Parcheggio a pagamento, esiste un limite nascosto che ti salva dalla multa: ma solo se agisci entro pochi minuti

Illustrazione di un parcheggio (Pixabay) (1)

Illustrazione di un parcheggio (Pixabay FOTO) - www.vehiclecue.it

I parcheggi a pagamento possono nascondere delle insidie, e bisogna sempre prestare attenzione. Alcune volte possono non farti la multa.

Il parcheggio a pagamento è una misura adottata da molte città per regolamentare l’uso delle aree destinate alla sosta dei veicoli. La sua principale finalità è quella di ottimizzare l’utilizzo dello spazio pubblico, riducendo la congestione e migliorando la rotazione dei veicoli, favorendo chi ha realmente bisogno di parcheggiare. 

Il sistema di parcheggio a pagamento è solitamente attivato mediante parchimetri, applicazioni mobile o sistemi di pagamento elettronico. I veicoli sono tenuti a pagare una tariffa oraria, con variabili che possono dipendere dalla zona, dal giorno della settimana o dal periodo dell’anno. 

L’introduzione del parcheggio a pagamento può avere effetti positivi sulla mobilità urbana, favorendo una maggiore fluidità del traffico. La sosta a pagamento, infatti, incentiva i conducenti a parcheggiare solo per il tempo necessario.

Nonostante i benefici, il parcheggio a pagamento è spesso oggetto di controversie. Alcuni cittadini lo considerano un onere economico eccessivo, specialmente in aree densamente popolate o con scarsa disponibilità di parcheggi alternativi

I margini di tolleranza

Nelle aree di parcheggio a pagamento delimitate dalle strisce blu, la legge italiana è chiara: non esiste alcun margine di tolleranza per il pagamento del ticket. Una volta scaduto l’orario indicato sul tagliando, l’automobilista è tenuto a spostare il veicolo o ad acquistare un nuovo ticket. Se questa operazione non viene effettuata immediatamente, l’infrazione può comportare una multa che varia tra i 42 e i 173 euro, in base a quanto stabilito dal Codice della Strada.

In passato, alcuni orientamenti giurisprudenziali e una nota del Ministero dei Trasporti avevano introdotto l’idea che, in caso di ticket scaduto, fosse sufficiente pagare la differenza della tariffa per regolarizzare la sosta. Ma nel 2022 una sentenza della Corte di Cassazione ha stabilito l’opposto, infatti una volta scaduto il ticket è come se il parcheggio non fosse stato mai pagato. Di conseguenza, un veicolo con il tagliando scaduto viene equiparato a uno senza ticket, rendendo la multa pienamente legittima.

Illustrazione di un parcheggio sotterraneo (Pixabay)
Illustrazione di un parcheggio sotterraneo (Pixabay FOTO) – www.vehiclecue.it

Meglio non rischiare

La falsificazione o alterazione del ticket di parcheggio rappresenta un illecito penale. La Corte di Cassazione ha stabilito che modificare a mano l’orario di scadenza o duplicare il biglietto con strumenti digitali configura il reato di falsità documentale. Il ticket di parcheggio, infatti, ha valore di certificato amministrativo, in quanto attesta l’avvenuto pagamento per la sosta, e rappresenta un’autorizzazione amministrativa valida solo per il periodo indicato.

Le conseguenze legali di una falsificazione sono severe, poiché il ticket contraffatto inganna l’autorità amministrativa preposta al controllo. Chi viene sorpreso a utilizzare un tagliando falsificato può essere incriminato per reato di falsità, con potenziali sanzioni penali che vanno ben oltre le multe per il semplice mancato pagamento del parcheggio. Pertanto, l’unico limite è proprio la scadenza, quindi è sempre meglio ritirare il proprio veicolo prima della scadenza del ticket.