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E-Fuel: costa il 50% in più rispetto alla benzina e non risolve il problema inquinamento? Arriva una nuova ricerca

Al Parlamento Europeo si sta preparando una battaglia sul futuro dei motori a combustione interna. Mentre alcuni ritengono che gli e-fuel dovrebbero essere esentati dall’imminente divieto dei veicoli che emettono CO2, i critici sostengono che la loro produzione ad alta intensità energetica potrebbe renderli più costosi e più dannosi di quanto siano utili per l’ambiente.

Un recente studio dell’International Council on Clean Transportation (ICCT) suggerisce che i carburanti di tipo e-fuel potrebbero costare fino a 2,80 euro al litro. Parliamo di circa il 50% in più del prezzo della benzina in Germania oggi, riferisce Transport & Environment. Ciò significherebbe che per riempire un serbatoio da 75 litri (come quello di una Porsche Cayenne, auto NON presa a caso), l’automobilista dovrebbe spendere intorno ai 210 euro.

L’esempio della Cayenne come già anticipato non è casuale, perché sono le case automobilistiche di fascia alta, in particolare Porsche e Ferrari, che stanno cercando di inserire gli e-fuel nei piani dell’Unione Europea per salvaguardare il futuro dei motori a combustione interna.

La ricerca sugli e-fuel: le conclusioni

I critici sostengono che l’enorme quantità di energia necessaria per la produzione di e-fuel, così come la necessità di importarla dall’estero, li rende proibitivi per gli automobilisti di tutti i giorni, quelli che magari in questi anni hanno fatto affidamento all’alimentazione GPL per risparmiare quanto più possibile sugli spostamenti. Significa che probabilmente sarebbero utili solo per i ricchi che vogliono continuare a guidare auto ad alte prestazioni senza rinunciare ai motori a combustione interna.

Ciò mina uno dei vantaggi tanto decantati degli e-fuel: la decarbonizzazione della flotta esistente di veicoli a combustione interna. Se la tecnologia fosse utilizzata come tappabuchi, potrebbe contribuire a ridurre le emissioni dei veicoli che sono già in circolazione e che continueranno a essere utilizzati per un certo numero di anni dopo l’introduzione delle nuove norme dell’Unione Europea.

Porsche

Il loro trattamento come valida alternativa ai veicoli elettrici e la loro inclusione nella legislazione europea potrebbero far deragliare gli obiettivi ambientali del Vecchio Continente. Allentando le regole di trasporto del continente, i carburanti “elettrici” potrebbero finire per prolungare la quantità di tempo in cui il petrolio viene utilizzato per alimentare la flotta di vetture circolanti in Europa. Il tutto per una tecnologia che inquina più dei veicoli elettrici, anche in circostanze ideali. Mentre gli e-fuel emettono meno sostante nocive, rispetto alla benzina e al diesel tradizionali, il loro uso nei motori a combustione interna porta ancora alla produzione di CO2 e altre particelle poco salutari, come l’NO2.

“In definitiva, gli e-fuel non saranno altro che una soluzione di nicchia per i conducenti delle Porsche”, ha affermato Alex Keynes, responsabile dei veicoli puliti presso Transport & Environment. “Ma minando la chiarezza dell’eliminazione graduale dei motori per il bene di un carburante costoso e inquinante, il cancelliere tedesco Olaf Scholz sta mettendo a rischio la transizione verde dell’Europa e il futuro della sua industria automobilistica”.

Cosa sono gli e-fuel e come si ottengono?

Facciamo una piccola premessa: gli e-fuel sono ben diversi dai biocombustibili. Con il termine e-fuel si intende un combustibile sintetico che non contiene prodotti derivati da fonti fossili come il petrolio. La produzione è tutt’altro che semplice: c’è un primo processo che parte da semplici molecole di acqua, si chiama elettrolisi, e consiste nel separare l’idrogeno dall’ossigeno. L’energia elettrica proveniente dalle fonti rinnovabili passa nell’acqua. L’idrogeno viene combinato con l’anidride carbonica presente nell’aria e con alcune sostanze catalizzanti. Questo processo dà vita all’e-metanolo, trasformabile in e-kerosene adatto ad alimentare gli aerei e in e-fuel, quello che può alimentare i motori delle nostre automobili. Per essere davvero puliti devono venir realizzati interamente con energia proveniente da fonti rinnovabili. È il motivo per il quale i costruttori sperano di poter introdurre questo combustibile nella “whitelist” della riforma europea delle Auto green che scatterà nel 2035.

Come anticipato, questo combustibile costa molto già in fase di produzione: il motivo è che sono necessari grandi quantitativi di energia elettrica e di acqua. Per produrre un litro di e-fuel sono necessari circa 2 litri di acqua. La differenza con i biocombustibili è che questi ultimi sono realizzati dagli scarti alimentari non idonei all’utilizzo alimentare.