Questa Audi del 1971 usciva di fabbrica con lo stesso sistema sterzante di una Ferrari ma a 1/10 del prezzo | La pubblicità comparativa è un pugno allo stomaco

L'iconico logo Audi (Pixabay foto)

L'iconico logo Audi (Pixabay foto) - www.vehiclecue.it

Nel 1971 l’Audi commercializzò un’auto tramite un’incredibile pubblicità comparativa che scherniva la Ferrari. 

Nel mondo dell’automobilismo, il confronto tra marchi è sempre stato una questione delicata, soprattutto quando si mettono in parallelo vetture di categorie molto diverse. Da un lato troviamo il lusso, la potenza e il fascino delle supercar, dall’altro la praticità e l’affidabilità delle automobili pensate per un pubblico più ampio. Tuttavia, in alcuni casi, accade che le distanze si accorcino, che elementi distintivi di auto di lusso trovino spazio anche su modelli più accessibili, generando un effetto sorpresa tra gli appassionati.

Un esempio emblematico arriva proprio dagli anni ’70, un periodo in cui l’innovazione tecnica era al centro delle strategie di marketing delle case automobilistiche. Proprio in quegli anni, il concetto di “pubblicità comparativa” inizia a farsi largo, spesso con un impatto notevole sulle percezioni del pubblico. Marchi come Audi, allora già sotto l’ala della rete Porsche e con legami stretti con Volkswagen, iniziarono a fare mosse audaci per attirare l’attenzione dei consumatori.

Uno degli strumenti più efficaci per mettere in evidenza la superiorità tecnica o la convenienza economica rispetto ai concorrenti era, appunto, il confronto diretto. Le pubblicità di quel tempo cercavano di rompere gli schemi, esaltando non solo le prestazioni delle vetture, ma anche il rapporto qualità-prezzo, sfruttando il confronto con auto ben più costose e rinomate. L’obiettivo? Far risaltare il proprio prodotto non solo come valido, ma come un affare imperdibile.

Naturalmente, queste campagne pubblicitarie, sebbene efficaci, non mancavano di suscitare polemiche. Quando una marca di auto tenta di paragonarsi a un’icona del settore, specialmente come Ferrari, il rischio di suscitare critiche è sempre dietro l’angolo. Ma forse era proprio questo l’intento: creare discussione, accendere i riflettori e, in un certo senso, provocare il mercato, spingendo i consumatori a riflettere.

Come Audi ha osato il confronto

Nel 1971, Audi fece proprio questo. Lanciò una campagna audace che metteva a confronto il suo modello Audi 100 con niente meno che Ferrari, sottolineando che il sistema sterzante utilizzato era lo stesso presente sulle celebri supercar italiane.

Ma c’era un dettaglio che non poteva passare inosservato: l’Audi costava solo un decimo del prezzo di una Ferrari. Questo messaggio colpì il pubblico, non solo per il confronto inaspettato tra una berlina familiare e una delle auto sportive più desiderate al mondo, ma anche per il suo tono ironico e provocatorio, che sfidava le convenzioni del tempo.

L'Audi 100 (Depositphotos foto)
L’Audi 100 (Depositphotos foto) – www.vehiclecue.it

Il cuore della pubblicità comparativa

Questa mossa fece discutere non poco, non solo per il paragone con un marchio leggendario come Ferrari, ma anche per l’evidente contrasto tra il prestigio del nome italiano e l’approccio più accessibile e popolare di Audi. Utilizzare il sistema sterzante di una Ferrari su un’auto molto più economica sembrava una strategia tanto ambiziosa quanto provocatoria, ma sicuramente riuscì nell’intento di attirare l’attenzione del pubblico.

La campagna non solo sottolineava la tecnologia avanzata disponibile su un modello “popolare”, ma anche l’idea che il lusso potesse essere a portata di mano per un pubblico più vasto. Fu un colpo di genio pubblicitario che spinse molti a ripensare cosa significasse davvero possedere un’auto di qualità.