Ekranoplano Lun – Nei primi anni ’40 del ‘900, su alcune emittenti radiofoniche americane non era inconsueto sentire una voce esclamare:
Più veloce di una pallottola! Più potente di una locomotiva! Capace di scavalcare i grattacieli con un solo balzo! Guarda! Su nel cielo! È un uccello! Un aereo! Superman!
Questa era, per l’appunto, la frase che introduceva il grande supereroe giunto sulla Terra dal pianeta Kripton, essere pressoché invincibile e dai superpoteri praticamente illimitati.
In un certo senso anche l’ekranoplano Lun, il protagonista di questa storia, può essere considerato una sorta di supereroe. A metà strada fra un aereo (questo mezzo è, o meglio era, in grado di volare) ed una barca (potendo sfiorare il pelo dell’acqua in volo e persino atterrare su di essa), il “Gigante del Caspio”, l’unico velivolo del suo genere ad aver preso servizio, dopo circa un trentennio passato in balia delle onde nel territorio del Daghestan verrà riconvertito in una sorta di nave-museo.
Non essendo un mezzo di trasporto comune, vale la pena spendere qualche parola su cosa sia esattamente un ekranoplano. Il termine deriva dal russo экраноплан, ossia ‘ekranoplan’ (letteralmente ‘schermoplano’), in quanto uno dei primi scienziati a progettare un velivolo di questo tipo fu l’ingegnere navale sovietico Alexeev Rostislav Evgenievich nel secondo dopoguerra.
Considerabile come il trait d’union fra un velivolo ed un natante, l’ekranoplano rientra nei cosiddetti WIG (Wing In Ground Effect) o, più recentemente, GEV (Ground Effect Vehicle), ossia nei veicoli ad effetto suolo. Sfruttando proprio questo principio fisico per il sostegno, accoppiato ad una forma particolare della scocca (con ali piuttosto tozze e code molto ampie e sviluppate), l’ekranoplano si muove planando a pochi metri dalla superficie dell’acqua.
Lo schema di volo di un velivolo di tale tipologia, in cui rientra anche l’ekranoplano Lun, è tutto sommato semplice. Una volta che il velivolo ha accelerato raggiungendo la giusta velocità, si sviluppa al di sotto di esso un cuscino d’aria dinamico che gli permette di sfruttare questa portanza volando a pochi metri sul livello del mare a gran velocità senza essere ostacolato dalla resistenza del fluido su cui plana.
A partire dagli anni ’60 gli ingegneri sovietici, che più di chiunque altro hanno compreso la tecnologia alla base del funzionamento del velivolo, intraprendono il programma top secret MK (dal russo Korabl’ Maket, letteralmente ‘modello di nave’). Questo programma ha lo scopo di sviluppare un ekranoplano di tipo civile che abbia le prestazioni velocistiche di un aereo ma che al contempo possa avere la capacità di trasporto propria di una nave.
Il risultato è un velivolo che di fatto è il “padre” dell’ekranoplano Lun: il KM-1, che vola per la prima volta nell’Ottobre del 1966. Questo mezzo sperimentale ha il record (tuttora imbattuto) di ekranoplano più grande del mondo, avendo dimensioni assolutamente impressionanti. La lunghezza infatti varia dai 92 ai 106 metri, a seconda delle modifiche della fusoliera., mentre la larghezza raggiungeva i 46 metri e l’altezza degli enormi piani orizzontali di coda era di 22 metri. Notevole anche il peso del velivolo, nell’ordine delle 540 tonnellate, che comunque non impedisce all’ekranoplano di volare ad una velocità di crociera di circa 550 km/h.
Come tutti i progetti sperimentali, anche questo purtroppo non è esente da incidenti in quanto due degli otto ekranoplani finiscono distrutti in altrettanti incidenti. Il primo, datato 1969, vede il velivolo incendiarsi dopo che, a causa della nebbia, questo colpisce il pelo dell’acqua a velocità di crociera. Il secondo arriva nel 1980, ed è ascrivibile ad un errore di manovra del pilota. Ciononostante, i decenni di sperimentazioni sono comunque serviti per porre le basi di velivoli come il già citato ekranoplano Lun e l’A-90 Orlyonok, di uso civile.
Arriviamo finalmente al protagonista della nostra storia, l’ekranoplano Lun. Nato dal progetto 903/ 902R negli anni ottanta del XX secolo, è l’unico esemplare completo della versione light (per modo di dire) e bellica dell’MK-1 della Marina sovietica, cui entra ufficialmente a far parte nel 1989 dopo anni di costruzione presso i cantieri navali sul Volga.
Come detto, dimensioni e peso sono contenuti rispetto alla precedente versione (è comunque lungo 74 metri, alto quasi 20 metri, presenta un’apertura alare di 44 metri e pesa circa 400 tonnellate), potendosi muovere ad una velocità di crociera massima di 500 km/h grazie a 13’000 kg/s forniti da ognuno degli 8 motori turbogetto Kuznetsov NK-87 montati ai lati della cabina di pilotaggio. A differenza del KM-1, però, questo ekranoplano risulta pesante dal punto di vista degli armamenti a bordo, in quanto il suo ruolo nella Marina sovietica è quello di velivolo anti-nave. Ed infatti, sul dorso dell’ekranoplano sono alloggiati ben 6 enormi missili da crociera anti-nave del tipo SS-N-22 Sunburn.
Questo velivolo sfrutta le caratteristiche del volo radente l’acqua per combattere le portaerei nemiche, perché questa peculiarità gli permette di eludere i sistemi radar del nemico piuttosto agevolmente. Con queste premesse, non è difficile immaginare una carriera bellica sfolgorante dell’ekranoplano Lun, ma non è così. A causa di problematiche meccaniche da un lato (problemi di stabilità e del controllo e limitata manovrabilità) e di sviluppi geopolitici avversi (nel 1991 avviene il crollo dell’URSS), questo velivolo infatti viene inesorabilmente messo da parte dalla Marina sovietica nel 1992.
Da inizio anni ’90 l’ekranoplano Lun giace tristemente in quel del Daghestan, sulle rive del Mar Caspio, in balìa delle onde e della ruggine. Il “Gigante del Caspio”, da oltre trent’anni, fa quasi malinconicamente da sfondo ai bellissimi tramonti della vicina città russa di Derbent che i tantissimi appassionati del genere non si lasciano scappare (sebbene l’area sia chiusa ed interdetta ai turisti).
Nel 2020, la triste sorte dell’ekranoplano Lun sembra però aver preso una lieta svolta, con l’intenzione di farlo diventare una nave-esposizione all’interno del museo militare russo e parco a tema in corso di realizzazione, il Patriot Park. Anche se, complice la pandemia da Covid-19 e un ritardo nei finanziamenti previsti, la nuova vita del velivolo dovrebbe concretizzarsi nei prossimi mesi, in modo tale da dare ancora lustro ad un mezzo di trasporto assolutamente particolare ed avveniristico.
E chissà che, con le voci che si rincorrono sulla rinascita dell’utilizzo degli ekranoplani da parte di USA e Cina per trasporto merci ad alta velocità, non si ritorni a parlare del Lun, il glorioso protagonista di questa storia!