Automotive

Auto a propulsione nucleare: alcune soluzioni proposte come futuro dell’automotive

La fine della Seconda Guerra Mondiale ha segnato l’ingresso dell’umanità nell’era del nucleare. Dopo aver assistito all’enorme potere distruttivo delle armi atomiche in due occasioni prima della cessazione delle ostilità, l’umanità ha giurato che non avrebbe fatto più uso di una simile arma. Tuttavia ha iniziato ad accumulare un arsenale tutt’altro che tranquillo. Dopo che gli orrori degli attentati di Hiroshima e Nagasaki sono scivolati nell’oblio, gli esseri umani hanno iniziato a cercare modi per utilizzare l’energia nucleare per varie applicazioni, mondo dell’automotive incluso.

Il primo reattore nucleare, chiamato Chicago Pile-1, vide la prima reazione a catena nel 1942. Nel 1954, la città sovietica di Obninsk divenne il primo insediamento umano parzialmente alimentato da un reattore nucleare, seguito nel 1956 dalla prima centrale al mondo a grandezza naturale, a Calder Hall in Inghilterra. I militari vedevano l’energia nucleare non solo come un mezzo per difendersi o attaccare, ma anche come un mezzo per spostarsi. Il primo sottomarino a propulsione nucleare, USS Nautilus, fu commissionato nel 1954. Da allora sono seguite una moltitudine di navi, incluse le portaerei.

Nonostante alcuni pericoli a lungo termine, l’energia nucleare era più pulita e poteva potenzialmente durare per sempre. Quindi non passò molto tempo prima che le case automobilistiche iniziassero a esaminare questa nuova potenziale tecnologia. Negli anni ’50 e ’60, diverse case automobilistiche, alcune di esse ancora esistenti, tentarono di creare in scala o come prototipo le auto a propulsione nucleare.

Arbel Symetric: l’auto che era alimentata con le scorie nucleari

Da qualche parte in Francia, all’inizio degli anni ’50, esisteva una casa automobilistica chiamata Compagnie Normande d’Etudes pour l’Application de Procédés Mécaniques. Questo costruttore dal nome lungo era principalmente incaricato di creare veicoli da utilizzare come piattaforme sperimentali. Tra i loro studi c’era l’Arbel, un veicolo ibrido benzina-elettrico con carrozzeria in fibra di vetro dotato di otto posti. La prima generazione del modello entrò in produzione limitata nel 1951, ma fu solo la variante del 1958, mostrata al Salone di Ginevra, ad attirare l’attenzione. Chiamata Symetric, questa versione doveva essere alimentata da un generatore termico nucleare da 40 KW chiamato genestatom. Se i regolatori francesi lo avessero approvato, avrebbe utilizzato le scorie nucleari come combustibile. Però, il progetto non fu approvato.

Arbel Symetric

Ford Nucleon: l’auto nucleare più famosa di sempre

Il concept Ford Nucleon è forse l’auto nucleare più conosciuta, anche se non è mai stata prodotta ed è entrata nel mondo reale solo come modello in scala 1/33. Ford ha progettato il prototipo come uno strumento di ricerca che doveva essere utilizzato dagli scienziati come mezzo per studiare modi per ridimensionare i reattori nucleari e renderli sicuri per l’uso civile. L’auto doveva avere il reattore montato nella parte posteriore e funzionare più o meno come il sottomarino nucleare USS Nautilus, utilizzando un motore a vapore alimentato dalla fissione dell’uranio.

Ford ha dichiarato al momento della presentazione del concept che la Nucleon aveva un’autonomia di 8.000 km. Non è chiaro come siano giunti a questa conclusione dato che il reattore che avevano immaginato non esisteva. A differenza della Symetric, quando la Nucleon raggiungeva questi presunti 8 mila chilometri, non sarebbe stato necessario fare rifornimento. Bisognava sostituire il vecchio reattore con uno nuovo, “semplicemente”. Avere il reattore sostituibile permetteva ai clienti di scegliere il tipo di reattore, in modo da scegliere se optare per maggiori prestazioni o minori consumi. Le prestazioni, quindi, cambiavano in base al reattore montato. Attualmente, il modello in scala si trova all’Henry Ford Museum di Dearborn, nel Michigan.

Ford Nucleon in scala

Simca Fulgur

I francesi sembrano essere stati piuttosto entusiasti di costruire automobili a propulsione nucleare. Più o meno nello stesso periodo con la Symetric e la Nucleon, al Salone dell’Auto di Ginevra del 1959, la Simca Fulgur entrò in scena. La Simca, azienda creata dalla Fiat nel 1935, ha cercato di mostrare al mondo come sarebbero state le automobili nel 2000. Non ci sono specifiche disponibili, a parte il fatto che sarebbe stata alimentata dall’energia atomica. L’auto aveva una sorta di sistema di assistenza alla guida, che poteva essere controllata tramite comandi vocali. L’assistenza arrivo sotto forma di un pilota automatico che prendeva le informazioni necessarie da una torre di controllo da qualche parte. Era in grado di usare solo due delle sue quattro ruote per bilanciarsi.

Simca Fulgur

Auto a propulsione nucleare: Studebaker Packard Astral

Di tutto il gruppo, la Studebaker Packard Astral era forse il prototipo di auto a propulsione nucleare più folle. Doveva avere solo una ruota, che sarebbe stata usata per bilanciare il veicolo usando dei giroscopi. L’auto venne presentata al South Bend Art Center nel 1958 poiché utilizzava quello che i suoi creatori hanno descritto come un motore ionico. Per schermare gli occupanti dalle radiazioni emesse dal motore venne utilizzata una cosiddetta cortina di energia. Oggi quel concetto viene espresso sotto il nome di campo di forza. In breve un campo di forza trasparente emanato da dei piccoli fori sigilla l’abitacolo. Tutte le auto che abbiamo descritto in questo articolo sono state create in un’epoca in cui gli esseri umani sognavano di conquistare lo spazio entro i successivi decenni. Grandi campagne sono state create per descrivere questo futuro. Né questo futuro, né le auto a propulsione nucleare sono arrivate.

Studebaker Packard Astral