qualcuna circolare per le nostre strade.