Posto di blocco, la perquisizione è illegittima se non si danno queste condizioni | Ci vuole un mandato

Polizia stradale

Polizia stradale (Depositphotos) www.vehiclecue.it

Posto di blocco, la perquisizione è illegale senza queste condizioni. Serve un mandato, come per l’accesso a casa.

I poteri della polizia stradale sono stabiliti da leggi ben precise che definiscono le modalità e i limiti entro cui possono operare. Quando un agente della polizia stradale ferma un veicolo, ha l’autorità di effettuare controlli per accertarsi che il conducente rispetti il codice della strada. Questi controlli includono la verifica della validità della patente di guida, del libretto di circolazione e del rispetto delle norme di sicurezza, come il corretto funzionamento delle luci o la presenza del triangolo di emergenza. Questi controlli sono considerati parte delle ispezioni di routine.

Oltre ai controlli documentali e tecnici, la polizia stradale ha il potere di effettuare ispezioni sull’auto per verificare che non vi siano irregolarità. Tuttavia, queste ispezioni non devono essere confuse con una perquisizione approfondita, che ha limiti ben definiti dalla legge. Una semplice ispezione può includere la richiesta di aprire il bagagliaio o controllare l’interno del veicolo per assicurarsi che tutto sia in regola. Questo tipo di intervento è legittimo e rientra nelle competenze della polizia durante i posti di blocco.

La perquisizione dell’auto, invece, è una procedura più invasiva e richiede fondati motivi. Gli agenti di polizia non possono effettuare una perquisizione alla ricerca di prove o oggetti sospetti, come droghe o armi, senza avere un sospetto concreto di reato. Se esiste questo sospetto, e la situazione è tale da richiedere un’azione immediata, gli agenti possono procedere senza un mandato del giudice, ma devono informare il procuratore entro 48 ore. Questa perquisizione deve poi essere convalidata nelle 48 ore successive.

Infine, la polizia può procedere a una perquisizione anche in casi di particolare urgenza, quando non c’è tempo per ottenere un mandato. Ad esempio, se gli agenti sospettano che nel veicolo siano presenti sostanze illegali o prove di un crimine, e c’è il rischio che vengano distrutte o alterate, possono agire senza autorizzazione immediata. In queste situazioni, è comunque previsto che il procuratore venga informato per convalidare l’operato delle forze dell’ordine entro i tempi stabiliti dalla legge.

Cosa fare durante una perquisizione dell’auto

Quando la polizia stradale ti ferma e chiede di perquisire l’auto, è importante capire quali sono i tuoi diritti e i limiti dell’intervento delle forze dell’ordine. Le ispezioni di routine, come il controllo del bagagliaio per il triangolo d’emergenza o delle ruote, sono del tutto legali e fanno parte degli accertamenti previsti dal Codice della Strada. Tuttavia, una perquisizione più approfondita, come la ricerca di sostanze illegali, richiede il sospetto di un reato.

Se la polizia ritiene di avere fondati motivi  per sospettare la presenza di oggetti illeciti, può procedere alla perquisizione senza un mandato, ma solo in circostanze di urgenza. In questi casi, gli agenti devono informare un procuratore entro 48 ore e attendere la convalida della perquisizione. È essenziale mantenere la calma e collaborare, ma ricordare che hai il diritto di chiedere spiegazioni e, in caso di dubbi, di contestare eventuali abusi tramite vie legali.

Vigile in strada
Vigile in strada (Depositphotos) www.vehiclecue.it

Filmare le operazioni della polizia: è consentito?

Un argomento spesso discusso è la possibilità di filmare la polizia durante le loro operazioni. In linea generale, i cittadini possono fotografare e riprendere gli agenti mentre svolgono il loro lavoro, a meno che non ci siano particolari divieti imposti da ordinanze locali. Tuttavia, bisogna rispettare la privacy degli agenti e assicurarsi di non violare il segreto istruttorio, specialmente in operazioni legate a indagini sensibili.

Inoltre, se decidi di filmare, è importante non ostacolare il lavoro delle forze dell’ordine. Qualsiasi video registrato deve essere utilizzato con rispetto delle leggi sulla privacy: diffondere immagini che identificano chiaramente gli agenti senza il loro consenso potrebbe portare a conseguenze legali.