Patenti revocate, queste problematiche alla vista te la fanno perdere: milioni di italiani esclusi in queste ore
Le regole e le problematiche legate alla vista che possono causare esclusioni in merito al rilascio o alla revoca della patente di guida.
Ottenere la patente di guida non è solo una questione di avere una buona vista. Le leggi italiane stabiliscono requisiti medici specifici per chi vuole guidare, e uno degli aspetti più scrutinati è proprio la capacità visiva. Se un automobilista non supera i controlli legati alla vista, può essere escluso dal possesso della patente, sia al momento dell’ottenimento che in fase di rinnovo.
In particolare, la legge richiede che chi guida sia in grado di vedere chiaramente la segnaletica stradale, e che non ci siano problemi gravi legati alla vista che possano compromettere la sicurezza su strada. Durante la visita medica obbligatoria, vengono valutati aspetti come l’acutezza visiva, il campo visivo e, in molti casi, la capacità di distinguere i colori, fondamentale per riconoscere semafori e segnali stradali.
È una valutazione che può portare a diverse conclusioni. Se un conducente non soddisfa i requisiti richiesti, la patente può essere revocata, o in alcuni casi, non rilasciata. Per quanto riguarda la revoca o il ritiro della patente, il problema più comune riguarda chi sviluppa patologie o problemi visivi durante la guida.
Se la vista peggiora, il conducente potrebbe trovarsi a dover fare i conti con una nuova valutazione medica. La salute visiva di un conducente deve essere costantemente monitorata, soprattutto per evitare che una riduzione della capacità visiva metta a rischio la sicurezza degli altri utenti della strada.
Particolari patologie
Uno degli aspetti più complessi riguarda il daltonismo, una condizione che interessa una parte significativa della popolazione. Si tratta di una difficoltà nella percezione dei colori, che può variare da lievi difficoltà nel distinguere certe sfumature fino a una vera e propria incapacità di riconoscere alcuni colori.
Sebbene il daltonismo non sia una malattia che compromette gravemente la salute generale, può influire sulla capacità di guidare in modo sicuro, soprattutto quando si tratta di riconoscere la segnaletica stradale, come i semafori o i segnali di pericolo. In Italia, come in molti altri Paesi, la legge non vieta esplicitamente a chi è daltonico di ottenere o mantenere la patente di guida, ma stabilisce che ogni caso venga valutato singolarmente.
La decisione del medico
Durante i controlli medici, il medico ha la discrezionalità di valutare l’entità del disturbo visivo e di decidere se la persona è idonea a guidare. Il test di Ishihara, utilizzato per rilevare il daltonismo, può essere uno degli strumenti impiegati. Tuttavia, se il test non fornisce una risposta chiara, il medico può ricorrere ad altri test o a una valutazione funzionale che tenga conto anche del contesto.
Per chi ha una forma lieve di daltonismo, in molti casi non ci sono ostacoli insormontabili per il rilascio o il rinnovo della patente. L’abilità di riconoscere la segnaletica non dipende solo dal colore, ma anche dalla forma e dalla posizione dei segnali. Per esempio, i semafori sono progettati in modo che la posizione dei colori (rosso in alto, giallo al centro, verde in basso) renda più facile il riconoscimento, anche per chi ha difficoltà a distinguere certe tonalità. Tuttavia, per chi soffre di forme più gravi di daltonismo, la situazione può diventare più complicata e la decisione del medico diventa fondamentale.