Roborace rappresenta il motorsport 2.0, ovvero una gara per le vetture a guida autonoma alimentate elettricamente. La guida autonoma nasce per rispondere a esigenze come: la riduzione degli incidenti stradali, causati per oltre il 90% dal fattore umano, per favorire una maggiore libertà di movimento a categorie che non possono guidare e per migliorare le prestazioni del veicolo risparmiando energia allo stesso tempo.
La guida autonoma negli ultimi anni ha visto crescere il suo interesse sia da parte dei privati che nel campo della ricerca rivoluzionando il settore automobilistico. L’obiettivo è quello di produrre veicoli autonomi ed integrarli negli ambienti dinamici cittadini, ricchi di imprevedibilità e svincolandoli completamente in maniera diretta dal fattore umano.
Sviluppato a partire dalla seconda metà della stagione 2015/16 di Formula E, Roborace utilizza le stesse vetture del campionato elettrico ma riadattate al differente contesto. Il patto è stipulato fra Formula E, FIA e la sezione di AI (Artificial Intelligence) dell’azienda statunitense Kinetic. Il progetto viene poi acquisito nel settembre 2019 da una start-up con sede a Londra, Arrival.
I team che competono fra loro partono dalla stessa vettura di base: telaio, powertrain e sospensioni sono uguali. Poi, ogni squadra ha il compito di sviluppare algoritmi e tecnologie di intelligenza artificiale differenti in tempo reale a seconda delle svariate condizioni di guida. Una volta che la vettura scende in pista non sono più possibili input esterni da parte del team, quindi l’auto seguirà il software sviluppato precedentemente.
Il software deve essere in grado di rimpiazzare il pilota umano a tutti gli effetti. Fra le task principali rientrano: rilevare la presenza di altri veicoli e localizzarne la posizione relativa, percorrere un determinato tipo di tracciato seguendo una certa traiettoria ad elevata velocità, sorpassare ed evitare ostacoli quando necessario, garantendo il massimo della sicurezza.
La prima stagione, denominata Alpha è un trial conclusosi nel 2019 che ha visto vari team a confronto. La stagione 2020-2021, denominata Beta, ha visto invece la partecipazione di un numero di squadre maggiore rispetto al campionato dell’anno precedente. I team sono passati a 7 con la presenza di 2 team italiani PoliMOVE e l’Università di Pisa.
Le vetture utilizzate sono state la DevBot e la DevBot 2.0. Entrambe si rifanno alla Robocar, primo prototipo di vettura racing a guida autonoma, ideato da Daniel Simon. Gli eventi delle precedenti stagioni sono visibili su Twitch, piattaforma utilizzata per la trasmissione in diretta dell’evento.
Quella del 2022 doveva essere la prima stagione a tutti gli effetti, ma è stata sospesa. Ad annunciare la notizia è Arrival, azienda proprietaria del progetto dal 2019. Roborace, rinominato Arrival R diventa una realtà di sviluppo software con focus sull’intrattenimento e svaghi ricreativi.
Roborace potrebbe continuare ad esistere ancora, ma sotto un altro nome e in una forma più ”virtuale”. A fine 2021 arriva la decisione, presa in seguito ad osservazioni finanziarie da parte dei manager aziendali che non hanno ritenuto l’attività redditizia.
Ma come fa un’auto ad avanzare da sola senza alcun input esterno da parte dell’uomo? La guida autonoma in ambiente racing si basa sullo sviluppo e la ricerca di tre aspetti software fondamentali: environmental perception, decision making e motion control.
Il motorsport 2.0 ha smesso di esistere? Assolutamente no, Roborace infatti non è l’unico campionato che ha visto gareggiare auto completamente elettriche e a guida autonoma. Già nel 2004, seppure il contesto era quello militare, l’azienda statunitense DARPA aveva un obiettivo: spronare e accelerare lo sviluppo delle tecnologie di Autonomous Driving e Artificial Intelligence per applicazioni militari.
La sfida fissata per il 13 novembre 2004, prevedeva di concludere il percorso da Barstow (California) fino a Primm (Nevada) nel deserto. Per il vincitore 1 milione di dollari in palio. Nessuna squadra fu però in grado di arrivare al traguardo e l’evento fu rinviato all’anno successivo.
Nell’ottobre del 2005, l’evento venne riproposto nella zona al confine fra California e Nevada. Ben 5 squadre completarono il percorso nel deserto di 132 miglia e alla Stanford Racing Team fu consegnato il primo premio di 2 milioni di dollari.
Più recente è invece l’Indy Autonomous Challenge, una competizione con diversi round per le monoposto a guida autonoma pensata da Dallara a novembre 2019. Dallara oltre ad aver avuto l’idea della tipologia di gara, ha anche fornito la vettura alle squadre partecipanti; ogni team aveva a disposizione due monoposto della serie Indy Lights già dotate di sensoristica di base per rendere più accessibile a tutti la competizione. Quindi, nonostante Roborace abbia cessato le competizioni, per gli appassionati della guida autonoma in ambito racing, le sfide non sono di certo finite.