Da alcuni mesi, se non addirittura da oltre un anno, nel paddock della Formula 1 giravano delle indiscrezioni riguardo un potenziale interessamento del gruppo Volkswagen all’approdo in Formula 1 con Audi e Porsche. Quelle voci di corridoio, però, si sono rivelate veritiere: in un’intervista trasmessa dalla Volkswagen su YouTube, Herbert Diess, amministratore delegato di Volkswagen ha citato la crescente popolarità di questo sport come il motivo per cui due dei marchi della sua azienda potranno entrare in Formula 1. “Se sei coinvolto nel motorsport, dovresti puntare alla Formula 1“, ha detto. “Ecco dove l’effetto è maggiore. La Formula 1 si sta sviluppando in modo estremamente positivo in tutto il mondo“, ha aggiunto, in un cenno ai cambiamenti dei regolamenti dal 2017, quando Liberty Media ha preso il controllo della massima categoria automobilistica a ruote scoperte.
Ovviamente, oltre alla crescente popolarità di questo sport, ampiamente attribuita a iniziative come la serie TV Drive to Survive su Netflix, il Gruppo Volkswagen è attratta dalle credenziali ecologiche sempre più importanti della F1, non ultima la nuova formula del motore proposta per il 2026 che sarà sempre più elettrificata. Il marchio VW, però, non entrerà in prima persona: faranno affidamento su Porsche e Audi.
“Non puoi entrare in Formula 1 a meno che non si apra una finestra tecnologica“, ha detto Diess. “Serve un cambio di regole per entrare, così tutti partono dallo stesso punto. Hai bisogno di un nuovo sviluppo del motore e per realizzare il nuovo sviluppo del motore, hai bisogno di tre o quattro anni“, ha aggiunto.
Infatti, un costruttore, entrando con regolamenti già in atto da anni può impiegare dai 5 ai 10 anni per tornare ai vertici della categoria. Basti guardare il ritorno di Honda nel 2015. Nelle prime stagioni i ritiri per problemi erano continui. Nelle gare in cui i piloti riuscivano ad arrivare al traguardo, il risultato era comunque deludente se confrontato ai successi della McLaren-Honda degli anni ’90. Per tornare a vincere un mondiale (in questo caso Verstappen ha vinto il mondiale piloti 2021 su una Red Bull con motore Honda), il costruttore giapponese ha impiegato ben 6 anni. Per questo motivo il gruppo tedesco vuole puntare sul cambio regolamentare: è l’unico modo per ridurre il gap con i top team nella stagione d’esordio.
“Presumiamo che nel 2026, 2028 la F1 sarà ancora il più grande spettacolo di sport motoristici al mondo, anche più di oggi“, ha continuato. “Sarà più popolare in Cina e negli Stati Uniti, anche più di oggi e quindi sarà anche la più grande piattaforma di marketing per veicoli premium“.
La notizia ha creato curiosità e perplessità principalmente riguardo il fatto di far entrare due marchi dello stesso gruppo che saranno in competizione tra loro. L’amministratore delegato Diess ha ammesso che esiste ancora la possibilità che solo uno dei due costruttori arrivi sulla griglia. “In Porsche questo è già relativamente concreto, in Audi non così tanto“, ha detto. “Audi deve ancora decidere con quale squadra, ma entrambi hanno iniziato a sviluppare i motori“.
Mentre l’Audi è stata più volte collegata all’acquisizione del team McLaren, notizia poi categoricamente smentita, Porsche è stata collegata come partner a diversi team tra cui Red Bull, Aston Martin, McLaren, Williams e Sauber. Porsche tornerà in griglia per la prima volta in trent’anni, mentre l’Audi, che ha ridimensionato le sue attività sportive, molto probabilmente a causa della sua possibile intenzione di entrare in Formula 1, farà il suo debutto nell’ “apice del motorsport“. L’obiettivo è aumentare il numero di vendite sul lungo termine: Porsche realizza da sempre auto sportive, per cui tornare nel mondo della Formula 1 è quasi un obbligo.
Porsche, oltre ad essere stata incaricata di rimanere in Formula E fino al 2024, è attualmente alle prese con i preparativi per il suo ritorno alle gare di resistenza nel 2023, quando la sua hypercar biturbo parteciperà a numerose gare del mondiale WEC, tra cui la 24 Ore di Le Mans.