Ferrari, un marchio che non ha bisogno di molte presentazioni in quanto il nome parla già da sé. La Casa di Maranello, infatti, è presente da sempre nel motorsport, anzi, la Ferrari è nata inizialmente solo come squadra corse dell’Alfa Romeo, da qui “Scuderia Ferrari”. Proprio questa grande vocazione sportiva porta il Cavallino a competere nei maggiori campionati, tra cui anche le gare americane, avvincenti e stimolanti: la Ferrari 612 Can Am è una vettura pensata per questo genere di competizioni.
La Ferrari 612 Can Am deriva dalla 350 Can Am, vettura del 1967 pensata per gareggiare nel Campionato Canadian – American Challenge Cup, da qui la sigla “Can Am”. Questa competizione automobilistica, svolta in Nord America tra il 1966 ed il 1974, era rivolta a vetture sport e, soprattutto, lasciava molta libertà progettuale e tecnica. Proprio per questo motivo, il campionato americano attirava i più grandi piloti di quegli anni come Hill, Brabham, Surtees ed Andretti, oltre a diverse case automobilistiche di rilievo tra cui Porsche, McLaren (con Bruce alla guida) e, naturalmente, Ferrari.
Così, nel 1966, Enzo Ferrari decide di preparare una vettura per questa serie di gare americane, basandosi sul telaio ed il motore della P3/4, con il propulsore da 4 litri poi maggiorato al fine di competere nel Can Am. Nel 1967, però, la differenza di prestazione con le altre vetture partecipanti era notevole, così il Cavallino decide di schierare un nuovo esemplare l’anno successivo.
La 350 Can Am, dunque, non ottiene il successo sperato, dovuto principalmente ad una cilindrata inferiore rispetto alle altre auto concorrenti. Perciò, nel 1968, la Ferrari ci riprova introducendo, all’ultima gara di campionato svolta vicino Las Vegas, la 612 Can Am, guidata da Chris Amon. Il nome “612” è riferito proprio al motore, ovvero un V12 da 6 litri di cilindrata.
Anche nel caso della 612 Can Am, il debutto nella pista di Stardust International Raceway non è piacevole. Il ritiro arriva nel corso del primo giro di gara, lasciando ancora dei dubbi in merito alle performance della vettura. La Ferrari lavora sodo per risolvere le problematiche, ripresentando la macchina nella stagione 1969 ed affidandola ancora a Chris Amon. I risultati furono nettamente migliori rispetto all’anno precedente, con la 612 Can Am che si aggiudica il secondo posto ad Edmonton, insieme a due terze posizioni ottenute a Watkins Glen e nei pressi di Lexington sul Cicuito di Mid – Ohio. Le auto americane, con cilindrate importanti, sono, dunque, ancora le vetture da battere.
Come anticipato, la Ferrari 612 Can Am è equipaggiata di un motore 12 cilindri a V, con inclinazione a 60°, disposto posteriore e longitudinale. La cilindrata era superiore di poco ai 6 litri (6222,16 cm3 per l’esattezza), mentre la potenza era di 620 cv a 7000 giri / min, lanciando la vettura a 340 km/h con una trazione al posteriore. Per quanto riguarda la distribuzione, essa avveniva tramite bialbero con camme in testa e 4 valvole per cilindro, mentre l’alimentazione era data da un sistema di iniezione diretta Lucas. Inoltre, la frizione era multidisco, la lubrificazione a carter secco e l’accensione del motore avveniva grazie a 2 spinterogeni.
Il telaio della Ferrari 612 Can Am era formato da tubolari in acciaio con pannelli in alluminio rivettati, mentre le sospensioni erano indipendenti a quadrilateri trasversali con molle elicoidali, ammortizzatori telescopici e barra stabilizzatrice, sia sull’anteriore che sul posteriore. I freni erano a disco. Parlando del cambio, la vettura del Cavallino montava 4 rapporti in aggiunta alla retromarcia, invece per quanto riguarda lo sterzo si ha un sistema “pignone e cremagliera”.
Passando alla carrozzeria, si nota una tipologia da spider a 2 posti, lunga 4200 mm, larga 2240 mm ed alta (si fa per dire) 890 mm, classiche caratteristiche di un’ auto da corsa. Il peso dichiarato a secco è di 700 kg, dunque senza pilota e carburante. Una delle curiosità inerenti alla Ferrari 612 Can Am è di avere una vistosa ala superiore, tendenza degli anni ’60 / ’70 diffusa tra diverse case automobilistiche ed anche in altri campionati, come la F1. In quel periodo, infatti, gli esperimenti tecnici ed aerodinamici erano svariati e l’utilizzo di un’ala superiore viene testato da molti, abbandonato (o bandito) negli anni successivi con l’introduzione di ali più ridotte.
La Ferrari 612 Can Am racchiude con sé tanta storia tecnica e sportiva che getterà le basi per gli sviluppi futuri. Il testimone verrà consegnato alla 712 Can Am nel 1971, vettura che introdurrà uno dei motori Ferrari con più cilindrata nella storia, circa 7 litri.
Credit immagine di copertina: ferrari.com