Più ombre che luci nel 2025 dell’auto: le ibride plug-in potrebbero salvare la situazione
Il 2025 si preannuncia complesso per il settore auto, ma le ibride plug-in potrebbero essere la chiave per una ripresa!
Negli ultimi anni, il mondo dell’auto ne ha viste di tutti i colori. La pandemia, le tensioni geopolitiche tra Ucraina e Medio Oriente e una crisi economica globale hanno fatto traballare un settore che già stava cercando di reinventarsi. Come se non bastasse, le nuove politiche ambientali e la corsa all’elettrico stanno riscrivendo completamente le regole del gioco.
Guardando al 2025, molti analisti prevedono una ripresa lenta, a dir poco timida. Le opinioni sono contrastanti: c’è chi intravede spiragli di luce e chi, invece, vede solo nuvole all’orizzonte. Le vendite mondiali di auto sono ancora lontane dai numeri pre-Covid e, come se non bastasse, i margini di guadagno delle case automobilistiche sembrano assottigliarsi sempre di più.
Tra materie prime che costano uno sproposito, l’inflazione che non molla e una concorrenza sempre più agguerrita, le case automobilistiche devono reinventarsi in fretta per sopravvivere. La pressione è alta, e mantenere la competitività rispettando le nuove norme ambientali non è proprio una passeggiata. Risultato? Una crescita quasi piatta e profitti risicati.
Anche se qualcuno, come i ragazzi di The Economist Intelligence Unit, è più ottimista e prevede una crescita del 2,3% delle vendite globali nel 2025, i problemi sono lì, ben visibili. Le guerre commerciali, i costi in aumento e una domanda piuttosto fiacca rischiano di tenere fermo il mercato. E poi c’è la questione delle auto elettriche: viste come la grande speranza, ora sembrano arrancare.
Cosa dicono gli esperti: le elettriche rallentano
Secondo Moody’s, l’industria automobilistica ha davanti un futuro piuttosto incerto. La previsione per il 2025 parla di una crescita di appena 1,4%, ben lontana dalle aspettative di qualche anno fa. E non si salva nessuno: né gli Stati Uniti, né l’Europa, né tantomeno la Cina. I profitti? Sempre più magri. Standard & Poor’s ha ridotto le stime per il mercato europeo delle elettriche nel 2025: dal 27% previsto scendiamo a un misero 21%. Questo potrebbe mettere a rischio gli obiettivi di riduzione delle emissioni fissati dall’UE. Anche Fitch sottolinea lo stesso problema: le auto elettriche pure non stanno tirando come previsto, mentre le ibride sembrano avere più successo.
In questo caos, le ibride plug-in si stanno ritagliando un ruolo da protagoniste. Secondo l’International Energy Agency (IEA), saranno proprio queste vetture a spingere la transizione elettrica nei prossimi anni. E i numeri parlano chiaro: nella prima metà del 2024, le ibride plug-in rappresentavano già più del 35% del mercato delle auto elettriche.La situazione è ancora più evidente in Cina, dove le vendite di queste auto sono aumentate del 70% rispetto all’anno precedente, contro un modesto 15% delle elettriche pure. Il motivo? Le ibride plug-in sono un ottimo compromesso: puoi viaggiare in modalità elettrica per gli spostamenti quotidiani, ma senza l’ansia di rimanere a piedi nei lunghi viaggi grazie al motore a combustione.
Politica e mercato: un equilibrio delicato
La politica, come sempre, gioca un ruolo fondamentale. Con Donald Trump alla Casa Bianca, le vendite di auto elettriche negli Stati Uniti potrebbero calare del 15-20% entro il 2030. Ma non tutto è perduto: Trump potrebbe anche puntare sull’assemblaggio locale di auto elettriche straniere, rilanciando così la produzione interna.
In Europa, la situazione non è meno complicata. Secondo Goldman Sachs, una politica commerciale più rigida potrebbe rallentare la crescita economica, penalizzando soprattutto i produttori tedeschi. Stime alla mano, il PIL dell’Eurozona nel 2025 potrebbe crescere solo dello 0,8%, e l’industria dell’auto ne risentirebbe parecchio.Nonostante tutto, le ibride plug-in rappresentano una boccata d’aria fresca per il settore automobilistico. Grazie alla loro versatilità e alla capacità di soddisfare sia chi cerca efficienza energetica che chi ha bisogno di autonomia, sembrano essere la soluzione ideale per questa fase di transizione. Nel 2025, saranno probabilmente loro a trainare le vendite e a dare una mano a un mercato che fatica a rialzarsi.