In UK stanchi marci della crisi dei semiconduttori | Ecco cosa si sono dovuti inventare per stabilizzare l’industria nazionale

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Nel Regno Unito, la crisi dei semiconduttori ha raggiunto livelli insostenibili: ecco le misure straordinarie adottate per stabilizzare l’industria nazionale e affrontare questa emergenza.

Negli ultimi anni, i semiconduttori sono diventati uno dei pilastri fondamentali dell’economia globale. Utilizzati in un’ampia varietà di dispositivi, dai telefoni cellulari alle automobili, fino alle apparecchiature mediche e di difesa, sono considerati essenziali per il funzionamento di una società tecnologicamente avanzata. In Europa, però, la dipendenza dalle importazioni di questi componenti è notevole, soprattutto da paesi del sud-est asiatico come Taiwan, che è uno dei maggiori produttori mondiali.

Gran parte dei semiconduttori necessari per l’industria europea proviene proprio da Taiwan e altre nazioni asiatiche. Questa situazione espone l’Europa a rischi geopolitici e di approvvigionamento. Le recenti tensioni globali e l’interruzione delle catene di fornitura hanno dimostrato quanto sia vulnerabile il continente a eventi esterni. La crisi dei semiconduttori degli ultimi anni ha colpito duramente molti settori, costringendo aziende a rallentare o fermare la produzione.

L’interruzione delle catene di fornitura è stata aggravata dalla pandemia e dalle tensioni commerciali tra grandi potenze. Questa crisi ha colpito non solo l’Europa, ma anche il resto del mondo, evidenziando la necessità di diversificare le fonti di approvvigionamento. Affidarsi esclusivamente all’Asia per un componente così strategico è rischioso, e questo ha spinto molti paesi europei a cercare soluzioni per potenziare la produzione locale di semiconduttori.

Molti Stati europei, compreso il Regno Unito, stanno ora cercando di ridurre questa dipendenza estera. L’obiettivo è creare una maggiore sicurezza economica e tecnologica attraverso investimenti in impianti locali, progetti di ricerca e sviluppo, e collaborazioni tra settore pubblico e privato. Garantire una produzione interna di semiconduttori non solo ridurrebbe i rischi di approvvigionamento, ma rafforzerebbe la sovranità tecnologica del continente.

Le sfide della crisi dei semiconduttori

La crisi globale dei semiconduttori ha evidenziato quanto sia delicato l’equilibrio delle forniture mondiali. La domanda crescente di dispositivi tecnologici e l’incapacità dei produttori di stare al passo hanno generato una carenza senza precedenti. Il Regno Unito, come il resto d’Europa, ha dipeso fortemente dalle importazioni da Taiwan e altre nazioni asiatiche, causando problemi significativi nei settori chiave come la difesa e l’automotive.

Per fronteggiare questa sfida, molti governi europei stanno adottando misure straordinarie, puntando non solo sull’incentivare la produzione interna, ma anche sul sostenere l’industria tecnologica con investimenti mirati. Tuttavia, l’impatto della crisi non si risolverà nel breve periodo, e le soluzioni richiedono una pianificazione a lungo termine.

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Le misure adottate nel Regno Unito

In risposta alla crisi dei semiconduttori, il Regno Unito ha recentemente deciso di nazionalizzare una fabbrica strategica per la produzione di questi componenti. Situata a Newton Aycliffe, la fabbrica ora rinominata Octric Semiconductors UK, è l’unica in grado di produrre semiconduttori a base di arseniuro di gallio, utilizzati principalmente nel settore della difesa.

L’acquisizione mira non solo a garantire la produzione di semiconduttori per la difesa nazionale, ma anche a salvaguardare posti di lavoro e a rafforzare la catena di fornitura interna. Questa mossa è vista come un passo strategico verso l’autosufficienza e la stabilizzazione dell’industria tecnologica del paese.