Fiat Panda 4×4 Restomod: ecco il progetto della IB Cycles
Inglourious Basterds Cycles (qui il link alla pagina Facebook) è una azienda del ferrarese specializzata nella realizzazione di moto custom, ma non solo. Il loro ultimo progetto è un restomod della Fiat Panda 4×4 di prima generazione. Ho contattato personalmente uno dei fondatori Vincenzo Ciancio, che ringrazio sentitamente, per conoscerne tutti i segreti e per sapere qualcosa di più sull’azienda.
Vincenzo, raccontaci un po’ di te e della Inglourious Basterds Cycles
“La Inglourious Basterds Cycles è nata nel 2012 dalla passione per la meccanica e per le motociclette comune a me, Armando Mangherini, Massimo Mazzini e Antonello Spada. Questa passione ci ha spinto a forgiare veri e propri modelli unici, come la Bastarda, la nostra prima creazione in assoluto. Con lei abbiamo partecipato al campionato del mondo del 2013 dedicato a questa “disciplina” e abbiamo vinto nella specifica categoria “Classe Retro modified“. Negli anni successivi abbiamo iniziato anche a occuparci di automobili, lavorando anche per conto di aziende del settore piuttosto importanti. Attualmente il nostro staff conta una quindicina di persone, e in più collaboriamo con vari artigiani della nostra zona.”
Com’è nata l’idea di progettare e costruire la Fiat Panda restomod?
“Premettiamo che l’idea originale era quella di effettuare il restomod della mitica Fiat Campagnola. Ci siamo resi conto però che sarebbe stata una sfida molto complicata per molteplici fattori. Uno di questi può risiedere nella difficoltà di trovare pezzi di ricambio, che tra l’altro non sono neanche troppo economici. Abbiamo quindi iniziato a fare, quasi per gioco, un rendering su cad di una ipotetica Fiat Panda restomod. Il risultato non era male, per cui abbiamo deciso di andare a fondo e ora eccoci qua.”
Qual è in particolare la Panda da cui siete partiti e quali sono le modifiche che avete in programma?
“La base è una Fiat Panda 4×4 del 1996, e per prima cosa l’abbiamo dotata del motore 1.2 quattro cilindri 8V alimentato a benzina della Fiat Punto 75 (prima generazione), sostituendo quindi il 1100 i.e. con il quale usciva di fabbrica. Le ragioni principali per le quali abbiamo scelto il 1.2 a 8 valvole risiedono nell’affidabilità e semplicità di questo motore e della facilità di reperire i relativi pezzi di ricambio. Una conseguenza è che è facile ed economico da riparare, e se vogliamo questo aspetto è comune alla prima Fiat Panda. È per questi motivi che lo abbiamo preferito ad esempio al 1.4 100 CV a benzina o al 1.3 Multijet, montati entrambi sulle Grande Punto.
A questo motore faremo apportare delle modifiche. Prima di tutto abbiamo intenzione di aumentare la potenza a disposizione, arrivando con vari affinamenti a 80-85 CV. Non pensiamo di andare oltre al momento perché prima di tutto viene l’affidabilità. Però al motore termico verrà affiancato un piccolo motore elettrico che dovrebbe portare la potenza totale a circa 90 CV. Di fatto si tratterà di un sistema mild hybrid, che stiamo sviluppando in collaborazione con la Newtron, un’azienda italiana specializzata in impianti per la riqualificazione elettrica e ibrida delle auto. Questa soluzione ci permetterà di ottenere una maggiore spinta ai bassi regimi. Vi sono poi i vantaggi relativi all’utilizzo in città, in particolare mi riferisco alle Ztl.”
Invece come avete lavorato per quanto riguardo trasmissione e gestione della trazione integrale?
“Abbiamo lavorato con un grande specialista in materia che è Amilcare Artioli. È stato deciso di utilizzare un cambio a cinque marce ma senza ridotte, in quanto bisognerebbe apportare ulteriori modifiche per reggere le ulteriori sollecitazioni a cui sarebbe sottoposta la meccanica. Varierà invece la rapportatura, con la quarta e la quinta marcia che saranno un po’ allungate.
La trazione integrale sarà a gestione manuale. Ciò significa che si potrà viaggiare anche utilizzando la sola trazione anteriore e, all’occorrenza, passare alla 4WD. Il tutto è gestito da un sistema di mozzi liberi pensato anch’esso da Artioli.”
Due parole sugli interni: quanto cambiano rispetto alla Panda originale?
“Agli interni abbiamo messo mano in maniera abbastanza pesante. In primis, per stare al passo coi tempi abbiamo deciso di dotare la plancia di due display che saranno integrati in una fascia unica in vetro che la percorrerà da una estremità all’altra. Il display centrale servirà per gestire tutte le funzioni di bordo, climatizzatore compreso. Questa risulta essere la nostra unica concessione elettronica, che tuttavia non andrà a interagire con la meccanica del veicolo. Sulla vecchia Panda poi manca un tunnel centrale, che penso sarà implementato sul nostro restomod, assieme magari a due maniglie centrali che potranno rivelarsi utili nella guida in fuoristrada.”
Immagino abbiate lavorato anche sul confort, punto debole della vecchia Panda
“Sì, e posso dirti che personalmente guido quotidianamente da mesi una Panda per rilevare quelle che sono tutte le criticità inerenti la qualità della vita a bordo. Una di queste è l’elevata rumorosità. Per migliorare l’insonorizzazione abbiamo collaborato con la Dynamat, la quale ci ha fornito un materiale altamente isolante che risponde perfettamente alle nostre esigenze, e abbiamo dotato le portiere di doppie guarnizioni. Per quel che riguarda i rivestimenti, li lasceremo scegliere al cliente (d’altronde si tratta di un prodotto artigianale che sarà realizzato su misura).”
La posizione di guida sarà modificata anch’essa?
“Sì, perché se ci pensiamo non è esattamente comoda. Oltre al sedile e al volante, con quest’ultimo che sarà regolabile, verrà avvicinata al guidatore la leva del cambio, che sarà un po’ rialzata come nell’ultima Panda. In questo modo sarà più facilmente raggiungibile e la corsa sarà più breve. Abbiamo anche intenzione di centrare maggiormente la pedaliera. Tutte queste modifiche favoriranno anche i guidatori più alti. In più renderemo la guida un po’ più confortevole adottando u”
Puoi parlarci invece più approfonditamente delle modifiche apportate esternamente?
“Partiamo dal frontale. Rispetto alla Panda prima serie i proiettori sono a led e con forma ad anello, incastonati in un elemento quadrato. Inoltre saranno previsti due faretti aggiuntivi ancorati al bull bar. Come puoi vedere, il cofano non sarà perfettamente piatto ma avrà un power dome. Abbiamo cercato in qualche modo di omaggiare la Fiat Campagnola, anche se ai più potrebbe ricordare la Land Rover Defender. In realtà, ci tengo a dirlo, è stata l’inglese ad ispirarsi all’italiana. La carreggiata è stata allargata, con passaruota maggiorati in modo da poter ospitare da gomme da 15 pollici con pneumatici che saranno forniti da Michelin. Dietro invece abbiamo sdoppiato il portellone, con la parte inferiore che potrà fare da ribaltina, in stile Range Rover. Tutte le parti della carrozzeria saranno realizzate da noi. Sono previsti anche dei rinforzi alla carrozzeria stessa. Infine, l’altezza da terra aumenterà, passando dai 18 cm dell’originale a 35 cm. Questa modifica l’abbiamo studiata per migliorare le performance in fuoristrada.”
A questo proposito ti chiedo come avete studiato l’assetto e se avete implementato una regolazione attiva delle sospensioni
“Partendo dalle sospensioni attive, non le abbiamo adottate perché riteniamo che sarebbe stata un’ulteriore complicazione, in quanto sarebbero state da collaudare e omologare. Per lo stesso motivo non sono presenti sistemi come ABS e ESP. Lo schema sospensivo rimarrà invariato, quindi un McPherson all’anteriore e un ponte rigido al retrotreno. Il gruppo sospensioni è fornito dalla GB Assetti, azienda con esperienza nei raid nord-africani e quindi una vera garanzia.”
Entro quando contate di iniziare a vendere la Fiat Panda 4×4 Restomod, e a che prezzo orientativamente?
“La nostra intenzione è quella di iniziare con i preordini a dicembre. Al momento abbiamo già la disponibilità di una quindicina di clienti ad acquistare la nostra Panda 4×4 restomod. Una volta concluse tutte le omologazioni necessarie puntiamo a produrre un massimo di 10 esemplari all’anno. I tempi di consegna previsti non inferiori ai 14 mesi. Ricordiamo infatti che le nostre Panda 4×4 Restomod saranno tutte esemplari unici, completamente personalizzabili dal cliente in ogni dettaglio. Chissà, in futuro potremmo anche fornire la possibilità, ad esempio, di avere un cambio automatico, che sarà del gruppo Fiat chiaramente.”
Un’ultima curiosità: mi puoi dire qualcosa riguardo a vostri progetti futuri?
“Nell’immediato siamo al lavoro su una Suzuki Hayabusa che consegneremo al cliente che ce l’ha commissionata a dicembre. Posso dirti che si tratterà di una custom carenata con tutte le componenti realizzate in alluminio battute a mano, con aggiunta di qualche soluzione stilistica che strizza l’occhio al mondo automotive.
Più avanti vorremmo realizzare una tre ruote ex novo sulla falsariga delle Morgan 3-Wheeler e Super 3, che è la sua erede. Stiamo parlando quindi di un mezzo con due ruote davanti e una dietro centrale, con motore anteriore e trazione posteriore. La nostra sarà però al 100% Made in Italy con uno stile unico e livree che si rifaranno a quelle usate dalle auto da corsa italiane negli anni ’30 e ’40.”
Considerazioni sul progetto Fiat Panda 4×4 Restomod
Sono rimasto positivamente colpito dalla passione che guida Vincenzo e la sua azienda nella realizzazione dei loro lavori, e in particolare del restomod della Fiat Panda 4×4. Mi piace poi l’idea di realizzare dei pezzi unici 100% Made in Italy fatti completamente a mano e completamente personalizzabili. Questo mi ha subito fatto venire in mente quello che era il mondo delle auto sportive degli anni ’50 e ’60, che venivano spesso realizzate in esemplari unici da varie carrozzerie a partire da una base specifica. Porto l’esempio della Ferrari, giusto per restare in terra emiliana. La casa di Maranello, infatti, ha collaborato nei suoi primi vent’anni di storia con varie carrozzerie come Scaglietti, Touring, Ghia, Vignale, Pininfarina, fornendo loro i telai e dando vita così a delle vere e proprie opere d’arte.
È appezzabile infine l’idea di un dar vita a un restomod della Fiat Panda 4×4 in quanto si tratta di un modello non sportivo, ed è in fin dei conti una novità. Solitamente infatti si punta su modelli sportivi – vedi la Delta o la 037 – mentre in questo caso la scelta è caduta su un modello popolare, seppur di grande successo e vera e propria icona.