Le batterie delle auto elettriche sono un argomento sempre molto “hot” e spesso sono motivo di accesi dibattiti, soprattutto per ciò che riguarda il loro smaltimento e riutilizzo. Le batterie, ormai, al giorno d’oggi sono presenti semplicemente ovunque: console per videogiochi, smartphone, computer portatili, automobili, autobus, e tanti altri.
Francesc Sabaté, Responsabile del Test Center Energy (il centro di ricerca e sviluppo delle batterie Seat spiega cinque curiosità su di esse che alcuni sicuramente sapranno, ma altri lettori potrebbero essersi affacciati al mondo delle batterie per la prima volta e vorrebbero saperne di più.
La prima domanda, di base, che può venire in mente è: “Di che cosa sono fatte le batterie?“. Diciamo che ogni società ha una sua “ricetta” per realizzarle, ma grossomodo sono a base di ioni di litio, nello specifico con la combinazione chimica di nichel, manganese e cobalto. Gli elementi, poi, formano le celle che sono le unità più piccole che possiamo trovare nelle batterie. Le celle sono raggruppate in moduli e disposte in pacchi che, insieme all’elettronica di controllo, il sistema di raffreddamento, e il rivestimento, creano il pacco batteria pronto ad essere assemblato nel veicolo.
La seconda domanda più gettonata è: “Qual è la differenza tra la batteria di un veicolo ibrido e un veicolo elettrico?”. Principalmente la differenza risiede nella capacità di stoccaggio dell’energia. “In un veicolo elettrico, dove non c’è un motore endotermico abbinato come nel caso dell’ibrido, la batteria deve avere più capacità per percorrere la stessa distanza”. Ciò si traduce in un maggior numero di celle: nelle auto elettriche, infatti le batterie sono composte anche da 300 celle, mentre in quelle delle auto ibride, di solito troviamo circa 100 celle.
Altra domanda: “Quanto dura la vita di una batteria?”. La risposta a questo quesito è già un po’ più complessa: non esiste un valore generico. La vita della batteria dipende dallo stile di guida e dall’utilizzo che se ne fa. Principalmente ad incidere sulla durata della batteria incidono la frequenza di utilizzo, il numero di cicli di ricarica e la temperatura a cui viene esposta. Ad esempio, con il freddo, la batteria soffre particolarmente. Anche un caldo eccessivo non è salutare. Ad esempio Volkswagen garantisce la vita delle batterie per 8 anni, o comunque per 160 mila chilometri.
A quel punto, la quarta domanda è: “Come allungare la vita della batteria?“. La risposta è semplice, quanto “complessa” da attuare. L’auto va mantenuta in condizioni ottimali. Facile da dire, giusto? Ma nella pratica che cosa bisogna fare? Innanzitutto, bisogna ridurre al minimo possibile il numero di ricariche rapide effettuate. Con queste ultime, infatti, la temperatura della batteria sale eccessivamente, rovinandola nel lungo periodo. Un’altra condizione ideale sarebbe quella di tenere la percentuale di carica compresa tra il 40 e l’80%. Anche questo aiuta a preservarne la durata.
L’ultima domanda è: “Le batterie per le auto elettriche possono avere una seconda vita?”. La risposta è affermativa: dopo aver percorso 160 mila chilometri o comunque dopo gli 8 anni garantiti dal Gruppo Volkswagen, le batterie mantengono circa l’80% della propria capacità. Ciò si traduce in un’autonomia ridotta sulle vetture elettriche. Quindi con una ricarica completa si potranno percorrere meno chilometri rispetto a quando la batteria era nuova.
Quindi per l’uso automobilistico non conviene più usarla. Tuttavia con ancora l’80% di capacità disponibile, le batterie possono essere riutilizzate laddove è necessaria meno potenza rispetto a quanto richiesto dal muovere un veicolo che pesa alcune tonnellate. Ad esempio le vecchie batterie possono essere utilizzate come sistemi di accumulo di energia statica. Questo consente di utilizzare le batterie ancora per un lunghissimo tempo, evitando di doverle smaltire con largo anticipo e quindi impattare sull’ambiente.