Quando parliamo del mondo automobilistico, il campo di ricerca e sviluppo non si ferma neanche nei mesi estivi. Audi ha depositato un brevetto per proteggere una nuova invenzione che vedrebbe l’ammortizzatore controllato tramite induzione. Il brevetto è stato depositato presso l’Ufficio brevetti e marchi degli Stati Uniti e pubblicato questo mese. Sembra in qualche modo simile, almeno in teoria, al sistema FAST portato sulla Ferrari Purosangue ma senza l’elemento di smorzamento predittivo.
La documentazione del brevetto pubblicata qualche giorno fa descrive un ammortizzatore con un’asta che può essere spostata all’interno di un tubo, ma la novità è che l’asta dell’ammortizzatore ospita due nuclei magnetici, mentre questo tubo ospita due o più bobine. L’idea è che mentre l’asta si muove su e giù attraverso questo tubo, i nuclei magnetici interagiscono con le bobine, offrendo diversi potenziali vantaggi.
Una potenziale applicazione consiste nell’integrare questa tecnologia ai sistemi di smorzamento esistenti utilizzando molle e/o fluidi idraulici. Sospettiamo che non funzionerebbe con sospensioni magnetoreologiche come quelle che troviamo su una Lamborghini Huracan perché isolare i due diversi campi magnetici sarebbe quasi impossibile. Il brevetto suggerisce anche che il nuovo sistema induttivo potrebbe funzionare in modo indipendente, ma resta da vedere se questo sarà conveniente e se si potrà riscontrare un aumento di peso.
Indipendentemente da ciò, il sistema offre un controllo dello smorzamento molto preciso. Il brevetto afferma che “è possibile ottenere un comportamento di smorzamento progressivo o digressivo, a seconda della corsa di compressione o di estensione”. È molto probabile che la sospensione possa essere smorzata in modo più acuto in microsecondi, aumentando o riducendo in modo incrementale l’effetto di smorzamento per mantenere un comportamento di guida stabile.
L’altro vantaggio significativo è che l’energia cinetica degli ammortizzatori può essere raccolta dalle bobine all’interno dei tubi dell’ammortizzatore. Questa può essere trasferita agli impianti di riscaldamento come energia termica o recuperata come energia elettrica per un successivo utilizzo nella sospensione mediante un condensatore. Sono possibili anche altre opzioni di accumulo di energia. BMW ha lavorato su qualcosa di simile, suggerendo che i dossi sulla strada potrebbero effettivamente contribuire a una maggiore autonomia per i veicoli elettrici, in quanto l’oscillazione degli ammortizzatori potrebbe aiutare a generare energia elettrica da usare per ricaricare le batterie.
Non è chiaro quali sfide debba affrontare questa invenzione, ma la complessità e il peso potrebbero essere il fulcro di tutto. Non sappiamo se o quando questa tecnologia vedrà la luce, ma immaginiamo che migliorerebbe la maneggevolezza di una R8 e massimizzerebbe il comfort di una A8, e non saremmo sorpresi di vederla arrivare sul mercato la fine del decennio.
Qualche rigo più su abbiamo ipotizzato che il nuovo brevetto delle sospensioni pubblicato da Audi non potesse essere compatibile con le sospensioni magnetoreologiche. Vediamo, dunque, come è fatto questo schema sospensivo e quali sono le sue peculiarità. Le sospensioni magnetoreologiche (chiamate per semplicità MR) sono sistemi avanzati che sfruttano i fluidi magnetoreologici per regolare in tempo reale le proprietà di smorzamento e rigidità di un sistema sospensivo. Queste sospensioni sono spesso utilizzate in applicazioni automobilistiche, ferroviarie e industriali per migliorare la stabilità, il comfort e la maneggevolezza. Ecco, nel dettaglio, come sono fatte queste particolari sospensioni: