E-Gun: Mercedes ha provato la pistola cordless per i pit stop in F1
Come avevamo già anticipato in un altro nostro articolo precedente, il 2022 porterà con sé tantissime novità riguardo alla Formula 1. Abbiamo parlato dei copricerchi con i LED di McLaren, del comportamento delle nuove mescole, ma ora parleremo di una novità Made in Italy. Una soluzione all’avanguardia della tecnica riguarderà i pit stop. Dal prossimo anno vedremo gli avvitatori elettrici cordless (senza fili) E-Gun. L’azienda che li produce si chiama Dino Paoli ed è sita in Emilia Romagna.
La Mercedes ha testato queste nuove pistole in occasione dell’ultimo appuntamento del mondiale 2021 di Formula 1, ad Abu Dhabi. I vantaggi nell’utilizzare questo nuovo avvitatore sono molteplici: migliorerà l’efficienza del cambio gomme, ma i team troveranno queste nuove pistole più comode. Infatti, gli avvitatori elettrici potrebbero far sparire tutta l’attrezzatura che i meccanici dovevano montare per i weekend di gara, come ad esempio le bombole e il “castello” in fibra di carbonio e titanio. Tutto ciò andrà a vantaggio della logistica, in quanto ci saranno meno componenti da trasportare. Inoltre, per ogni pit stop, i meccanici dei box precedenti e successivi non dovranno più essere costretti a spostare i cavi e i piloti non saranno più costretti agli slalom per uscire dalle piazzole di sosta.
E-Gun: un passo in avanti verso la sostenibilità
In maniera indiretta l’introduzione delle E-Gun, gli avvitatori elettrici senza fili, aiuterà la Formula 1 a diventare uno sport più sostenibile. Il materiale da trasportare sarà ridotto e i vantaggi saranno visibili anche in termini prestazionali. I meccanici, senza avere i cavi delle pistole nelle vicinanze, avranno una maggior mobilità e potranno essere più precisi anche nel puntamento del dado della ruota.
La E-Gun, inoltre, dovrà avere le stesse performance della Hurricane, la pistola in uso fino a oggi che ogni team ha personalizzato nella gestione elettronica del “rilascio” della vettura una volta chiusi i quattro dadi delle ruote. Anche il meccanismo di costituzione delle E-Gun sarà più semplice. Non servirà, infatti, l’invertitore. Infatti, le pistole elettriche potranno con un semplice comando invertire il senso di rotazione per alternare la fase di svitamento a quella di avvitamento del nuovo pneumatico.
L’avvitatore si ferma una volta raggiunta la coppia necessaria, senza riscontrare quell’eccesso di potenza che a volte può comportare lo spanamento delle filettature dei dati. Proprio quest’anno, a Monaco, Valtteri Bottas è stato costretto al ritiro a causa di un dado spanato che non consentiva alla squadra di estrarre lo pneumatico per effettuare il cambio gomme. La squadra aveva spiegato che sono stati costretti a portare la monoposto in fabbrica per rimuovere la ruota dopo diversi giorni.
Gli avvitatori elettrici saranno personalizzati dai team
La pistola è stata ridisegnata per adeguarsi al dato dei cerchi da 18 pollici. Troviamo, infatti, un offset diverso e una carenatura in carbonio che renderà il pit stop più complesso. Infatti, per agganciare il dado con la pistola sarà necessaria una precisione maggiore rispetto a quanto necessario quest’anno. Le squadre personalizzeranno le pistole per facilitare le operazioni di cambio gomme. Per quanto riguarda la carica della batteria, ogni pistola avrà una carica sufficiente per garantire la copertura di un intero Gran Premio senza doverla ricaricare. Chiaramente, in questi mesi continueranno le evoluzioni di questi nuovi avvitatori elettrici.
Sicuramente le squadre avranno a disposizione già alcuni dati a riguardo. Con la personalizzazione delle E-Gun, vedremo avvitatori con soluzioni diverse per tentare di facilitare la già complessa operazione del cambio gomme. L’obiettivo è anche quello di limare quanto più possibile quel decimo di secondo che può fare la differenza in un mondiale tirato come quello visto quest’anno.
Prima dell’introduzione delle nuove regole viste quest’anno a stagione in corso, il pit stop più veloce era stato della Red Bull registrando un cambio gomme in 1,88 secondi. Con l’introduzione delle nuove regole a campionato in corso, che prevedono dei tempi minimi da quando si avvita il dado a quando il semaforo diventa verde, sono stati rallentati i pit stop. I tempi migliori registrati dal GP del Belgio in poi sono stati intorno ai 2,2 secondi.
Il motivo di ciò era da attribuire alla sicurezza: spesso i Team pur di fare i pit stop più rapidi possibili, rischiavano di mandare le monoposto in pista con le ruote non avvitate. Per i team che mandavano il pilota in pista con almeno una ruota avvitata male, c’era la multa per Unsafe Release. Di fatto, però, anche se multate, le monoposto erano già partite dalla piazzola di sosta e il rischio di perdere una ruota in pitlane, o peggio in pista, restava.