Chi è appassionato di auto e di elaborazioni non può non conoscere le Hot Rod. Si tratta di uno stile di tuning tipicamente americano e fatto con auto americane che punta a stravolgere completamente il modello di partenza con delle elaborazioni esasperate sia a livello estetico che meccanico. Di fatto in queste vetture di originale non resta pressoché niente. Questo tipo di auto lo si riconosce immediatamente: si tratta di auto d’epoca, alleggerite di tutto, spesso senza paraurti, con motori estremamente potenti e ruote posteriori sovradimensionate. Di solito adottano livree con fiamme o fuoco, ma non sempre vale quest’ultima caratteristica.
I pionieri dell’Hot Rod iniziarono a montare ruote posteriori grandi per aumentare il rapporto di trasmissione ad alta velocità. All’anteriore, invece, si adottavano ruote più piccole per una minore resistenza all’avanzamento, quindi per un motivo prettamente aerodinamico. Di solito si trattava di auto a trazione posteriore: un altro motivo per cui si usavano ruote posteriori più grandi era quello di avere più trazione.
Il tutto partì nel 1932 con l’arrivo del motore Ford V8 Flathead (letteralmente testa piatta). Con questo motore iniziò la mania delle Hot Rod. Le Ford erano particolarmente economiche all’epoca, e le prime modifiche effettuate prevedevano il raddrizzamento dei tubi di scarico e l’aggiunta di più carburatori. Sempre nel 1932, Ford debuttò con la cosiddetta “Deuce“. Internamente conosciuta come Ford Model B, l’auto divenne lentamente una Hot Rod per eccellenza verso i primi anni ’40, e ancora oggi la Ford V8 “Deuce” rimane l’incarnazione del concetto più tradizionale di Hot Rod.
Dopo la seconda guerra mondiale, per questa nuova filosofia automobilistica accaddero grandi cose. Tutte quelle innovazioni utilizzate per la distruzione durante gli anni della guerra potevano essere utilizzate per lo sviluppo di nuovi motori e tecnologie. Gli aeroporti militari, poi, potevano essere utilizzati come piste di prova o di gara per le Hot Rod.
L’aumento del numero di possessori di queste auto particolari, così come la più ampia scelta di veicoli ammissibili ad essere elaborati, crearono la necessità di formare delle vere e proprie organizzazioni. Utilizzate principalmente nelle gare di resistenza sui tracciati sopra menzionati, queste speciali vetture avevano anche iniziato a circolare sulle strade cittadine. Divenne un’attività popolare nei fine settimana a partire dagli anni ’50, quando le riviste iniziarono a prestare attenzione a queste vetture così particolari. Presto, l’ascesa della musica rock-and-roll avrebbe fatto da boost per la popolarità di queste auto poiché i due fenomeni sociali si unirono per creare l’era “Grease”.
La prima mostra Hot Rod ebbe luogo nel 1948, presso la National Guard Armory a Los Angeles. L’evento segnò anche il lancio di Hot Rod Magazine, un’idea dell’editore americano Robert Petersen. 10.000 persone parteciparono alla mostra di Los Angeles. Nel 1951 venne costituita la National Hot Rod Association (NHRA), che segnò l’ingresso delle corse legali con queste vetture. Le corse su strada illegali furono sostituite da eventi che divennero noti come gare di “drag strips“.
La crescente popolarità di queste vetture segnò anche una divisione tra le filosofie. Coloro che aderirono ai principi della NHRA continuarono a correre in modo ufficiale e organizzato. Poi, però, ci furono anche quelli che decisero di voler restare ancorati alle origini, cioè le corse su strada a semaforo. Le auto che correvano su strada sarebbero state chiamate Street Rod. Il nome Hot Rod sarebbe rimasto solo sulle vetture che correvano per la NHRA.
Negli anni ’60, l’era delle Hot Rod iniziò a svanire. Iniziava a farsi strada una nuova categoria di vetture, le Muscle Car. Si trattava di auto già potenti appena uscite dalla fabbrica. Poi arrivarono le pony car, le versioni più piccole. Ciò provocò il declino di queste incredibili auto con le ruote posteriori enormi. Naturalmente, altri fattori come i prezzi della benzina e le difficoltà economiche contribuirono al decadimento di queste vetture. Negli anni ’80 la moda delle Hot Rod era già nell’ombra.
A partire dai primi anni ’90, le Hot Rod iniziarono lentamente ma inesorabilmente a tornare popolari. Solo che questa volta fu leggermente diverso. Non erano più auto economiche da realizzate e non erano neanche per la massa. Non si vedevano più sulle strade cittadine e, soprattutto, al giorno d’oggi non sono più diffuse come prima.
Le attuali vetture Hot Rod sono estremamente costose, in quanto si punta sempre alle massime prestazioni e alla miglior estetica possibile. L’industria delle Hot Rod è ancora in ascesa, con migliaia di costruttori di componenti ad alte prestazioni che ancora oggi rendono possibile per chi vuole, realizzare una vettura di questo calibro.
Inoltre, le gare consolidate a metà degli anni ’50 sono diventate un business multimilionario. C’è un giro di soldi che provengono principalmente da diritti televisivi, eventi e pubblicità e poi tornano nella creazione di queste incredibili macchine. La nuova ascesa di questa categoria è anche una conseguenza della mancanza di regole. Tutti trasformano tutto in Hot Rod, comprese motociclette e camion, partendo da rottami e convertendo veicoli esistenti. La necessità di ridurre il peso non è più il fattore determinante: conta più l’estetica e, qualche volta, anche le prestazioni.