Ferrari svela finalmente la 296 GT3, la vettura da corsa che nasce dalla 296 GTB, la più recente evoluzione del concetto di berlinetta sportiva a 2 posti a motore centrale-posteriore della Casa di Maranello. Si tratta di un progetto innovativo, in pista e fuori, che il costruttore italiano ha deciso di sviluppare per continuare la tradizione vincente che affonda le sue radici nel 1949, quando la 166 MM si aggiudicò la 24 Ore di Le Mans. Rispetto alla 488 che andrà a sostituire, troviamo tante novità dal punto di vista della progettazione, della gestione della vettura in tutte le fasi di un weekend di gara, dell’elettronica, fino alla nuova architettura del propulsore, un 6 cilindri turbo con angolo fra le bancate di 120°.
La Ferrari 296 GT3 segna il ritorno in pista di una Ferrari equipaggiata con un propulsore 6 cilindri anche se, in osservanza dei regolamenti tecnici, non è dotata dell’unità elettrica che invece caratterizza la 296 GTB. Per il motore a combustione interna V6 della 296 GT3, che deriva da quello della versione stradale, si è optato per l’introduzione della configurazione a ‘V’ da 120° con i turbo posizionati all’interno della ‘V’: ciò comporta una serie di vantaggi in termini di compattezza e riduzione di massa, ma favorisce anche il raggiungimento di elevati standard di potenza. Il propulsore è collocato in posizione più avanzata e abbassata rispetto alla versione stradale, a tutto vantaggio dell’abbassamento del baricentro e della rigidezza torsionale che, rispetto alla 488 GT3, segna un guadagno intorno al 10%. Ci troviamo di fronte un motore più leggero e compatto vista l’eliminazione di polmoni e supporti esterni, e la fluidodinamica beneficia della riduzione dei volumi aumentando l’efficienza in aspirazione.
Il motore è internamente chiamato Tipo F163CE. Come già anticipato è un 6 cilindri con angolo fra le bancate di 120 gradi ad iniezione diretta. La cilindrata è di 2.992 centimetri cubici. L’alesaggio è da 88 millimetri, mentre la corsa è di 82 millimetri. Ci troviamo di fronte, dunque ad un motore superquadro (cioè con alesaggio maggiore della corsa). La potenza massima erogata è di circa 600 cv, mentre la coppia raggiunge i 710 Nm.
Tutta la fluidodinamica interna del motore e le componenti specifiche adottate per la versione da pista del propulsore sono state studiate e messe a punto dagli ingegneri di Ferrari e dai suoi partner per garantire prestazioni, affidabilità e guidabilità senza compromessi, da sfruttare sia nelle gare “Sprint” che in quelle “Endurance”. Proprio per questa tipologia di competizioni, sono stati adottati tutti gli accorgimenti utili a limitare in maniera significativa i consumi, senza sacrificare le prestazioni, per consentire una maggior flessibilità nelle strategie di gara, e ridurre i tempi di intervento. L’alternatore, ad esempio, è attaccato al cambio, per migliorare la compattezza e la rigidità dell’insieme e rendere più agevole l’intervento dei meccanici.
Nella Ferrari 296 GT3 il cambio è nuovo e sviluppato appositamente per questa vettura. I progettisti hanno optato per l’adozione di un’unità frizione monodisco che è dotata di sei marce, disposta trasversalmente a tutto vantaggio dell’aerodinamica e della distribuzione dei pesi. L’attuazione della frizione è ora elettronica ed è controllabile al volante, anziché essere meccanica a pedale, mentre il cambio marcia ha un’attuazione elettronica. La miniaturizzazione dei componenti e l’utilizzo di materiali all’avanguardia hanno permesso di contenere il peso del cambio Xtrac. Il peso complessivo della vettura è di 1250 kg.
Il futuro di Ferrari nel panorama delle competizioni GT assume una forma sinuosa che si sviluppa attorno ai volumi della 296 GTB, ridefinendoli in funzione delle richieste della pista e delle performance grazie al lavoro di squadra tra Centro Stile, aerodinamici e progettisti. Per questo motivo il design della vettura, al netto delle appendici o degli elementi caratteristici della versione da corsa, ha mantenuto intatto il collegamento al modello di serie che già nella sua ideazione trova validi riferimenti in vetture come la 250 LM del 1963, perfetto connubio tra semplicità e funzionalità.
L’obiettivo degli ingegneri Ferrari è stato quello di creare una configurazione aerodinamica in grado di operare all’interno dei parametri omologativi, riducendo le sensibilità alle variazioni di assetto, a tutto vantaggio di performance, maneggevolezza e predicibilità della vettura. L’attenzione ai dettagli ha consentito un guadagno del 20% in termini di carico verticale sulla vettura rispetto alla vettura precedente. La geometria di tutte le componenti, da quelle del corpo vettura alle appendici alari, è stata studiata approfonditamente sia al variare delle condizioni operative, sia nelle mutue interazioni aerodinamiche, per ottimizzarne la performance e renderla robusta nei diversi contesti di gara anche in situazioni di scia dietro ad altre vetture.
Dallo splitter anteriore all’estrattore posteriore caratterizzato da un diffusore dal sofisticato disegno tridimensionale, la 296 GT3 spicca per la raffinatezza del design funzionale al raggiungimento della massima efficienza aerodinamica.
Intuitività, visibilità, accessibilità sono principi cardine attorno a cui sono stati definiti gli assi di sviluppo dell’abitacolo della 296 GT3, senza dimenticare aspetti fondamentali quali sicurezza e comfort. Nelle gare di resistenza, in particolare per i gentlemen driver, poter contare su queste caratteristiche è essenziale anche per la prestazione. Rispetto alla 488 GT3, l’abitacolo è stato completamente riprogettato sulla base delle indicazioni raccolte tanto dai piloti ufficiali quanto dai clienti. Il risultato è una cellula costruita per permettere al suo occupante di trovare rapidamente ed in maniera efficace la miglior posizione di guida, con le principali funzioni sempre a portata di mano.
Molti dei comandi e delle funzionalità sono state infatti trasferite sul nuovo volante, ispirato a quello delle monoposto di Formula 1, mentre la collocazione del sedile Sabelt permette una visibilità ottimale, tanto di giorno quanto di notte, oltre ad un nuovo livello di comfort anche per piloti con fisicità diverse. Infatti, i pedali e lo sterzo sono regolabili, pertanto possono essere adeguati alle preferenze di ogni pilota che si appresta ad entrare in pista.
L’impianto di condizionamento è stato studiato per garantire un’adeguata ventilazione in ogni condizione, a tutto vantaggio della concentrazione del pilota in ogni fase della corsa. Il telaio della 296 GT3, pur attingendo all’esperienza della 488 GT3, è completamente inedito ed è realizzato in alluminio. Esso risulta essere più leggero. La struttura di sicurezza è stata realizzata sfruttando le più sofisticate simulazioni e le più innovative tecnologie e ricerche, soprattutto sul fronte delle leghe e dei materiali.
Rispetto alla controparte stradale, la 296 GT3 si caratterizza per un passo allungato, all’interno dei limiti consentiti dal regolamento, per un disegno della sospensione inedito rispetto alla 488 GT3, con cinematiche e strutture dedicate.
I doppi bracci oscillanti, sia all’anteriore che al posteriore, sono progettati per offrire il massimo supporto in termini di aderenza anche alle alte velocità. Gli ingegneri hanno optato per il doppio triangolo sovrapposto sia all’anteriore che al posteriore. I bracci delle sospensioni sono in acciaio tubolare. Le sospensioni, così come le barre antirollio, offrono un ampio intervallo di regolazioni per stabilire volta per volta l’assetto ideale. Anche l’impianto frenante è stato rivisto e potenziato, con pinze e dischi (ora di 400 mm all’avantreno) di nuova concezione. Gli ammortizzatori sono regolabili a 5 vie. Completamente inediti, invece, i cerchi forgiati della 296 GT3, sviluppati e omologati in esclusiva da Rotiform per questo modello. Nella progettazione della 296 GT3 l’attenzione degli ingegneri Ferrari si è focalizzata nel miglioramento sostanziale della rapidità di intervento sulla vettura nelle fasi di gara e in quelle che precedono il via.
Da questo punto di vista, le operazioni per la modifica dell’assetto della 296 GT3 sono state agevolate rispetto al precedente modello, grazie ad un accesso facilitato alle componenti meccaniche ed elastiche. Sensibilmente migliorate anche le operazioni relative ai controlli sul propulsore o sui principali sistemi accessori, per ridurre i tempi di intervento sull’auto. La nuova Ferrari, tuttavia, si distingue anche per ciò che riguarda la sostituzione di parti importanti della vettura. Sia l’anteriore che la zona posteriore possono essere facilmente sostituite in pochi secondi grazie ad una serie di accorgimenti e soluzioni che garantiscono un rapidissimo rientro in pista in caso di danni che ne compromettano l’aerodinamica o la prestazione.