25 Oct 1998: Ricardo Zonta of Brazil and Klaus Ludwig of Germany driving the Mercedes Benz CLK LM during the Vista Fia GT Championship at the Laguna Seca Raceway in Monterey, California.

In molti direbbero: “Squadra che vince non si cambia”. In questo caso si parla di auto ma il concetto dovrebbe essere lo stesso, non per Mercedes evidentemente. Nel 1998, infatti, la Casa della Stella pensa che la già competitiva quanto vincente CLK GTR debba trovare una degna erede, cedendo quindi il testimone alla Mercedes CLK LM. Dunque, vediamo nel dettaglio la storia di questa vettura.

Un limite che viene spostato sempre più in alto

Il 1998 segna un punto di svolta per la Mercedes. La Casa di Stoccarda, infatti, non vuole più accontentarsi di confermare i Titoli Costruttori e Piloti vinti l’anno precedente ma punta a qualcosa di più. L’ambizione, quindi, riguarda il tornare a gareggiare nella 24 Ore di Le Mans, competizione a cui manca dal 1991 con la mitica Sauber C11, erede della C9. Dunque, il progetto del 1998 è proprio quello di creare una vettura che si sposi al meglio con il blasonato tracciato francese: nasce la Mercedes CLK LM, erede della CLK GTR.

Mercedes CLK LM
La Mercedes CLK GTR in azione, 1997. Credit: goodwood.com

Dietro questa scelta coraggiosa della Mercedes, però, c’è di più. Come già detto in altri articoli simili, la fine degli anni ’90 segna un ritorno importante di vetture da corsa estreme nel Campionato Endurance, in cui il regolamento FIA concede molto alle Case. Proprio per questo motivo, quindi, diversi costruttori sono interessati al Mondiale, intravedendo la possibilità di esprimere al meglio le proprie conoscenze tecniche, senza grandi limiti. Mercedes, vedendo squadre come Porsche, Toyota e BMW, perciò, preferisce evolvere la propria vettura per non abbassare il proprio livello di competitività.

Mercedes CLK LM, il passaggio da V12 a V8

Il nuovo ambizioso progetto si basa innanzitutto su un motore differente. I tecnici di Stoccarda, infatti, equipaggiano la Mercedes CLK LM di un propulsore V8, più piccolo e leggero rispetto al precedente V12 della CLK GTR, ma con una potenza pressoché uguale. Il motore per la stagione 1998, quindi, è portato all’estremo in modo tale che possa sviluppare anch’esso 600 cv, con una cilindrata di poco inferiore ai 5 litri (4.986 cc). Come imposto dal regolamento riguardante la categoria GT1, poi, vengono inserite delle flange di strozzatura sui collettori di aspirazione, al fine di introdurre meno aria ed abbassare la potenza.

Mercedes CLK LM
Il motore V12 Mercedes montato sulla CLK GTR. Credit: bid.goodingco.com

Anche le dimensioni della Mercedes CLK LM variano rispetto alla sua antenata. Si hanno, quindi, una lunghezza di 4900 mm, la larghezza di 1999 mm ed un’altezza di 1119 mm. Proprio quest’ultimo dato sarà ripreso più avanti quando si parlerà dell’aerodinamica, altro elemento importante della vettura tedesca. In merito al peso, invece, il valore è di 940 kg, di molto inferiore ai 1545 kg della CLK GTR, in gran parte dovuto alla diversa tipologia di motore adottato.

Telaio ed aerodinamica

Abbiamo parlato di peso, dunque approfondiamo il discorso in merito. Come anticipato, il motore V8 della Mercedes CLK LM è indubbiamente un fattore principale che influenza questo parametro, ma non l’unico. Un altro aspetto, infatti, è dato dal telaio monoscocca in fibra di carbonio, stesso materiale adottato per la carrozzeria. Quest’ultima, poi, si ricollega al discorso inerente l’altezza della vettura, più bassa rispetto alla CLK GTR, rendendola, quindi, più performante da un punto di vista aerodinamico e non solo. Il baricentro, ad esempio, si abbassa, con conseguenza maggior tenuta della vettura, oltre ovviamente al miglioramento di attrito con l’aria.

Mercedes CLK LM
Vista laterale della Mercedes Benz CLK LM, in cui si nota lo “schiacciamento” a terra della vettura. Credit: gettyimages.it

Per quanto riguarda la linea della carrozzeria, invece, essa è molto fluente verso il posteriore, come si nota dell’immagine sopra. Il muso basso presenta qualche appendice aerodinamica, mentre sulle fiancate spiccano prese d’aria e minigonne al fine di convogliare i flussi al posteriore. Al retrotreno, quindi, si ha un diffusore nella parte inferiore del veicolo e un’ala nella parte superiore, insieme a degli spoiler che migliorano il carico. Infine, sul tetto dell’abitacolo è posizionata una presa d’aria per raffreddare il motore, posteriore, mentre i radiatori ora sono alloggiati lateralmente, sulle fiancate.

Mercedes CLK LM
Il posteriore della vettura. Credit: gettyimages.it

La meccanica ed altri dati tecnici della Mercedes CLK LM

In merito ad altre caratteristiche inerenti la vettura 1998, non si hanno grandi differenze rispetto l’anno precedente. La trazione è posteriore, data da una trasmissione con cambio sequenziale a 6 rapporti, mentre l’impianto frenante presenta 4 dischi in carbonio autoventilanti. Lo sterzo è servoassistito. Passando alle sospensioni, la Mercedes CLK LM è dotata della tipologia pull rod, quindi lo schema è formato da triangoli sovrapposti con ammortizzatore. Questa è una scelta molto particolare, in quanto, come sappiamo, la maggior parte delle vetture da corsa sono fornite di sospensioni push rod, più performanti soprattutto da un punto di vista della tenuta (in particolare negli anni ’90).

Mercedes CLK LM
Antonio Giovinazzi alla guida della monoposto Alfa Romeo Racing 2019, classico esempio di vettura con sospensione push rod.

La pull rod, però, consente un peso inferiore e, avendo le componenti più in basso rispetto alla push rod, si ha un baricentro migliore. La push rod, quindi, ad oggi è più utilizzata anche per praticità durante la manutenzione, avendo gli elementi posizionati più in alto. Riguardo la performance tra le due specifiche, invece, negli anni essa è diventata molto simile, con la scelta che si basa, quindi, anche sugli ingombri disponibili. Infine, in merito agli pneumatici, la Mercedes CLK LM è gommata Bridgestone, mentre il carburante è fornito da Mobil.

24 Ore di Le Mans 1998: il debutto della Mercedes CLK LM

Come indica la sigla LM nel nome, la monoposto tedesca pensata per le gare Endurance ha come obiettivo la 24 Ore di Le Mans. Nei mesi che precedono la gara francese, quindi, Mercedes lavora al progetto della nuova vettura in maniera segreta, non destando sospetti. Infatti, nei primi due appuntamenti stagionali, Stoccarda schiera ancora la CLK GTR, come detto vettura già molto performante ed in grado di ottenere le prime due vittorie del Campionato 1998. Così, dopo una lunga sosta per agevolare le squadre nella preparazione vetture in vista di Le Mans, si giunge al tanto atteso appuntamento sul Circuit de La Sarthe.

Mercedes CLK LM
Scatto recente della Curva Dunlop sul Circuito di Le Mans, ancora oggi punto iconico della pista. Credit: 24h-lemans.com

Già dalle prove del giovedì le due Mercedes CLK LM sembrano soffrire la velocità delle Toyota GT-One ma, grazie ad un accorgimento aerodinamico interessante, Bernd Schneider ottiene la Pole Position per le Frecce d’Argento. Sulle vetture di Stoccarda, infatti, vengono inseriti dei copricerchi aerodinamici che consentono di limare la differenza di velocità con le monoposto nipponiche. La gara, però, sarà un’altra storia. Le auto tedesche accusano problemi di affidabilità a causa del surriscaldamento motore, costringendo entrambe le vetture al ritiro e lasciando campo libero alle Porsche 911 GT1.

Il Campionato GT, il vero habitat della CLK LM

Evidentemente non era l’anno giusto per correre a Le Mans, ma questo non vuol dire che la Mercedes CLK LM fosse totalmente inaffidabile. Il Campionato Gran Turismo 1998, normalizzato dalla FIA, infatti, vede la Casa di Stoccarda grande protagonista nonché vittoriosa in 8 gare su 8. Il risultato impressionante, quindi, consegna i Titoli Costruttori e Piloti ricalcando l’anno precedente, mentre l’unica vera rivale Porsche, che a Le Mans ha trionfato, sarà seconda nel Mondiale. Una curiosità: l’equipaggio Campione 1998 è formato da Klaus Ludwing e Ricardo Zonta. Quest’ultimo è conosciuto tra gli appassionati per essere protagonista del famoso doppio sorpasso subito in F1 a Spa 2000, mentre Schumi e Hakkinen duellavano tra loro. L’erede della CLK LM, invece, sarà la Mercedes CLR, conosciuta anche come “l’auto che decollava“.

Mercedes CLK LM
La festa per il Titolo vinto. Credit: gettyimages.it

Immagine di copertina: la Mercedes CLK LM durante una fase di gara. Credit: gettyimages.it