Nel corso degli anni abbiamo visto soluzioni estremamente interessanti. Le soluzioni che esaltano la versatilità e grande abitabilità interna sono solo alcuni dei criteri ai quali una ventina di anni fa si era ispirata Opel progettando la prima generazione della piccola monovolume Meriva, esposta in anteprima mondiale al Salone di Parigi del 2002. Questa vettura a cinque posti si inseriva nel segmento di mercato immediatamente inferiore a quello della Zafira che in quegli anni aveva riscosso un enorme successo tra il pubblico e con questa mirava ad ampliare ulteriormente il successo del costruttore tedesco nel mercato delle monovolume. Come la sorella maggiore si era fatta apprezzare per l’innovativo sistema Flex7 – che permetteva di trasformarla facilmente da una vettura a 5 posti in una a 7 posti e viceversa senza dover estrarre alcun sedile dall’abitacolo – la Opel Meriva proponeva l’innovativo sistema FlexSpace che permetteva invece di adattare i sedili posteriori ed il bagagliaio al variare delle esigenze dei passeggeri senza dover smontare od estrarre alcun sedile dall’abitacolo.
FlexSpace era una soluzione assolutamente inedita per il mercato automobilistico mondiale. Nella classica configurazione a 5 posti la Opel Meriva aveva 3 posti posteriori, ma per maggior comfort dei loro occupanti i due sedili posteriori esterni avrebbero potuto essere spinti separatamente all’indietro. La vettura poteva essere così trasformata in una spaziosa automobile a 4 posti con ampio spazi per le gambe e la testa degli occupanti paragonabili a quelli di molti modelli del segmento superiore.
D’altro canto, qualora occorresse maggiore spazio per i bagagli, i due sedili posteriori esterni potevano essere ripiegati in avanti, anche singolarmente, oppure abbassati fino al livello del piano di carico, mentre il sedile posteriore centrale poteva essere ripiegato. Oltre che su un elevato comfort di marcia, gli occupanti della Opel Meriva potevano così contare su un ampio spazio per i loro bagagli. Con tutti e cinque i sedili occupati, il bagagliaio aveva una capacità di 490 litri, di gran lunga superiore a quello di un’automobile compatta di tipo tradizionale. Se invece si utilizzavano i due soli sedili anteriori, proprio come avverrebbe su un furgoncino, la Opel Meriva aveva un vano di carico lungo quasi 1,70 metri e della capacità di oltre 1.300 litri.
Grazie a questa intelligente soluzione, gli interni potevano essere riconfigurati nel modo ideale a seconda delle proprie esigenze, specialmente se teniamo presente che le automobili compatte sono utilizzate prevalentemente da due sole persone per volta oppure dal solo guidatore e che raramente trasportano più di quattro persone.
Il discorso abitabilità di una vettura è ancora oggi un argomento importante. Non a caso, uno dei principali vantaggi delle moderne auto è quello che sono studiate appositamente per cercare di massimizzare l’organizzazione degli spazi e dei volumi. Il ruolo viene particolarmente semplificato nel caso delle auto elettriche: i veicoli a batterie montano motori elettrici che sono molto più piccoli dei tradizionali motori a combustione. Le batterie, di solito, posizionate sul pianale, non intralciano i passeggeri, anzi. Infatti, a parità di dimensioni di ingombro, i veicoli elettrici possono godere di un abitacolo più grande e più spazioso a seguito della riduzione delle dimensioni del cofano anteriore. Questo chiaramente non è un discorso che vale per tutti i modelli: le auto disponibili sia in versione elettrica che a benzina utilizzano la stessa carrozzeria, per cui l’abitacolo sarà lo stesso per le due motorizzazioni. Il discorso è diverso per le auto che sono progettate per essere esclusivamente elettriche tipo la Opel Rocks-e, o la Citroen Ami realizzate appositamente per l’utilizzo urbano.