“Buonasera sa perché l’abbiamo fermata?”: la risposta deve essere solo questa | Te lo dice l’avvocato
Se ti viene fatta la fatidica domanda al posto di blocco, devi rispondere in questo modo per non complicare la situazione.
Essere fermati a un posto di blocco è una di quelle situazioni che, anche se non abbiamo fatto nulla di sbagliato, ci mette sempre un po’ di ansia. Un controllo di routine può sembrare banale, eppure basta vedere le luci della volante o l’agente che ci fa segno di accostare per far partire mille pensieri. Succede a tutti, pure ai più tranquilli.
E poi c’è quel momento di silenzio, in cui magari pensiamo: “Ok, tutto in regola, niente da temere”, ma allo stesso tempo il cuore accelera. Sarà l’autorità della divisa, il timore di aver dimenticato qualcosa o, chissà, forse è solo la pressione di essere sotto controllo. Insomma, anche i più ligi alle regole sentono quella leggera inquietudine.
Quando stai guidando, poi, i dubbi si moltiplicano. “Ho rispettato il limite di velocità? Ho messo la freccia all’ultima curva? Aspetta, c’è qualche nuova regola che non conosco?” È un misto di paranoia e incertezza, e spesso finisci per chiederti se tutto questo non sia solo nella tua testa. Però è lì, e non puoi ignorarlo.
Ecco, è in quei momenti che a volte scivoliamo. Non con l’auto, per fortuna, ma con le parole. Durante un controllo, l’istinto ti porta a voler essere collaborativo, quasi a giustificarti senza motivo. E qui può capitare di fare piccoli errori che sarebbe meglio evitare.
La domanda che mette alla prova
Quando ti fermano, la procedura è chiara: accosta, spegni il motore, abbassa il finestrino. Fin qui tutto liscio, no? Ma poi arriva quella domanda, apparentemente innocua: “Sa perché l’abbiamo fermata?“. Sembra semplice, ma non lo è affatto.
Questa domanda, infatti, non è messa lì per caso. La risposta che dai può fare la differenza. Non tanto per il controllo in sé, ma per come viene percepita dagli agenti. E a quel punto, tutto dipende dalle parole che scegli.
Le parole da evitare (e quelle migliori)
Ecco il punto: rispondere “Sì” potrebbe sembrare la scelta più ovvia, come a dire “So che è un controllo di routine”. Però, attenzione: dire “Sì” può essere interpretato come un’ammissione, anche quando non hai nulla da confessare. Un semplice “No” o un più diplomatico “Non lo so” sono opzioni decisamente più sicure.
Gli avvocati lo ripetono spesso: meno parli, meglio è. A volte basta una frase di troppo per complicare una situazione che era assolutamente sotto controllo. Non è questione di essere colpevoli o meno, ma di proteggersi. Quindi, davanti a quella domanda, pensa bene a cosa rispondere: potrebbe davvero fare la differenza.