Bruxelles: Audi chiude una fabbrica di auto elettriche e la situazione diventa tesa

L'iconico logo Audi (Pixabay foto)

L'iconico logo Audi (Pixabay foto) - www.vehiclecue.it

Audi chiude una fabbrica di auto elettriche: presa d’assalto la sala dei dirigenti. 

La chiusura dello stabilimento Audi di Bruxelles sta creando un terremoto. Per chi vive qui o lavora nel settore, questa fabbrica non è solo un impianto produttivo: è un simbolo, un pezzo di storia che rischia di sparire. Chiunque passi in zona conosce qualcuno che ci lavora, e l’idea che tutto possa chiudere è quasi surreale.

Difficile immaginare migliaia di persone, famiglie intere, alle prese con l’incubo di ritrovarsi senza nulla da un giorno all’altro. Non è solo una questione economica, ma un problema che tocca la dignità di chi per anni ha dato il massimo.

L’impianto era diventato, nel 2018, il cuore della produzione del SUV elettrico Q8 e-tron. Una svolta che per molti era il segno tangibile della direzione ecologica dell’azienda, ma evidentemente la situazione è cambiata. E il fatto che il progetto fosse stato pensato per continuare fino al 2026 rende la decisione ancora più amara.

Il nodo vero sta nella difficoltà di trovare qualcuno disposto a rilevare l’impianto. Audi ha provato ma nessun investitore si è fatto avanti per tenere viva l’attività. E così, i dipendenti si ritrovano a guardare le promesse fatte – e poi infrante – e chiedersi cosa accadrà. Stavolta, però, la situazione è degenerata.

Giorni difficili nello stabilimento

L’atmosfera è diventata rovente quando si è diffusa la notizia che nessun acquirente avrebbe rilevato il sito. Alla fine, un gruppo di lavoratori ha deciso di entrare nella sala dove i dirigenti stavano discutendo. La tensione si è tagliata con un coltello.

La polizia è intervenuta per scortare via i dirigenti, e lì sono iniziati i problemi. Certo, ci sono versioni contrastanti su cosa sia accaduto esattamente. I sindacati affermano che è stata una protesta pacifica, ma i toni erano esasperati e l’intervento delle forze dell’ordine non ha fatto che peggiorare il tutto.

La polizia blocca i manifestanti (Gregory Dascotte foto)
La polizia blocca i manifestanti (screenshot da un video di Gregory Dascotte) – www.vehiclecue.it

La voce dei lavoratori

In mezzo a questa tempesta, chi lavora lì sente di non essere ascoltato. “Quello che è successo è scandaloso,” ha detto Maurizio Sabatino, uno dei rappresentanti sindacali. Per Sabatino, la polizia era già lì, come se aspettasse un’occasione per agire.

Gregory Dascotte, un altro sindacalista, ha condiviso la sua versione sui social, parlando di “massacro sociale”. Le sue parole non sono state leggere, ma colpiscono perché raccontano di lavoratori che si sentono abbandonati. Dascotte ha parlato di dirigenti incapaci di capire cosa significhi chiudere una fabbrica per chi ci lavora ogni giorno. Il suo racconto, condito da video e post che descrivono l’intervento della polizia, è diventato virale.