Sauber Mercedes C9, la Sport Prototipo nata per vincere a Le Mans
Per molti la Sauber è soltanto un team di Formula Uno, ma in realtà non è così. Nel 1970, infatti, la scuderia elvetica nasce inizialmente come costruttrice di vetture sport approdando soltanto nel 1993 nella massima serie. Di mezzo, però, ci sono state le partecipazioni alle gare Sport Prototipo e la famosa collaborazione con Mercedes: negli anni ’80, così, nasce la Sauber Mercedes C9.
Sauber Mercedes C9, un primo anno difficile
La Sauber Mercedes C9 debutta nel 1987, erede della precedente C8. La prima stagione vede diverse difficoltà, innanzitutto economiche. Il principale sponsor è Kouros Racing, livrea con la quale la C9 debutta. Il badget, però, non è abbastanza alto da poter correre tutte le gare della stagione, dunque la Sauber partecipa soltanto ad alcuni appuntamenti.
Il secondo problema riguarda le prestazioni, non di livello nel 1987, nonostante il giro veloce a Le Mans ed una pole position, oltre ad un 6° posto come miglior piazzamento stagionale. Il potenziale c’è ma i risultati no, perciò lo sponsor Kouros Racing si ritira.
Le specifiche tecniche della vettura debuttante
Come detto, la vettura che debutta nel 1987 è l’erede della C8, la Sauber dell’anno precedente per la categoria Gruppo C classe 1 del Mondiale Sport Prototipi. Le caratteristiche dunque sono molto simili, con un telaio monoscocca in alluminio a nido d’ape rinforzato con fibra di carbonio, quest’ultima utilizzata anche per la carrozzeria insieme al kevlar. La tipologia di sospensione, studiata sia sull’anteriore che sul posteriore, è a doppi triangoli sovrapposti, con la presenza di ammortizzatori, molle elicoidali, barre di torsione e stabilizzatrici.
Gli studi aerodinamici della Sauber Mercedes C9
Elemento caratteristico della C9 è indubbiamente l’aerodinamica, studiata in maniera approfondita. I tecnici della Sauber, ad esempio, si sono ispirati al mondo aeronautico per il raffreddamento delle componenti meccaniche, il quale avviene grazie a 2 intercooler laterali posizionati davanti alle ruote posteriori. In particolare, le 2 prese d’aria sulle fiancate sono di tipo NACA, ovvero specifica studiata nel 1945 dalla National Commitee for Aeronautics (la NACA appunto, attuale NASA) sugli aerei. Questa tipologia di presa d’aria viene adottata più o meno negli stessi anni anche dalla Ferrari F40 e sulla Lamborghini Countach.
Nel complesso, la Sauber Mercedes C9 non è aerodinamicamente estrema, presenta però altri elementi interessanti, come uno splitter anteriore per incanalare i flussi sotto la scocca fino al diffusore posteriore che genera un effetto suolo. Il componete che invece si nota immediatamente è il grande alettone al retrotreno. Tutto ciò dona un enorme carico aerodinamico alla vettura che, addirittura, aveva 2 differenti specifiche: una per le piste “più guidate” ed una per tracciati come Le Mans, estremamente veloci.
Il motore Mercedes, cuore pulsante della vettura
La vettura debuttante del 1987 è equipaggiata di un motore V8, a 90°, Mercedes da 4973 cc, turbocompresso ed in grado di erogare fino a 700 cv. L’evoluzione si ha nel 1989, quando viene introdotto il nuovo propulsore da 720 cv, con testata in lega d’alluminio, doppio albero a camme e distribuzione a 4 valvole per cilindro. Inoltre, questo nuovo motore permette di consumare meno carburante, nonostante l’aumento di potenza rispetto all’unità precedente.
Il 1988, l’anno dei primi successi
Mercedes e Sauber, dopo la deludente stagione 1987, non abbandonano il progetto ma, anzi, investono tempo e denaro per il 1988, anno in cui i miglioramenti sono netti. La C9, ora con livrea AEG – Olympia, ottiene 5 vittorie oltre a diverse pole position e giri veloci, chiudendo il campionato seconda alle spalle della Jaguar XJR – 9.
Il vero problema della C9, però, si manifesta durante le qualifiche della 24 Ore di Le Mans, in cui la vettura elvetica è protagonista di un pericoloso incidente dovuto allo scoppio degli pneumatici posteriori. L’elevato effetto suolo generato dalla monoposto, infatti, compromette la tenuta delle gomme Michelin che devono sopportare pressioni altissime. L’accaduto preoccupa la Sauber che decide di ritirare le vetture, senza prendere ulteriori rischi.
La consacrazione, il 1989
Dopo un anno in cui la Sauber Mercedes C9 ha dimostrato un enorme potenziale, si giunge al 1989 con aspettative elevate. La vettura è totalmente argento, colore tipico delle famose “Frecce d’Argento“, ovvero le mitiche Mercedes degli anni ’50 in Formula Uno. La C9 vince tutte le gare del Campionato Mondiale Sport Prototipi, conquistando sia il titolo costruttori che piloti, quest’ultimo ottenuto da Jean – Louis Schlesser.
La stagione vede anche il grande successo alla 24 Ore di Le Mans, gara che la Mercedes non vinceva da 37 anni e che addirittura chiude con 2 equipaggi al primo e secondo posto. La superiorità è evidente, dimostrata anche dall’elevata velocità raggiunta dalla C9 sul rettilineo delle Hunaudières: 400 km/h.
L’ultima comparsa della Sauber Mercedes C9
Il 1990 è l’anno del pensionamento. La C9 corre la sua ultima gara in occasione della 400 km di Suzuka, vincendola. Le prove successive del Campionato Sport Prototipo verranno affidate alla C11, vettura che difenderà i 2 titoli vinti nel 1989 dalla C9. L’auto della scuderia elvetica verrà, poi, utilizzata negli anni per alcune esibizioni motoristiche, come il Festival of Speed di Goodwood.
Immagine di copertina: la Sauber Mercedes C9 al Festival of Speed di Goodwood. Credit: goodwood.com