Negli anni ’80, Eddie Jordan fonda la Jordan Gran Prix, scuderia che ha corso anche in Formula Uno dal 1991 al 2005, diventando uno dei team iconici del Circus. La popolarità della Jordan nel Mondiale è data principalmente dalle storie che orbitano intorno a questa scuderia: una di queste è il debutto di Michael Schumacher in F1 a bordo della Jordan 191.
Come anticipato, la Jordan esordisce in Formula Uno nel 1991, nome che, però, è già molto noto nel motorsport. Il fondatore Eddie, infatti, dopo aver abbandonato la carriera da pilota nel 1979, iscrive la sua scuderia ai campionati minori britannici, in particolare Formula Ford e Formula 3 britannica. Qualche anno successivo, la Eddie Jordan Racing approda nel Campionato Europeo Formula 3000, considerato propedeutico alla Formula 1. Così, nel 1989, Eddie inizia a valutare l’idea di entrare anche nella massima serie, avendo contatti con Gary Anderson, progettista rinomato al tempo. Sul finire del 1990, la FIA approva il progetto, dando via libera al debutto della Jordan 191 l’anno seguente.
Come sappiamo, il motorsport è fatto di intrecci e per quanto riguarda la Jordan non si fa eccezione. Parlando, dunque, del motore per la 191, Eddie Jordan pensa al V10 Judd, molto rinomato per le sue prestazioni. La casa motoristica inglese, fondata da John Judd e Jack Brabham (ex pilota F1), forniva il suo prodotto già a diversi marchi ottenendo un successo discreto. La scelta, però, poi cadde sul V8 Cosworth grazie ad un incontro tra Ferguson, direttore operativo Ford, ed Anderson, il già citato progettista Jordan. La Ford assicura, infatti, la fornitura del V8 HB alla Jordan come trattamento di favore rispetto agli altri team “minori” sulla griglia, i quali erano anch’essi equipaggiati Ford ma con tipologia DFR, meno performante.
Interessante, inoltre, lo studio riguardante le sospensioni. Esse erano push rod, tipologia che consente un’elevata tenuta di strada tramite uno schema a triangoli rovesciati ed un puntone sul quale agisce la pressione. Innovativo anche il progetto del monoammortizzatore all’anteriore che, però, creava diversi problemi di beccheggio della vettura. Questa soluzione viene comunque ripresa dalla Ferrari nel 1992. Per quanto riguarda il cambio Hewland, invece, è trasversale e manuale a 6 marce + retro.
Le linee della monoposto irlandese per la stagione 1991 sembrano semplici ma, in realtà, vi è, anche in questo caso, uno studio approfondito. Uno dei primi elementi che si notano immediatamente è la conformazione del musetto, ispirata molto alla Tyrrell 019 dell’anno precedente. Un po’ come sulla Benetton B191, anch’essa del 1991, si ha il muso semirialzato e stretto ma, a differenza della B191, non si hanno dei sostegni verticali centrali per l’ala. Questa, infatti, è un particolare unico, curvo verso l’alto nella parte mediana e con due vistose bandelle verticali laterali, insieme ad alcuni splitter. Tutto ciò serviva a direzionare i flussi direttamente verso le fiancate.
Impressionante il posteriore. Il retrotreno della Jordan 191 aveva una “zona coca cola” molto accentuata, in cui appunto si nota il raccordo delle pance laterali che convergono in un’area abbastanza ristretta del posteriore. Il cofano è estremamente “aderente” al corpo vettura, così tanto da riprendere la forma del filtro dell’aria, mentre l’airscope (presa d’aria superiore) è molto pronunciato ed allungato fin sopra la testa del pilota.
L’effetto suolo, inoltre, era esasperato grazie a due canali Venturi nella zona degli estrattori d’aria, ancora al posteriore. In quegli anni, infatti, le monoposto F1 sfruttavano al massimo la ridotta altezza da terra per creare un effetto aerodinamico altissimo. La Jordan B191 esprime al meglio questo concetto, non tanto per quanto riguarda il carico ma soprattutto in merito alla riduzione di attrito con l’aria. Altro elemento innovativo era il telaio, monoscocca in fibra di carbonio a differenza della tipologia divisa in due componenti, adottata dai top team come Ferrari e McLaren.
La Jordan 191 scende per la prima volta in pista nell’inverno tra il 1990 ed 1991 per le sessioni di test. La vettura, in livrea completamente nera con solo il logo Jordan, viene collaudata da John Watson, pilota che ha corso diversi anni in Formula Uno ottenendo risultati discreti, con team come McLaren, Lotus e Brabham. Le prime impressioni dopo il collaudo sono subito molto buone, con Watson che parla di una monoposto veloce e semplice da guidare, oltre ad ottime risposte da parte del V8 Cosworth.
Parlando della colorazione vettura, invece, si hanno delle storie curiose. Eddie Jordan cercò diversi sponsor durante i test, tra cui Camel che, però, preferì la Benetton. Si fece così avanti il gruppo Pepsi con la 7 Up, donando, perciò, una livrea completamente verde alla monoposto, ad eccezione delle fiancate blu dedicate alla Ford. Proprio basandosi sul colore, Eddie Jordan cercò possibili sponsor che avessero come colorazione aziendale il verde per avere, quindi, una livrea più armoniosa ed uniforme possibile. L’idea di Eddie si concretizza e viene appoggiata anche dal Ministero del Turismo irlandese, in quanto il verde sia il colore ufficiale della nazione ancora oggi.
Per le regole vigenti in quegli anni, la monoposto irlandese dovette disputare le sessioni di prequalifica. Il regolamento, infatti, prevedeva che i team esordienti non potessero accedere direttamente alle qualifiche dei GP. La Jordan supera agevolmente il taglio per la prima parte di stagione, così per le restanti gare sarà ammessa automaticamente alle qualifiche. Il rendimento, nel corso del 1991, era discreto grazie a diversi piazzamenti in zona punti insieme al giro veloce in gara in Ungheria. La squadra concluse la stagione al quinto posto della classifica Costruttori.
Ad inizio stagione, la Jordan 191 viene affidata ad Andrea De Cesaris ed il belga Bertrand Gachot ma, nel corso del 1991, la squadra subisce dei cambiamenti. Tutto ha inizio a ridosso del Gran Premio del Belgio quando Gachot viene arrestato a Londra, dunque la Jordan cerca il sostituto. A farsi avanti è la Mercedes che, grazie ai suoi maggiori sponsor Dekra e Tic Tac, propone un giovane tedesco dalle ottime doti, un certo Michael Schumacher. Eddie, dopo un test a Silverstone prima del GP di Spa, accetta: Schumi debutta in Formula Uno, correndo la sua prima gara il 25 Agosto 1991, sul circuito belga.
Il Kaiser durante il GP si mette subito in luce per le sue doti, impressionando l’allora direttore sportivo della Benetton, Flavio Briatore. Egli, perciò, contatta Eddie Jordan per proporre uno scambio di piloti già dal Gran Premio successivo, a Monza. Dopo alcune discussioni ed opinioni all’interno del paddock, Jordan e Benetton trovano l’accordo: Roberto Moreno in Jordan e Schumi al team di Briatore.
I cambi alla guida della Jordan 191, però, non finiscono qui. Infatti, dopo l’approdo di Moreno nel team inglese, i risultati non soddisfano Eddie, il quale lo sostituisce con il nostro Alex Zanardi. Nessuno dei piloti sostituti di Gachot, però, ottenne punti nell’arco delle gare rimanenti dopo Spa. De Cesaris, invece, chiuse al 9° la stagione 1991. L’anno successivo, la Jordan 191 lascia il testimone alla 192, rimanendo comunque nella storia come la prima vettura su cui Schumi si presenta alla Formula Uno.
Immagine di copertina: la Jordan 191 guidata da Michael Schumacher. Credit: speedmastercars.com